Ripresentazione interrogazione sul federalismo demaniale
Nel lontano 28 maggio del 2010 avevamo presentato l’interrogazione relativa alle conseguenze che l’applicazione del federalismo demaniale dovrebbe avere per la nostra comunità. Come sapete, nella risposta che ci venne data il Sindaco, rilevando egli la complessità della materia, si prendeva un po’ di tempo per elaborare una adeguata risposta.
Non essendo quest’ultima ancora giunta, preoccupati dallo scorrere del tempo e volendo ottenere una risposta qualificata prima dello scadere della legislatura, abbiamo ripresentato la domanda. Attendiamo fiduciosi.
Al Sig.re Sindaco Manfreda Mario e assessore competente
I sottoscritti consiglieri di minoranza Calligaro Ivano, Marta Francesco.
VISTO L’art. 15 dello statuto comunale
VISTO quanto previsto dalla legge n°42 del 5 maggio 2009 (legge delega sul federalismo) e specificamente l’art 19.
VISTO il lungo periodo trascorso dalla prima risposta, datata 25.06.2010 in cui veniva richiesto tempo per l’approfondimento della materia in questione e non avendo avuto nel frattempo alcun riscontro intendiamo riproporre la medesima interrogazione;
VISTOche nel frattempo è stato emanoto anche il d.lgs. 28 maggio 2010 n°85, in attuazione della legge delega appena sopra richiamata;
VISTO quanto previsto dal d.lgs.18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” e specificamente all’art.43 c.3 nel quale viene espressamente disposto che la risposta alle interrogazioni deve avvenire entro 30 giorni dalla presentazione dell’istanza;
CHIEDONO
DI ottenere una relazione scritta con l’elenco esaustivo di tutti i beni appartenenti al demanio dello Stato (che certamente codesta amministrazione non può non avere) presenti sul territorio di Lozzo di Cadore (ad eccezione degli alvei del fiume Piave), corredati del numero del foglio e del mappale che li identificano singolarmente, oltre che della loro superficie, così come appaiono nella cartografia catastale; per i beni che eventualmente non fossero rappresentati a livello catastale, si prega di darne descrizione precisa e pertinente eventualmente corredata da documentazione fotografica rappresentante il bene medesimo (punto 1);
CHE per ognuno dei beni determinati al punto precedente, di sapere quale sia lo stato di conservazione generale, se tale stato rappresenta per le normative vigenti un problema di sicurezza per cose o persone, tanto ora che è bene dello Stato tanto nel caso divenisse di proprietà comunale (punto 2);
CHE nel caso sia appurato che esistono beni che devono essere messi in sicurezza per evitare problemi di incolumità alle persone o alle cose, si prega di dettagliare una stima dei costi che si suppone debbano essere affrontati per la loro messa in sicurezza (punto 3);
CHE nel caso specifico dell’immobile che costituisce oggi il rifugio Ciareido si chiede di chiarire quale sia allo stato il ramo del demanio cui ne è attribuita la gestione e di indicarne gli estremi identificativi (indirizzo postale e numeri di telefono) e responsabile di riferimento; si chiede inoltre se per esso siano state inoltrate eventuali richieste di acquisto negli ultimi 10 anni e quali siano state le eventuali risposte; chiediamo di avere, nell’eventualità vi fossero, la copia sia delle richieste che delle risposte (punto 4);
SE vi è la volontà da parte di questa amministrazione, ed eventualmente per quali beni, così come risultano singolarmente determinati dai punti precedenti, di entrarne in possesso (con particolare riferimento al già citato rifugio Ciareido ed all’area demaniale di Col Vidal) (punto 5);
SE nel caso la cessione dei beni non avvenisse a costo zero, si chiede se vi sia l’interesse da parte di questa amministrazione all’aquisto e di specificare per quali beni; per ognuno di essi si chiede di determinare il prezzo massimo che l’amministrazione ritiene di poter corrispondere nell’eventualità (punto 6);
SE nel caso specifico dell’area demaniale genericamente conosciuta come Col Vidal si chiede se per essa siano state inoltrate eventuali richieste di acquisto negli ultimi 10 anni e quali siano state le eventuali risposte; chiediamo di avere, nell’eventualità vi fossero, la copia sia delle richieste che delle risposte (punto 7);
DI chiarire quali siano le relazioni che legano l’amministrazione alla presenza del traliccio dell’ENEL; in particolare si chiede di chiarire con esattezza, ancorché l’occupazione dello spazio delle strutture Enel insista su terreno demaniale, se esistano canoni o qualsiasi altra forma di entrata che l’Enel corrisponde a qualsiasi titolo a questa amministrazione (nel qual caso si chiede di determinarne l’ammontare e le modalità di corresponsione); si chiede inoltre di rendere noto se questa amministrazione ha mai chiesto all’Enel chiarimenti sull’eventuale utilizzo del traliccio da parte di terzi per l’installazione di apparati di ripetizione dei segnali telefonici per i quali la stessa Enel potrebbe percepire canoni di utilizzo (punto 8);
DI chiarire come codesta amministrazione intenda rapportarsi con l’area demaniale rappresentata dalla sorgente di Confin che attualmente alimenta il rif. Ciareido (punto 9);
DI specificare con esattezza se nella porzione di territorio conosciuto come Croda di Paterna (che comprende la croda medesima e le sponde vallive che da essa discendono fino alla sua base) vi siano aree di proprietà demaniale; nel caso vi fossero si chiede di determinarne la natura con esattezza così come specificato ai precedenti punti 1, 2 e 3 (punto 10);
DI specificare con esattezza se le cosiddette “Opere” presenti in località Quoibe e Cianpo siano di proprietà demaniale; nel caso lo fossero si chiede di documentarne l’esistenza così come specificato ai precedenti punti 1, 2 e 3; in particolare si chiede se questa amministrazione ritiene di doverne entrare in possesso e se si prefigura un utilizzo pubblico a scopo turistico-culturale come testimonianza della 2a Guerra Mondiale o se invece vi sia l’intenzione di vendere successivamente i beni in parola (punto 11);
SE nel caso l’amministrazione entrasse in possesso, a qualsiasi onere, dell’immobile ora rifugio Ciareido, chiediamo di sapere come essa intenderà rapportarsi con la sezione del CAI di Lozzo che ha di fatto salvato dall’abbandono la struttura; in particolare intendiamo appurare che vi siano le garanzie affinché la gestione resti in capo alla citata sezione CAI negando quindi la possibilità che codesta amministrazione possa destinare la gestione del rifugio ad altri soggetti (punto 12).
Cordiali saluti
Lozzo di Cadore, 19/01/2011 04-02-2011
Aggiornamento 29 marzo 2011: risposta pervenutaci dal sindaco (collegamento all’articolo specifico).