Demografia


By ddm - Posted on 18 February 2010

Lozzo, dopo il dominio romano, non fu mai fra i maggiori centri del Cadore. Tuttavia si può dire con sicurezza che il suo sviluppo demografico fu, attraverso i secoli, più continuo e rapido di quello dei paesi vicini. Poco dopo il mille era popolato tanto poco da non poter avere un proprio sacerdote; e quando nel 1930 si separò dalla matrice di Vigo, a sede della nuova curazia fu scelta Lorenzago, allora evidentemente più grande. I capifamiglia nel 1526 erano appena 45, e la popolazione si può arguire s’aggirasse intorno ai 400 abitanti, saliti a circa 500 nel ‘583, a 600 un secolo dopo, a 743 nel ‘764, a 1070 nel’812, a 1599 nell’854, a 2009 nel ‘921, e ritornati ora a 1764 per la forte emigrazione nel decorso decennio.

 

I cognomi

Benemeriti educatoriFino al quattordicesimo secolo, non esistevano i cognomi per distinguere fra loro le famiglie. La necessità di usarli era poi qui meno sentita che altrove, sia per il numero esiguo di abitanti, come per gli ostacoli che ogni Regola opponeva a qualsiasi tentativo d’infiltrazione di elementi forestieri, considerati degli intrusi o tutt’al più dei tollerati. Questi infatti erano tenuti a pagare ulteriormente una tassa, variabile, stabilita dalle faule; mentre un ingente somma dovevano versare coloro che venivano ammessi a far parte della Regola, cioè a godere di tutti i benefici dei regolieri.

Si distinguevano in un primo tempo le persone, così nell’uso comune come negli altri scritti, facendo seguire al loro nome proprio quello del padre o della madre, il nome della località abitata o del mestiere esercitato dal genitore, ecc. Questi prenomi o soprannomi, a molti dei quali si aggiungevano le preposizioni de, da o del, divennero poi altrettanti cognomi, talvolta con qualche variante. Ben 19 se ne contavano nel ‘400; di essi solo 11 sopravvivono e ricorrono oggi con tale frequenza da richiedere l'ausilio di nuovi soprannomi o nomignoli, i quali devono la loro origine alle più svariate cause, e riescono sovente sgraditi a chi, suo malgrado, li deve tramandare ai posteri.

Più antiche famiglie originarie di Lozzo debbono ritenersi le seguenti: Baldovin, Borca, Calligaro, Da Pra, De Diana, Del Favero, De Meio, Grandelis, Laguna, Piazza e Zanella. Più tardi si ebbero:

  • Marta - stabilitasi a Lozzo verso il ‘630, originaria del Comelico;

  • De Martin - proveniente da Pelos (1646) e ammessa nella Regola di Lozzo nel ‘678 versato il pagamento di lire venete ottocento;

  • Zanetti - ramo della famiglia Zanetto di Laggio, staccatasi nel 1646 e ammessa nella Regola;

  • Lovarini - proveniente dal bergamasco (Gandino), ammessa ad abitare in Cadore nel ‘708;

  • Barnabò - proveniente da Valle di Cadore (1755)

  • Poclener - da Sesto (Bolzano) nel ‘797;

  • Fabrizio - da Clauzetto;

  • Pellegrini - da Rocca Pietore nell’Agordino, nel ‘876;

  • Fabiani - da Rocca Pietore, nell’884.

Altre famiglie si sono introdotte nel decorso trentennio, cosicché i cognomi sono al presente 271.

 

Segni di casa e node

Lozzo: panorama generale, la Val Longiarin e le Marmarole (Foto Gerardini)Ad ogni regoliere era attribuito un segno particolare, detto di casa, da incidere sugli alberi, sui tronchi, e sui mobili e da ricamare sui capi di biancheria. Non aveva nulla di affine agli stemmi gentilizi, né per forma, né per significato; ma rispondeva in modo semplice al bisogno di contrassegnare e riconoscere facilmente la proprietà, anche senza l’uso poco pratico dei nomi o delle loro iniziali, in un epoca in cui frequenti erano le omonime, e l’alfabeto patrimonio dei meno.

La proprietà comunale era segnata con la X, e quella dei comunisti mediante alterazioni o complicazioni dello stesso segno, resosi man mano più difficile col formarsi di nuove famiglie. A distinguere i capi di bestiame (capre, pecore, vitelli e manzi) ogni casa usava una particolare noda, consistente nel taglio semplice o multiplo in una determinata parte d’uno o di tutt’e gli orecchi dell’animale, nella asportazione d’una piccola loro parte con taglio rettilineo, o infine con due o più di tali operazioni. Per la conservazione dei segni di casa e delle node, la Regola e i suoi componenti avevano ogni cura, come di cosa sacra, ed ancor oggi molte sono le famiglie che ne fanno uso con giusto orgoglio e con lodevole attaccamento alle secolari memorie.

 

 

1 I soprannomi sono ormai tanto numerosi da arrivare a 19 per il cognome Calligaro, a 20 per lo Zanella e a 23 per il Da Pra. Cognomi antichi scomparsi sono: Franceschini, Gnes o de Agnese, De Tadìo, de Cerdone, del Vescovo, della STua, de Celei, del Fetter.