You are hereStoria e Guida turistica di Lozzo di Ezio Baldovin (1931) / Gite ed escursioni nel territorio del comune
Gite ed escursioni nel territorio del comune
Se la posizione dell'abitato, chiuso in troppo breve spazio quasi a fondo valle, non è artisticamente felice, il territorio del Comune risponde benissimo ai bisogni di una sana villeggiatura, per la bontà del clima, per l'abbondanza ed eccellenza delle acque, per la varietà del paesaggio. Il forestiero cui non mancano le comodità di un piccolo centro, vi può godere il più beato soggiorno, fatto di quiete, di riposo e di deliziose passeggiate attraverso i prati smaltati di fiori, fra le ombre del bosco “da lunghi odorante”; di facili escursioni che offrono la visione solenne del paesaggio cadorino; oppure di ardite ascensioni “su le dentate scintillanti vette”nei “silenzi de l’effuso azzurro azzurro”.
Dai prati di smeraldo e dai campi ubertosi in prossimità del Piave ad un altitudine di soli 720metri, si sale infatti con dolce graduazione di tinte tra la flora più diversa, ai nudi pascoli alpini (m. 1700) che sanno l’eterna pace pastorale, e alle celebrate Marmarole “care al Vecelio” (m. 2900). Delle molteplici gite ed ascensioni possibili da Lozzo, diremmo soltanto le principali e più consigliabili per la maggior parte dei villeggianti.
Sarà una semplice esposizione di itinerari, senza impressioni e giudizi, che riuscirebbero soggettivi, impari sempre alla maestà della natura e tali da sminuire il godimento nel visitatore, che dev’essere spoglio da ogni prevenzione.
1 - A Loreto, alle Sorgenti Pianizzole e a Sottopiana (30-40 minuti)
Dalla piazza IV Novembre, per la strada militare Col Vidal, fiancheggiata da giovani ippocastani e provveduta di panchine. Raggiunto il bosco, dove la militare fa una stretta, o proseguire sul piano presso la cava e quindi scendere sul viale del Santuario. Visitare la chiesa (pag. 19). Pochi metri più innanzi osservare i solchi profondi nella viva roccia sul piano della via preromana, e, prima di giungere al rivoletto scorrente in un vallone, la Chiusa di Lozzo, ove esisteva anticamente un fortilizio (pag. 14). Più avanti ancora, sentiero che conduce a Sottopiana, amena posizione presso il Piave.
2 - Ai Tre Ponti (minuti 30 da Loreto) Cornon e Molenies
Continuando sulla via precedente, assai comoda e piana, s’attraversa un pendio franoso per un sentiero in qualche punto talvolta difficile (la Ruoiba) e si riprende la strada fra ameni prati fino ad un minuscolo torrente. Discendendo a destra si giunge subito ai Treponti. Di questi, solo due esistono, e non certo quelli che diedero il nome alla località. Il principale attraversa il Piave a m. 32 dal fondo con un arco di 50 m. di luce e venne costruito nel 1923. Prima della guerra un’unica gigantesca costruzione a forma di Y tutta in pietra viva costituiva un insieme artistico e suggestivo. Fu minata dal nostro Esercito il 7 novembre 1917. Il bosco stendentesi nel vasto triangolo formato dalla confluenza del Piave con l’Ansiei, di proprietà della Comunità Cadorina ed in parte della ditta Angelo Barnabò di Auronzo che vi ha costruito uno stabilimento balneare (sorgenti ferruginose, sulfuree, magnesiache) e un villaggio alpino, fu distrutto nel 1917 dagli Austriaci. Qui la leggenda, non confortata dalla storia, vuole esistesse la città di Agonia che, distrutta da Attila, avrebbe lasciato il nome alla località: Gogna. Presso un capo del ponte principale un cippo ricorda il glorioso fatto d’armi qui avvenuto (pag. 60):
1866
14 AGOSTO
LE BANDE ARMATE
E POPOLANI
NEMICO INVADENTE
ARRESTARONO
Attraverso il torrente suddetto e proseguendo in salita, si giunge in breve alle deliziose, incantevoli località di Cornon e Molenies, da dove in pochi minuti si può comodamente arrivare alle cascate e alle sorgenti di Faè.
3 - A le Spesse
Da Piazza VI Novembre per la strada militare che presso il bosco di Loreto ripiega in stretto girone, corre per ripide falde erbose prima, poi con larga ansa presso la località dov’esisteva la borgata Sale (pag. 6), segue lo sviluppo del paese, giunge a Val, attraverso il saltellante rivo, e prosegue di nuovo incavata in forte declino per giungere ai piani di Le Spesse, già stazione bassa della teleferica di Col Vidal(min 40). Vi si può giungere in 10 minuti per la via che della chiesa di S. Rocco nella borgata Prou sale poco discosta dal Rin. In questi piani esisteva il primitivo villaggio di Lozzo, sepolto da una frana (pag. 24). Poco più a nord, con incastratavi la strada militare, la Costa de Tamber (pag. 24).
4 - Per i Colonièi, d’Aosto, Pra Pian e Revis.
Dalla nazionale Lozzo-Domegge. Appena passato il ponte sul Rin, sotto Revis, prendere il sentiero che sale a destra. E’ la Riva de le Vace, e con dolci pendenze conduce, sempre in vista ad ampio panorama, a Valgrande, Anteazze e ai Colonièi (minuti 30), di dove si può salire in venti 20 minuti a Pian de Pagonèi (m. 940); da qui in minuti 15 per mulattiera d’altopiano d’Aosto (m.1101) e in altri 15 minuti a Pra Pian (m. 1272). Da Riva de le Vace si può in breve giungere a Pian di Revis (m. 871) di dive si gode la vista di vasto e splendido panorama.
5 - A Larieto, Pra Pian e d’Aosto.
Dalla chiesa di S. Rocco, tenendo sempre la sinistra parallelamente prima al Rin, e poi attraversandolo (la via si diparte dalla principale presso un casello dell’acquedotto). Salire per ripida strada passando vicino al Crepo de le Anguane ( il crepo, cioè il sasso enorme, c’è ancora, ma le anguane1 pare non ci siano più) fino ad un vasto pianoro discretamente arborato (minuti 30). Sono i piani di Larieto (m. 1101), ricchi di prati e di silenzio, dai quali agevolmente si può salire l’erta per giungere in 30 minuti a Pra Pian (m. 1272) o proseguire, fiancheggiando il dorso del monte, per d’Aosto (15 minuti, m. 1101). Pare che questa via fosse la continuazione della preromana che passa per Loreto.
6 - A Pian dei Buoi (m. 1768)
E’ “la monte per eccellenza, nota per l’incanto delle sue bellezze panoramiche, e meritevole perciò delle maggiori attenzioni da parte delle istituzioni sportive.
Il visitatore vi trova cortese, sebbene in apparenza assai rusticana, ospitalità nelle casere, o, nel tempo della falciatura, nei numerosi fienili. Nelle casere perciò è impossibile il pernottamento mancandovi ancora ogni attrezzatura che risponda a tale scopo. Alla malga delle vacche non accettare latte freddo; a quella delle pecore procurarsi il piacere di assaggiare la puina chiedendone al casaro della... sua, ché altrimenti lo si metterebbe in serio imbarazzo. Trattenervisi un poco anche per la conoscenza dei caratteristici personaggi e del loro tenore di vita. Vi si accede per vie diverse:
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Per rotabile militare da Piazza IV Novembre (Km. 18), a frequenti giorni, in zona poco esposta, si arriva al Ricovero di Sora Crepa, di dove si prosegue per carreggiabile passando di fianco al Rifugio Pellegrini, per giungere, dopo lieve discesa, nei pressi della Casera delle pecore (Casera de le fede),sul magro pendio erboso che ha dato impropriamente il nome a tutta la zona: Pian dei Buoi.
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Per mulattiera dalla chiesa di S. Rocco. Al primo crocevia (Manadoira) proseguire a sinistra, fiancheggiando a qualche distanza il Rin. Al secondo crocevia prendere la sinistra e al terzo la destra, che in località Naro si inoltra in direzione della spaccatura di Mizzoi per ripiegare tortuosamente dal fondo valle sul costone di sinistra e raggiungere la rotabile militare proveniente dalla base di Mizzoi, presso i fienili di roncole (m. 1013). Proseguire poco più oltre per la mulattiera che devia a sinistra avvicinandosi alquanto al rio Rodolesco (un sentiero di 10 minuti conduce a buona sorgente, presso il letto del torrente) per poi staccarsene, attraverso due volte la militare, correndo al lato sinistro nelle località Vertafedera e Campo di Croce, fino al ricovero di Sora Crepa e continuando come è detto alla lettera a).
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Per mulattiera, della chiesa de S .Rocco. Alla Manadoira (primo crocevia) prendere la destra che sale accanto ad un rivoletto fino alle sue sorgenti in Val, ripiega poco più oltre a destra col nome di Riva del Sabbion, per continuare fra crepacci e boschetti a faggio prima, fra prati arborati poi, dominando un vastissimo, imponente panorama. (Da Polesin, e cioè dai primi fienili che si presentano in prossimità della strada, un sentiero a destra conduce in 10 minuti a ottima sorgente; non se ne trovano altre prima di giungere alla meta). Attraversati così Pian d’Adamo (m. 1425) e Val di Quòilo (m. 1560), presso gli ultimi fienili, da dove la natura del suolo si fa più brulla e selvaggia. Proseguire fra crepacci e rade macchie di mugo fino a raggiungere la rotabile militare (m. 1826) presso l’ex stazione alta della teleferica proveniente dalle Spesse. Da qui scendere per il vallone in vista della Casera delle Pecore(Pian dei Buoi) costeggiando il volle Cervera (m. 1919). Si giunge così in pochi minuti alla Casera delle armente (Casera del le vace). Consigliabile di buon mattino, o con cielo al quanto coperto (ore 3 1/2).
Da Pian dei Buoi
sono possibili varie gite facili, dilettevoli ed interessanti:
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Al Col Vidal (m. 1741), già zona fortificata, seguendo a ritroso la via indicata nella lettera c) sino l’ex stazione della teleferica, e qui seguitando in discesa per la militare in direzione di nord-est (minuti 40).
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Alle Sepolture e Col Cervera. Prima di raggiungere il Rifugio Pellegrini sulla via per Sora Crepa, prendere a sinistra per mulattiera fra i mughi, salire per la vetta più elevata (Cervera, m. 1919) e discendere verso est sulla rotabile militare (minuti 20). Ritornare per la casera delle armente o, con giro più lungo ma più comodo e interessante, per la militare di Sora Mizzoi prima (direzione sud-ovest) e poi per la mulattiera di Sora Crepa.
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A Casera Confin, Colle S.Pietro e Rifugio Chiggiato. Per mulattiera che in direzione sud-ovest corre parallelamente alle creste di Ciastelin, prima con leggera discesa e poi con lieve salita. Poco prima del colle S. Pietro (1855) la Casera Baion di proprietà del Comune di Domegge (minuti 30). Da qui in 50 minuti, procedendo verso ovest e poi verso sud, per i sentieri che solcano la Val dei Peroi, si giunge alla Casera Ajeron, e al rifugio Chiggiato sul Monte Pianezze (m. 1952).
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Al Pian de Paradìs. Il nome è la migliore presentazione del luogo, sebbene non indicato dalle comuni carte topografiche, che, col nome di Artù (Touring Club It.) o di S. Lorenzo (Berti: Le Dolomiti Orientali), segnando tuttavia la Torre prossima (m. 2040). Salire per mulattiera verso le più prossime propaggino delle Marmarole (M. Ciareido o Croda di S. Lorenzo m. 2450) fino al Ricovero di Ciareido; piegare poi, sempre per facile mulattiera, a destra, cioè verso nord, attraverso a pendio prima erboso ed a mughi, poi ghiaioso (minuti 30). Non sempre la strada è ben tenuta; prudente è quindi avere le scarpe ferrate e piccozzini. Chi non può soffrire le altezze non si avventuri per tale luogo, ché potrebbe sminuire in lui l’ossequio al suo nome.
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Alle forcelle e alle vette del Sottogruppo del Ciastelin. - Alle prime si può facilmente arrivare, mentre soltanto i pratici scalatori possono tentare le seconde, alle quali sono legati i nomi di L. Darmsradter e dei fratelli Fanton.
Ritorno da Pian dei Buoi
Le vie più comode e brevi sono indicate per la salita; a queste, due principali si possono aggiungere:
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Per Auronzo. - Dalla Casera delle pecore per mulattiera che con leggera pendenza scende fra prati e macchie d’abeti. Tenere la sinistra fino ai Casoni di Valsalega e continuare sulla stessa via che corre dapprima a dritta del Rio di Valsalega per scostarsi presto e scendere su costa fittamente alberata e raggiungere il Ponte de Malon sull’Ansiei ad Auronzo (ore 1 1/2).
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Per Val Vedessana, Calalzo e Domegge. - Raggiunto Colle S.Pietro (prender lettera c), scendere per la stessa mulattiera a sinistra della Croda de la Madonna (1749), tenendo sempre la destra, passante sotto, a sud, per riprendere poco dopo a larghi e numerosi giri la discesa lungo la Cresta dell’Erba. Attraverso il torrente e continuando alla sua diritta, a lieve distanza, fino a toccare nuovamente il fondo valle ai Fienili de la Stua (1125) e prendere la caratteristica militare che, seguendo ora a un lato ora all’altro il Rio Vedessana, s’allaccia alla rotabile proveniente da Calalzo (ore 3).
Gite ed Escursioni Fuori del Comune.
Per la sua posizione centrale, Lozzo si presta anche per interessanti escursioni fuori del suo territorio. Citiamo quello in Oltrepiave.
A Pelos: la grandiosa centrale elettrica; la chiesa di S. Bernardino de XV secolo con buoni dipinti.
A Vigo: La Biblioteca Cadorina fondata dal Prof. Ronzon e arricchita dal Rev. Don Pietro Da Ronco; la chiesetta di S. Orsola del 1334, monumento nazionale; la Chiesetta della Difesa, eretta nel 1512 per il voto fatto dagli abitanti del luogo alla Vergine perché li difendesse dai tedeschi; La Parrocchiale di S. Martino con pregevoli dipinti e la pala in legno di Gesù del Besarel.
A Laggio: nei piani di Salagona la chiesetta di S. Margerita, la più antica della Diocesi, probabilmente del XIII secolo. Da Laggio scendere alla borgata Pinié ai piedi del Tudaio, presso il Piave, e quindi per i Tre Ponti a Lozzo. Interessante e facile la salita al Tudaio (m. 2279) che al visitatore offre il godimento di un panorama grandioso e dovizia di stalle alpine (da Pinié ore 5).
In comune di Lorenzago: preziosi oggetti sacri e cimeli storici nella Parrocchiale. Gita al Passo del Mauria e alle sorgenti del Tagliamento. Belle ascensioni al Gruppo del Cridola.
1 Simili alle streghe e alle erbere, le anguane erano donne alle quali l’ignoranza popolare “attribuiva il potere di operare cose meravigliose, per lo più malefiche, fuor dell’ordine della natura, mediante l’assistenza di demoni ...