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Terra Dolomitica


By ddm - Posted on 15 February 2010

Chi entra a Lozzo proveniente da Domegge si trova sulla sinistra, incombente sul torrente rio Rin, una costa rovinosa ed oggi ordinata a terrazze: è il Revìs. Repulsivo e poco invitante si rivela determinante per la conoscenza della storia geologica dell’intera regione. Si tratta infatti di depositi salini, chiari e farinosi, formatisi in una fase in cui il mare iniziava a lambire il basamento composto da rocce, e loro derivati, che sostiene oggi le Dolomiti.

Lagune salate e quieti golfi marini componevano il paesaggio su cui si formarono e si svilupparono forme di vita con un primitivo scheletro o conchiglie calcaree. Per milioni di anni nasceranno, cresceranno e moriranno depositandosi sui fondali a formare nuove rocce: i calcari e le dolomie. Proseguendo a monte dell’abitato e seguendo la carrozzabile per il Pian dei Buoi si giunge al culmine di una dorsale formata da rocce composte da sabbie fluviali e marine, le arenarie, spinte fin quassù dalla collisione tra continente africano e piattaforma europea.

Ma la vera sorpresa si trova poco più sopra, ad occidente infatti compare la processione di guglie del Monte Ciarìdo, propaggine orientale del Gruppo delle Marmarole, il più esteso gruppo dolomitico delle Alpi, il più selvaggio. E le sorprese non finiscono ancora, salendo infatti facilmente la vetta del Col Vidàl, tra le rovine del Forte, ci accorgiamo di essere al centro della più grande raccolta di cime dolomitiche, tutte comprese nella provincia bellunese e concentrate nel settore cadorino.