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Il bestiame - Le bestie


By ddm - Posted on 19 February 2010

La stalla per i vari animali
Nella stalla, oltre alle vace, vi sostano anche le ciaure e le fede; in taluni casi questi animali sono accostati l'uno all'altro, altre volte invece sono separati da una paretina di tavole di legno alta circa 1,50 m, altre volte ancora sistemati nella parte opposta della cianà dele vace.

Il lavoro nella stalla
Di regola si va in stalla a governare il bestiame (guarnà) due volte al giorno, alla mattina e alla sera. Nel periodo estivo si inizia alle 5 del mattino e intorno alle 17.30, durante l'inverno invece alle 5.30 - 6 del mattino e alle 4 - 4.30 della sera. Appena entrati nella stalla si dà alle bestie una bracciata di fieno di prima falciata (brazo de fién), si pulisce la lettiera e si porta il letame in concimaia (portà fora de stala).

Alle bestie viene poi somministrato il beverón; mentre la vacia mangia l beverón si procede alla sua mungitura (monde).
Se a governare il bestiame concorrono più persone, una fra queste, alla fine della mungitura, si reca in latteria portando il latte appena munto; nel caso di una sola persona, la stessa si reca in latteria e poi torna immediatamente nella stalla per ultimare le operazioni. Dopo la mungitura alla vacia viene dato un altro brazo de fien seguito da un piccolo brazo de autivoi; infine l'acqua.

Vitelli, capretti, agnelli
La vacia viene portata dal toro quando va in calore e ciò lo si deduce dal comportamento nervoso e insofferente dell'animale, la vacia mateea. Dopo nove mesi di gravidanza nasce il vitello; in questo periodo l'animale diminuisce sempre più la quantità di latte prodotto fino ad esaurirla completamente all'approssimarsi del parto.

Le pecore e le capre partoriscono invece dopo 5 mesi di gravidanza. Particolare curioso è che se il parto è stato difficile, e l'animale risulta sfinito, gli viene somministrato del caffè con vino oppure del pane inzuppato nel vino. Generalmente si sceglie di far partorire le vace nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, le fede e le ciaure invece nei primi mesi dell'anno (febbraio o marzo); infatti l'agnello e il capretto, come è consuetudine, viene mangiato a Pasqua.

Quando la vacia partorisce al vedèl, si va nella stalla una volta in più, precisamente a mezzogiorno dando alla mucca un po' di fien, al beveron e l aga in dosi ridotte rispetto agli altri pasti; il vitello invece succhia il latte dalla madre (tetonà). Il vitello viene lasciato con la madre per circa 15-20 giorni per essere poi venduto; talvolta, in presenza di una vitella di ottima costituzione, la stessa viene allevata per dare il ricambio alla madre.  Dopo il parto non si può, per almeno 10 giorni, portare il latte in latteria, essendo la duissa giallognola. La quantità di latte che resta dopo che il vitello ha mangiato, viene usato in casa per fare la peta o i pestariéi con la duissa o altri tipi di dolci. Anche le capre e le pecore vengono guarnade come le vàacie, ma naturalmente mangiano una quantità minore di fieno e di beveron.

Le ciaure vengono munte contrariamente alle pecore allevate solamente per la lana e per l'agnello. Il latte di capra viene adoperato per i bisogni di casa in quanto è proibito portarlo in latteria o ancor peggio mescolarlo con quello di mucca; qualcuno lo porta invece in una latteria privata (da Bepi dele fede o da chi dei Zerve).  Le pecore vengono tosate due volte all'anno, una prima volta in primavera e una in autunno quando scendono dalla montagna; la lana viene poi lavorata in casa.
 

Inte stala: vace, ciaure e fede
Nte stala, apede a le vace, stasea ciaure e fede, calche ota dute nsieme o divise da n batel de tole de len auto ntorno al metro e medo. Nte autre parte le ciaure e le fede le vegnia betude de fronte al cianà de le vace.

Al laoro nte stala
Se dea nte stala guarnà doi ote al di. D istade a le 5 de la bonora e a le zinche e meda dadasiera. D inverno a le 5.30 - 6.00 de la bonora e ale  16 - 16.30 dadasiera. Apena ruade se dasea a le bestie n brazo de fien fresco, daspò se netea la letiera e se portea la borba fora de stala. Netada la stala, se dasea ale bestie al beveon e ntanto che la vacia magnea se tachea a mondela. Apena finiù de monde la vacia se portea l late a la lataria dorando doi sege e n zanpedon o al vas de l late. Se tornea daspó nte stala par finì i laore, dà a la vacia n autro  brazo de fién e n brazo de autivói. A la fin vien dada l aga.

Vediei, cauret e agnei
La vacia vien portada a montà cuanche la va n calor: lo se capisse parché la é nervosa e se dis che “la vacia mateea”. Daspò 9 mes nasse al vedel. Nte chesto tenpo la vacia produse senpre manco late.  Le fede e le ciaure le fà daspó 5 mes. Na ota, se usea dà a le bestie, daspó che le avea fato café co l vin o pan e vin. Se usea fei fei ale vace nte i mes de otobre, novenbre o dicenbre. Par le ciaure e le fede se preferia i primi mes de l an par podé magnà agnel o cauret a Pasca.

Cuanche la vacia à avesto al vedel, se va nte stala anche a medodì par portà a la vacia al fien, al beveron e l aga  ntanto che al vedel al tetonea. Al vedel vien lasou apede la mare par 15-20 dì e po al vien vendesto. Calche ota, cuanche l é forte e bel, al vien tegnesto apede la vacia. Cuanche la vacia à fato no se puó portà al late (la duissa) nte lataria par almanco 10 dì. Chel che resta daspó che al vedel à magnou vien dorou inte ciasa par fei la peta o i pestarièi. Ciaure e fede vien guarnade come le vace, ma le magna manco fien e beveron.

Le ciaure le vien mondeste par la ciasa e no se podea portà al so late nte lataria. Se se volea fei formai de ciaura se dovea portà al late da Bepi de le fede o da chi dei Zerve. Le fede le vegnia tegneste par la lana e par i agniei, le vegnia tondide doi ote al an, da l insuda e d autono e la lana la vegnia laurada nte ciasa.