Parco della Memoria di Pian dei Buoi: un museo all’aperto
Parco della Memoria di Pian dei Buoi come museo all’aperto? Certamente sì! O no!?
Il “Parco” del Parco della Memoria è un…
Tratto di terreno, talvolta anche costituito da un capannone, in cui si raccoglie e custodisce materiale vario; per estens., il materiale stesso che vi è raccolto…
Insomma, è un “contenitore” di cose omogeneamente correlate. In questo caso “i segni della Grande Guerra”. E il museo? Stesso minestrone:
Raccolta di opere d’arte, o di oggetti aventi interesse storico-scientifico, etno-antropologico e culturale; anche, l’edificio destinato a ospitarli, a conservarli e a valorizzarli per la fruizione pubblica, spesso dotato di apposito corredo didattico. […]
Quindi, no! No, no e poi no! Il nostro non è “parco” perché immerso nel verde e attorniato da panorami dolomitici celestiali; è parco come il “parco autovetture della società xy”, ossia l’insieme di autoveicoli della società xy. Il nostro è però più nobile, perché è “l’insieme dei segni della Grande Guerra sparsi sull’altopiano di Pian dei Buoi“. Esso è quindi connotabile come una raccolta o collezione museale. E dove si tengono le raccolte museali? Nei musei. Quindi il Parco della Memoria è un museo. E siccome è diffuso su un ampio territorio e ha il cielo come soffitto, si potrà anche dire che è all’aperto.
Ebbene sì: il Parco della Memoria di Pian dei Buoi è un museo all’aperto!
Del resto anche il tavolato di Monte Piana, con tutte le sue testimonianze della Grande Guerra, è riconosciuto come museo all’aperto. Là sul Piana il percorso museale ha una lunghezza di circa 1.8 km; a Pian dei Buoi, limitandosi all’omonimo areale, il percorso è un po’ più lungo, raggiungendo i 2.5 km. Sì, è vero, lì sul fronte dolomitico – la prima linea – la guerra fu sanguinaria; a Pian dei Buoi invece – sulla seconda linea – non si versò una goccia di sangue. Tuttavia, a meno che non si creda che lo status di “museo all’aperto” sia prerogativa dei soli luoghi bagnati dal sangue dei combattenti, il Parco della Memoria di Pian dei Buoi dovrebbe essere ritenuto tale.
Di più. Siccome sono un visionario, dico che al Parco della Memoria di Pian dei Buoi potrebbe essere assegnato il ruolo di “museo dei musei“. Ciò in ragione della sua privilegiata posizione di balcone panoramico sulla Val d’Ansiei e su quella del Piave, dalla quale si possono mirare svariate località teatro di guerra ed altrettante postazioni della seconda linea.
Dal Col Vidal, per esempio, si può mirare il Cristallo, a fianco del quale appaiono i Cadini di Misurina (i cui profili più orientali nascondono proprio Monte Piana), cui seguono le Tre Cime e il Paterno, e poi forcella Giralba, il Popera, nascoste dietro al quale s’ergono le mille dita di Cima Undici che giungono al Passo della Sentinella. Di qua invece il Forte del Tudaio, l’altopiano di Razzo, l’osservatorio del Miaron, quello di Po Croda, il Tranego, e laggiù in fondo il M. Rite con il suo forte.
Basterebbe anche un tabellone informativo presso il Col Vidal, con due parole sulla Val delle Baracche, sul Col de la Varda, sul faro issato sulla Trinità dei Monti, su De Luca e Innerkofler, sulla scala del cielo, sui Mascabroni. Con due parole sugli apprestamenti dal Tudaio al Rite. E così il Parco della Memoria di Pian dei Buoi potrebbe diventare, in quel frangente, il “museo dei musei“.
(Dal Col Burgion, poi, il panorama si allargherebbe alle Tofane…)