You are hereUno sguardo su Lozzo di Cadore / Il Parco della Memoria
Il Parco della Memoria
(Avvertenza: dal mese di maggio 2016 ho reso disponibile il nuovo sito Parco della Memoria di Pian dei Buoi.)
Un Parco per non dimenticare. Il dolce ondeggiante profilo dei pascoli di Pian dei Buoi, 1800 m circa, termina ad oriente con le modeste elevazioni di Col Cervèra 1920 m e Col Vidàl 1880 m che, pur non avendo meritato l’appellativo di "cime" risultano particolarmente panoramiche dominando le valli circostanti per tre punti cardinali: verso nord raggiungono l’Austria, verso sud calano alla pianura veneta e verso est controllano lo sbocco in Friuli. Per questa ragione la zona fu scelta come componente del perimetro difensivo della Fortezza Cadore, in previsione di quella che divenne la Grande Guerra, o per alcuni la IIIa guerra d’indipendenza.
Rispondeva alle esigenze di difesa strategica insieme al forte eretto sul vicino, in linea d’aria, Monte Tudaio e costituiva con esso un potente baluardo. Ma non sempre la Storia soddisfa le aspettative e gli indirizzi umani, la sorte invece ha relegato i nostri forti nell’angolo più dimesso, declassandoli a ruderi. Oggi invece, sopiti i rancori d’un tempo, l’intera area è recuperata ed innalzata al rango di "Parco della Memoria", attrezzato e facilitato da un percorso che ne permette la riscoperta. Le strutture ancora presenti sono collegate da questo itinerario che prende spunto dalla strada di collegamento dell’altipiano con il paese di Lozzo, anch’essa una grande opera militare e per questo ricordata come "Strada del Genio".
Provenendo dal paese non può sfuggire la ristrutturata ex Caserma di Soracrépa 1786 m, edificio posto nelle adiacenze del bivio carrozzabile che traversa la base dei colli. Proseguendo invece con il rettilineo al termine troviamo, sulla destra, una fontana e la tabella che annuncia l’inizio del percorso. I facili sentieri compongono una rete di anelli che consente il ritrovamento di varie strutture. Edifici adibiti al riposo ed al vivere quotidiano, elementi difensivi, trincee e casermette che annunciano, al lato estremo, l’elevazione di Col Vidàl che ospitava la Batteria Corazzata, il "cuore" del complesso.
La Batteria era composta da quattro cannoni protetti da altrettante cupole di acciaio e fu distrutta dagli austriaci in ritirata nel 1917, i pezzi si dispersero ad ampio raggio per tutto l’altipiano. Ma la cosa che più colpisce quassù è il silenzio, rotto dai sibili del vento che sfiora i resti di quell’ultima guerra, combattuta con trincee e prima linea, ma la prima ad utilizzare la chimica. Tra antico e moderno il pensiero non può che correre ai successivi conflitti, dove la strategia impone i civili come obiettivo e le divise, ironia della parola, sono tutte unite. Una speranza porta il vento, che presto non si debbano più sistemare parchi della memoria e che un futuro tranquillo parco prepari ad una serena pace.