Un ‘silenzioso’ provvedimento comunale parzialmente positivo
di Cagliostro
Ho spesso dibattuto, da queste colonne, sull’argomento fiscale/tributario. Vedasi i miei interventi “Come la mettiamo con l’Imu?” e “Come la mettiamo con l’Imu?/2”. Da ultimo, lo scorso Settembre, ho scritto l’articolo “IMU a Lozzo di Cadore: l’uomo del 30% cosa ne dice? ” in cui parlavo diffusamente della odiosa gabella Imu e della scadenza del 31/10/2012 entro la quale i Comuni avrebbero dovuto ‘dispiegare’ tutto il loro potere discrezionale per eventualmente riformare (o confermare) le aliquote basi stabilite centralmente, e ciò entro una precisa banda di oscillazione differenziata a seconda che si trattasse di prima o di seconda casa.
Sulla questione, disquisivo ampiamente sia sotto il profilo tecnico che sotto quello politico-amministrativo , in particolare sullo stato delle finanze comunali sulle quali esprimevo un giudizio non propriamente negativo. E nel far questo, avanzavo perfino un presagio, sulla base anche di quanto fattomi capire da un importante ‘addetto ai lavori’ del botanico palazzo, in ordine al possibile intendimento della Amministrazione di applicare, in fatto di Imu, la maggiorazione sui livelli massimi delle aliquote basi.
Tutto, mi si diceva,” dettato da imprescindibili esigenze di bilancio”. Nel mio scritto avanzavo ampie riserve, nel caso questa eventualità si fosse verificata, sia sul piano strettamente politico come su quello sociale ed economico, argomentazioni che si basavano su precise valutazioni sullo stato dei conti di Palazzo Venzo, come sul contingente e drammatico stato della crisi che tuttora ci attanaglia. Ebbene, nonostante le infauste asserzioni dell’autorevole addetto ai lavori, la data fatidica del 31/10/2012 è trascorsa senza un nulla di fatto, senza cioè che il Consiglio Comunale fosse convocato per ottemperare a quanto stabilito dalla normativa.
Da ciò si deve desumere che il silenzio e l’inazione possono soltanto significare che l’Ente ha deciso di lasciare inalterate le aliquote così come stabilito centralmente. Per inciso, a me sorge il dubbio che, in ogni caso, il Consiglio avrebbe dovuto pronunciarsi anche per la semplice invariabilità tariffaria. Comunque, nel comportarsi così, debbo ammettere che il grido di dolore da tante parti levatosi anche nel nostro paese (ci metto anche il mio modesto intervento) non abbia lasciato del tutto insensibile il primo cittadino. Bene insomma che si sia deciso di non inasprire l’onerosità della già esosa gabella e di non taglieggiare ulteriormente i ‘poveri Cristi’ possessori di immobili nel nostro Comune. Bisogna tuttavia sottolineare il fatto che non si sia voluto allinearsi coraggiosamente a quei comuni virtuosi che hanno optato per un ritocco all’ingiù della vituperata imposta.
Ma, forse, questa era una aspettativa ed una pretesa francamente troppo grande. Diamo pertanto atto che, una volta tanto, la odierna ‘inerzia’ ha in sè qualche cosa di positivo; vediamo quindi il bicchiere mezzo pieno e beviamone il contenuto, evitando di recriminare sul mancato refrigerio che ci poteva derivare dal bere di più in seguito al riempimento dell’altra metà del medesimo bicchiere. In politica, soprattutto in questo caso, atteggiamenti alla Ponzio Pilato, con i tempi che corrono, risultano -paradossalmente- perfino utili e condivisibili.