You are herePieghevole degli "Anelli e Vie di Lozzo di Cadore"
Pieghevole degli "Anelli e Vie di Lozzo di Cadore"
I sentieri dimenticati salvaguardati dall’abbandono, accanto agli Anelli e Vie, ai sentieri CAI, alle vecchie mulattiere militari, costituiscono una rete di vie dove si possono ancora percepire gli echi di un antico camminare. Non esiste un altro luogo in Italia in cui il salvataggio dall’abbandono dell’antica rete sentieristica si sia spinto al grado di completezza raggiunto qui a Lozzo.
Avvertenze di carattere generale
Nel territorio di Lozzo di Cadore la rete sentieristica è divisa in tre grandi categorie contraddistinte da altrettanti segnavia (in seguito abbreviati in sv.): sentieri alpini regionali (conosciuti anche come sentieri CAI) (sv. bianco-rosso), Anelli e Vie (sv. bianco-verde), Sentieri Minori (sv. gialloblu). L’insieme di questi tre grandi raggruppamenti costituisce il Parco Sentieristico Terre Alte di Lozzo di Cadore. L’escursionista può quindi contare su una rete di percorsi che raggiunge la lunghezza, considerando anche quelli del Cammina-Lozzo, di 140 km (CAI 29 km, Anelli e Vie 56 Km, Sentieri Antichi Minori 33 km).
Questa pubblicazione descrive sommariamente l’insieme di sentieri denominati Anelli e Vie di Lozzo di Cadore. Ogni percorso ha proprie caratteristiche naturalistiche e presenta difficoltà variabili che vanno considerate con attenzione. Nella cartina infatti, l’escursionista troverà le informazioni salienti sui singoli percorsi; raccomandiamo di fare attenzione all’indicazione delle difficoltà dei vari tratti e di non sottovalutare nessun percorso, anche quelli che per la loro breve lunghezza potrebbero apparire più facili. In generale gli itinerari proposti vanno considerati di difficoltà E (per escursionisti). In montagna bisogna essere, più che altrove, responsabili.
Anello dei casoni (sv. 4)
Luogo di partenza: Altopiano di Pian dei Buoi, raggiungibile in auto su strada a singola corsia asfaltata (strada bianca nell’ultimo chilometro) denominata Strada del Genio; nei mesi estivi l’accesso è facilitato dal senso alternato di marcia (consultare gli orari all’ufficio turistico o sul sito www.lozzodicadore.org). Lunghezza: 9 km circa; dislivello in salita: 625 m. L’anello permette di visitare in sequenza i vecchi casoni di proprietà comunale utilizzati durante la monticazione o come base d’appoggio per lavori boschivi; il primo incontro è con la Casera dele Vace (armente), a seguire i casoni di Ciampeviei, Valsalega, Forzela Basa, Valdazene. Dalla partenza fino a prima di inoltrarsi nel bosco di Somòl ci fanno compagnia, fra le Dolomiti d’Ansiei, le Tre Cime di Lavaredo.
Anello del sole (sv. 5)
Luogo di partenza: località Niante Aze, appena fuori del paese; raggiungibile in auto uscendo in direzione Domegge e svoltando a destra appena prima di immettersi sulla statale, oppure a piedi seguendo la “strada dele vace”. Lunghezza: 3 km circa; dislivello in salita: 250 m. L’anello sale dolcemente verso il lago di D’Aosto, oggi ridotto a palude, luogo in ogni caso denso di fascino. Lungo il percorso sono evidenti gli affiornamenti di rocce evaporitiche (gessi) che proprio a Lozzo raggiungono il massimo spessore rispetto al resto della regione dolomitica. Nel primo tratto di salita si nota la presenza del pino e del ginepro, alternate ai larici ed abeti rossi. Il sottobosco è ricchissimo di erica. Poco dopo il lago si apre alle nostre spalle un insolito panorama sugli Spalti di Toro.
Anello dei faggi (sv. 8)
Luogo di partenza: sul “tornichè” (tornante) delle Spese appena sopra il paese, un centinaio di metri prima del bivio tra la Strada del Genio e quella della Val Longiarìn; il primo breve tratto è in comune con l’Anello delle Aquile (sv. 16). Lunghezza: 5 km circa; dislivello in salita: 650 m; l’attraversamento delle Pale de Costabrén, anche se erbose, risulta piuttosto impegnativo. La parte centrale tanto della salita quanto della discesa è immersa in un bellissimo bosco di faggi molto suggestivo durante l’autunno. Le Pale di Costabren, già segnalate come impegnative in quanto molto ripide, erano falciate dai nostri nonni che spesso si dovevano legare agli allora pochi alberi per non scivolare a valle.
Anello di Soracrode (sv. 11)
Luogo di partenza: in località Costa, lungo la Strada del Genio appena sopra il paese. Lunghezza: 3 km circa; dislivello in salita: 480 m. Percorso corto ma impegnativo perché nel primo tratto la salita di Costa Mula è piuttosto ripida. Inoltre, lungo la traversata di Soracrode e le Pale di Fontana, il tracciato sul terreno può essere, in relazione al periodo in cui si svolge l’escursione, lievemente camuffato dalla crescita dell’erba. La salita si svolge in mezzo ai faggi, la traversata in un bosco misto a prevalenza di larice, la discesa si fa in compagnia dei pini fino a rituffarsi nel bosco di abete rosso. Da Soracrode si gode un ottimo panorama sul paese di Lozzo e sulle montagne circostanti; in particolare si ha bene in evidenza la cordonata di monti che dal Miaron va a spegnersi a sud ovest nella seminascosta punta del Duranno.
Anello di Valzalina (sv. 13)
Luogo di partenza: lungo la strada della Val Longiarìn all’imbocco della Valzalìna, in questo punto più propriamente Val Ciarnèra, poco prima del ponticello di Vialona che permette di superare il corso del torrente Rio Rin. Lunghezza: 3,8 km circa; dislivello in salita: 580 m. Valzalina è una valle piuttosto selvaggia, esposta a nord quindi fresca anche durante la stagione estiva. Il non grande dislivello viene superato da un “breve” tratto di salita risultando quindi piuttosto ripido. Ad un terzo della salita è segnata una breve deviazione che conduce al Ciampani de Valzalina, punto panoramico di grande suggestione. La vegetazione è composta prevalentemente da abete rosso con presenza di abete bianco; ben rappresentato è il sottobosco a megaforbieto. Interessantissima la calchera che si incontra a fine salita.
Anello “Troi dele ciaure” (sv. 14)
Luogo di partenza: in località Pianizòle in corrispondenza del primo tornante della Strada del Genio dove ha inizio anche il sentiero botanico Tita Póa. Lunghezza: 4 km circa; dislivello: 380 m; si incontra un breve passaggio su roccia affiorante sul fianco della Croda della Cengia che presenta una buona scalinatura naturale. L’anello segue il percorso che veniva anticamente utilizzato per portare le capre al pascolo nella zona di Cornón. Nel procedere si ha un susseguirsi di particolari ambienti vegetazionali che vanno dalla pecceta quasi pura (Vizza di Loreto), alla pineta con sottobosco di erica, ad una breve fascia a carpineto, alla faggeta, per arrivare a Cucagna dove si può osservare una bella popolazione di abeti bianchi.
Anello delle aquile (sv. 16)
Luogo di partenza: sul “torniché ” (tornante) delle Spese appena sopra il paese, un centinaio di metri prima del bivio tra la Strada del Genio e quella della Val Longiarìn (il primo breve tratto è in comune con l’Anello dei Faggi (sv. 8). Lunghezza: 5 km circa; dislivello in salita: 975 m; il tratto classificato nella cartina come EE (puntinato) risale i ripidi fianchi della antica frana di Mizói. L’anello permette di osservare da vicino diverse caratteristiche che compongono una zona franosa come la stratificazione gravimetrica del macereto, la dinamica erosiva, la vegetazione pioniera su terreni dinamici. Il sentiero, dalla fine del tratto EE fino a Vèrna è di grande panoramicità ripagando ampiamente dalla fatica spesa nella salita. Nel corso della facile discesa su mulattiera si incrocia più volte la Strada del Genio.
Anello del paradiso (sv. 28)
Luogo di partenza: Altopiano di Pian dei Buoi, raggiungibile in auto su strada a singola corsia asfaltata (strada bianca nell’ultimo chilometro) denominata Strada del Genio; nei mesi estivi l’accesso è facilitato dal senso alternato di marcia (consultare gli orari all’ufficio turistico o sul sito www.lozzodicadore.org). Lunghezza: 6 km circa; dislivello in salita: 550 m; sul percorso si deve superare un breve tratto attrezzato con fune metallica nella salita da Pomadonna a Pian de Paradìs. L’itinerario corre in comune dapprima al sentiero alpino CAI sv. 273 e poi, in seguito, al sv. 272. Anello di grande fascino per la presenza all’orizzonte di cime dolomitiche di straordinaria bellezza, prime fra tutte le Tre Cime di Lavaredo. Il panorama da Pian de Paradìs e poi dal rif. Ciaréido è assolutamente superbo.
Anello dei colli (sv. 33)
Luogo di partenza: Altopiano di Pian dei Buoi, raggiungibile in auto su strada a singola corsia asfaltata (strada bianca nell’ultimo chilometro) denominata Strada del Genio; nei mesi estivi l’accesso è facilitato dal senso alternato di marcia (consultare gli orari all’ufficio turistico o sul sito www.lozzodicadore.org). Lunghezza: 4,5 km circa; dislivello in salita: 100 m. Questo itinerario, che si svolge a cavallo dei colli che dal bivio dei Pelegrìni si spingono fino a Col Vidàl, rappresenta la spina dorsale da cui si snodano ivari percorsi all’interno del Parco della Memoria; tali percorsi permettono una visita puntuale ai vari sitistorici della Grande Guerra emersi in seguito ai lavori di ripristino previsti dal progetto Interreg III denominato “I luoghi della Grande Guerra in provincia di Belluno” che ha visto la partecipazione determinante (tuttora in corso) della Sez. di Lozzo di Cadore del Club Alpino Italiano.
Anello delle sorgenti (sv. 45)
Luogo di partenza: località Vara dela Scòla raggiungibile in auto passando il ponte di Cornón a Tre Ponti (3 km d’auto da Lozzo) e percorrendo la strada di Moleniés, asfaltata a tratti, fino alla fine (parcheggio). Da questo punto inizia anche l’Anello di Ciampeviei (sv. 69). Lunghezza: 2 km circa; dislivello in salita: 250 m. L’anello percorre la strada forestale di servizio all’acquedotto che alimenta il paese di Lozzo, arrivando alla cascatella di Faé. Da qui sale ripidamente affiancando la suggestiva e profonda forra creata dal rio Velèza, passando in un bosco a prevalenza di pino silvestre. Il breve tratto in quota, comune all’anello sv. 69, oltrepassa il torrente per poi iniziare l’erta discesa che ci porta alla presa principale della sorgente di Faé, la fonte principale che alimenta il nostro paese.
Anello dei forti (sv. 50)
Luogo di partenza: Col Vidàl, sull’ Altopiano di Pian dei Buoi, raggiungibile in auto su strada a singola corsia asfaltata (strada bianca negli ultimi 7 km) denominata Strada del Genio; nei mesi estivi l’accesso è facilitato dal senso alternato di marcia (consultare gli orari all’ufficio turistico o sul sito www.lozzodicadore.org). Lunghezza: 3 km circa; dislivello in salita: 130 m. Può costituire la naturale continuazione dell’Anello dei Colli (sv. 33) e prende avvio appena sopra il Forte Basso di Col Vidàl, lungo la strada militare di accesso all’areale denominato dei “cinque imbocchi”. Oltre al sistema fortificatorio costituito dalle gallerie, di cui si consiglia la visita solo agli imbocchi (le volte delle gallerie sono pericolanti) l’anello offre vari spunti di carattere paesaggistico e naturalistico.
Via dei silenzi (sv. 54)
Luogo di partenza: è anomalo rispetto ai restanti percorsi essendo situato a Pian d’Adamo, località in quota raggiungibile dopo un avvicinamento su sentiero, normalmente il sv. 268 CAI. Lunghezza: 3,5 km circa; dislivello in salita: 150 m. Non si tratta di un anello ma abbiamo scelto di inserirlo fra i percorsi degli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore perché costituisce una traversata di grande fascino in luoghi, Stamizói, Piavèrto e Pian de Ciasalì, pochissimo conosciuti e percorsi. Inoltre, una volta giunti a Pian d’Adamo, permette di raggiungere agevolmente il Cason di Ciampeviéi. Per quasi tutto il tragitto ci farà compagnia il blocco calcareo del monte Tudaio che si erge tozzo al di là del Piave e la sassosa Val de Ciarié che lo affianca e che culmina con il monte Schiavón.
Anello dei rondoi (sv. 63)
Luogo di partenza: in località Vialóna, lungo la strada della Val Longiarìn. Lunghezza: 7 km circa; dislivello in salita: 700 m. Il sentiero prende avvio da Vialóna e prosegue verso Dàsa, località un tempo completamente sfalciate per la produzione di fieno ed oggi invece completamente boscate. E’ incredibile passare tra questi grandi abeti e pensare che a solo qualche elegante larice veniva concesso, un tempo, il privilegio di crescere. La salita è abbastanza impegnativa e porta alla sommità della Croda dei Rondoi da cui si gode un esteso panorama sui monti che coronano l’altipiano di Pian dei Buoi. In breve ci si porta poi verso i Tabià dela Forzèla, un nucleo di edifici rurali che un tempo contava 20 unità, un piccolo paese insomma dedicato allo stivaggio del fieno ...
Via dell’altopiano (sv. 67)
Luogo di partenza: alla Manadóira, sopra la chiesa di S. Rocco nell’abitato della borgata di Pròu. Lunghezza: 4 km circa; dislivello in salita: 950 m. Insieme al sentiero sv. 268 di Quóilo, ma più frequentato perché più diretto, è la classica via di salita all’altipiano di Pian dei Buoi. Il percorso incrocia spesso la Strada del Genio, la carrozzabile costruita nel 1908 per permettere l’edificazione dei forti di Col Vidàl. Giunti a Ciampo de Crós basta alzare lo sguardo per vedere il monte Ciaréido emergere dalla balza rocciosa di Soracrepa. Una breve salita per giungere infine sull’altipiano dove si dispiega lo scenario dapprima sulle vette d’Oltrepiave per giungere poi al cospetto dell’Antelao e tuffarsi, oltrepassata la Forzelùta, sulle Dolomiti d’Ansiei e le Creste di Confine.
Anello di Ciampeviei (sv. 69)
Luogo di partenza: località Vara dela Scòla raggiungibile in auto passando il ponte di Cornon a Tre Ponti (3 km d’auto da Lozzo) e percorrendo la strada, asfaltata a tratti, fino alla fine (parcheggio). Da questo punto inizia anche l’Anello delle Sorgenti (sv. 45). Lunghezza: 6,5 km circa; dislivello in salita: 650 m. L’anello si inerpica lungo una vecchia mulattiera militare che collegava la zona di Velèza con una postazione di vedetta detta la casermetta. Di fronte a noi, durante la salita, la sagoma imponente del monte Tudaio. Alla fine della salita una deviazione verso Croda Bassa ci permette di godere di un estesissimo panorama sulla valle del Piave. Poco oltre incontriamo il Casone di Ciampeviei che dà il nome all’anello. Aspra e suggestiva la traversata che, oltrepassando il rio Velèza ci porta al faggeto del Masaré. Da qui scendiamo per tornare ai tabià di Velèza.