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Risposta a nostra interrogazione su aumento tariffario acqua mediante delibera ATO

E’ possibile prendere visione della risposta data alla nostra interrogazione sull’aumento tariffario per l’utilizzo dell’acqua, recentemente sottoposto a voto dai sindaci, che segue in calce l’articolo originario.

Questa volta il sindaco si è dilungato nella risposta, probabile segno che questa materia sia meglio conosciuta di altre. A noi pare che la stesura si possa equiparare ad un bel compitino svolto da qualche sudente dei primi 2-3 anni delle superiori, con tutte le implicazioni civiche di rito. Le motivazioni per le quali il Bim-Gsp si trova oggi nella situazione disperata e disastrata che conosciamo viene ricondotta al ruolo che avrebbe avuto l’ATO, al ruolo insomma sostenuto dai sindaci nella pietosa vicenda. La vicenda, è penoso anche riparlarne, riguarda sì l’AATO ed il suo comportamento, ma non va dimenticato, ed è questo l’elemento tragicomico, che i sindaci del Bim-Gsp chiedevano l’aumento a se stessi, stante il fatto che l’AATO era da loro specularmente composto. Controllato e controllore, occorre ripeterlo?, coincidono. Non un accenno, poi, alle altre varie modalità con cui la struttura poteva essere salvata senza tuttavia gravare in modo così netto sulle tasche della gente. Questo a nostro parere.

 

Interrogazione su aumento tariffario acqua mediante delibera ATO

Alla Amministrazione comunale di Lozzo di Cadore

INTERROGAZIONE SU AUMENTO TARIFFARIO ACQUA MEDIANTE DELIBERA ATO
Interrogazione con preghiera di risposta sollecita e in forma scritta.

I sottoscritti consiglieri di minoranza Calligaro Ivano, Marta Francesco;

visto l’art. 15 dello statuto comunale;

premesso che la situazione socio-economica in generale Italiana nostro malgrado non è delle migliori;

visto che tale situazione di crisi generalizzata sta colpendo anche il nostro territorio già provato da lunghi anni di impoverimento nel tessuto economico-produttivo, con progressiva perdita di posti di lavoro e massiccio accesso ad ammortizzatori sociali con relativa diminuzione dei redditi;

che la crisi in questi anni ha portato con sé anche un lento ma progressivo spopolamento dei nostri territori;

visto come ben si sa, che il costo della vita in montagna è molto più alto che altrove;

visto che a fronte di tale situazione vi dovrebbe essere una risposta corale delle amministrazioni affinchè la gente che è rimasta possa continuare a permanervi, con politiche dunque il più possibili incentivanti;

visto che l’Ato ha già deliberato un aumento annuale del 5% a valere per ogni singolo anno da qui al 2020;

visto che nell’ultima delibera dell’Ato si è deliberato un ulteriore aumento tariffario del 30% per l’acqua, che sembra all’opposto non incentivare ma penalizzare le persone, le famiglie che vivono nel nostro territorio con ulteriori costi;

visto che 16 comuni (tra cui i vicini Calalzo e Domegge) non hanno partecipato alla votazione in quanto assenti, che 2 si sono astenuti e che 4 hanno votato contro (tra i quali Cortina, Auronzo e Pieve) ;

 fatto salvo ci sia la piena legittimità di questo aumento tariffario;

 CHIEDONO

  • di spiegare quali sono i motivi che hanno spinto questa amministrazione, nella persona del sindaco, a votare a favore di questo aumento tarifarrio.

 

Lozzo di Cadore, 23 aprile 2012

Cordiali saluti.

 


aggiornamento:  11 giugno 2012
risposta-interrogazione su aumento tariffa acqua bim-gsp

Interrogazione sulle modalità di gestione della sorgente di Fraina (ripresentazione)

Alla Amministrazione comunale di Lozzo di Cadore

INTERROGAZIONE SORGENTE DI FRAINA

Interrogazione con preghiera di risposta sollecita e in forma scritta.

I sottoscritti consiglieri di minoranza Calligaro Ivano, Marta Francesco,

visto l’art. 15 dello statuto comunale;

premesso che le problematiche legate all’acquedotto di Fraina vanno ben al di là di una mera questione tecnica coinvolgendo, anche le modalità con cui questa amministrazione interpreta la gestione di un servizio pubblico pur di “nicchia”, divenendo quindi una questione politica di primaria importanza;

premesso che nella risposta ottenuta in data 14 marzo 2011 alla nostra interrogazione sulla sorgente di Fraina il Sindaco si avventura in una considerazione che ci appare platealmente risibile là dove dichiara che “Per le considerazioni sopra riportate rendono poco rilevanti le risposte ad alcuni quesiti posti nell’interrogazione”.

stabilito che non è certamente il sindaco – come invece è successo in questo maldestro tentativo di non dare risposta compiuta alla nostra interrogazione – a dover stabilire ciò che ha rilevanza o meno fra i contenuti, le richieste e domande da noi poste;

considerato che, come già espresso nella nostra mozione presentata il 13 aprile 2011 riguardante la sorgente Fraina, avevamo anticipato che le risposte non ci avevano soddisfatto;

rilevato che ci sembra quanto meno ridicolo il fatto che questa amministrazione non fosse a conoscenza, preventivamente, a capo di quale soggetto fosse posta la gestione dell’acquedotto di Fraina, rivelatosi essere l’amministrazione medesima;

rilevato anche che per addivenire a conoscenza di cotanta informazione ci sono voluti la bellezza di 70 giorni, cosa che non può certo rappresentare per codesta amministrazione motivo di vanto avendo essa messo in luce lacune di proporzioni preoccupanti;

sottolineato che la “vicina” recinzione di Confin cui il Sindaco fa cenno nella delibera consiliare n.14 del 29/06/2011 è posta fra i 2000 e i 2040 m slm, diversamente da quella di Fraina posta a circa 1850 m slm con tutto ciò che ne consegue come quantità di innevamento (cosa che si può verificare anche in primavera quando Fraina è accessibile mentre Confin è ancora sommersa), che la prima è posta su un pendio di notevole ripidità mentre la seconda è posta sostanzialmente sul piano, che le due tipologie di recinzione sono estremamente diverse, che in ogni caso non si hanno ricordi che la recinzione di Fraina sia mai stata rasa al suolo come nella circostanza cui noi facciamo riferimento, condizione questa che dovrebbe essere letta come aggravante rendendo l’interessamente dell’amministrazione ancor più sollecito;

chiedono

se l’amministrazione, in quanto gestore dell’acquedotto fosse già a conoscenza dello stato in cui versava e versa l’area di presa della sorgente;

se sia mai stato disposto un sopralluogo per la verifica di quanto a suo tempo denunciato;

se si sapere chi e con che titolo ha eseguito il sopralluogo;

se sia stata redatta una relazione;

se la Guardia Comunale è stata mandata (ad oggi) in ricognizione alla sorgente per verificarne lo stato;

se non è stata mandata vorremmo sapere quale sia la motivazione adottata da codesta amministrazione per non avvalersi della collaborazione e dei servizi facenti capo a codesta professionalità posta direttamente alle proprie dipendenze (che per inciso ci pare la prima a dover intervenire in casi come quello che stiamo analizzando);

di chiarire, indipendentemente dalle risposte che si vorranno dare al punto precedente, se per il prossimo futuro vi siano, allo stato, impedimenti particolari, di cui andrebbe specificata la natura, che si pongano come serio impedimento all’utilizzo della guardia comunale nel controllo di questa porzione del territorio (pertinenze della sorgente, sviluppo della rete distributiva);

se codesta amministrazione ha provveduto in passato a valutare possibili interventi di sistemazione delle pertinenze della sorgente, ivi copresa la recinzione di protezione della stessa;

se vi sono agli atti dell’amministrazione preventivi di spesa per la sistemazione della recinzione o altri interventi da fare alla sorgente;

quali sono gli ultimi interventi di manutenzione affidati al personale di codesta amministrazione o ad altro personale incaricato relativamente alle opere di presa o alla recinzione;

in quale periodo dell’anno si effettua la chiusura dell’acqua e la sua riapertura per alimentare la rete di distribuzione che fa capo alla sorgente di Fraina, chi sia l’incaricato, e se per svolgere questa mansione sia necessario recarsi alla sorgente;

di dare conto delle valutazioni igienico-sanitarie che vi siete impegnati ad effettuare periodicamente, producendone la relativa documentazione;

di chiarire, avendo questa informazione, a nostro parere, una non secondaria rilevanza in termini di sicurezza e igiene pubblica, se le utenze collegate all’acquedotto sono state portate a conoscenza che il medesimo è di tipo “rurale” e che quindi l’acqua da esso erogata deve essere ritenuta non potabile, allegando l’eventuale nota prodotta allo scopo;

di chiarire, in particolare, se codesta Amministrazione abbia messo al corrente i responsabili della gestione della Malga delle Armente, essendo questa struttura stabilmente aperta durante la stagione estiva, in modo tale che ne possano trarre le logiche conseguenze, allegando l’eventuale nota prodotta allo scopo;

Cordiali saluti.

Lozzo di Cadore, 07/09/2011

(presentata il 08/09/2011)

Campagna referendaria “l’acqua non si vende”

La campagna referendaria appoggiata anche da noi si è chiusa con un ottimo risultato,  1milione 400mila firme . Nella prossima primavera spetterà a noi cittadini ribadire questo risultato, andando a votare per il “SI”. Giova ricordare che come indicato dalla stesso comitato promotore, “l’acqua è un diritto e un bene essenziale”. Infatti giusto per riflettere la percentuale di acqua nel corpo di un bambino è del 59%, raggiungendo in un soggetto adulto una percentuale tra il 45% e il 65%, è chiaro dunque perchè sia considerata un “bene essenziale” . Troppo essenziale per lasciarlo in mano a persone che abbiano come unico obiettivo il profitto.  Complimenti al comitato promotore con l’auspicio che il referendum premi il vostro ammirevole impegno per un bene così fondamentale come l’acqua.