turismo internazionale: l’Italia scivola, è scivolata, scivolò al quinto posto
Che i governi succedutisi finora siano stati inetti alla quintessenza è realtà sotto gli occhi di tutti. Che la gestione della risorsa turismo abbia avuto in sede nazionale attori di vergognose capacità è altrettanto noto (basta guardare il sito italia.it, quello che è costato e il risultato finale: un letamaio di click).
Tuttavia il titolo dell’articolo (Fatto Quotidiano) prima (scivola), e il testo poi (è scivolata), inducono a credere che il Bel Paese sia in quinta posizione nel panorama degli arrivi turistici internazionali da poco tempo.
Non è così: fu a metà degli anni Novanta che l’Italia (scivolò) perse la prima posizione in Europa scalzata da Francia e Spagna e da allora è laggiù, retrocessa alla quinta posizione a livello mondiale (pur disponendo di una stimata metà del patrominio artistico-culturale del globo bla bla ed avendo avuto in regalo lande di inestimabile valore paesaggistico bla bla).
Del resto qui sul BLOZ lo si era già fatto presente con tanto di grafico.
Comunque concordo con l’analisi di fondo: sperare che i cocoriti del governo renzie riescano a stimolare adeguatamente l’industria turistica italica, sottraendola al cupo destino cui sembra avviata nella competizione internazionale (tenendo conto che le realtà regionali sono molto disparate) è puro atto di fede.
Va però detto che, comunque, l’industria turistica italiana è cresciuta in termini di arrivi anno su anno: del 5,7% nel 2011 (sul 2010), dello 0,5% nel 12/11, del 2,5% nel 13/12, così come è cresciuto (non nel 2012) il fatturato (in milioni di US$: 43.000 nel 2011, 41.185 nel 2012, 43.912 nel 2013).
E’ nella competizione che l’Italia è fottuta.
Turismo, la riforma di cui nessuno parla. E l’Italia scivola al quinto posto nel mondo
[…] L’Italia, secondo la classifica mondiale per arrivi internazionali, è scivolata al quinto posto, dopo Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina. E mentre il ministro Dario Franceschini vara il decreto sul turismo – convertito in legge il 28 luglio – per risalire la china bisogna fare i conti con i piani decennali dei competitor più agguerriti: francesi e spagnoli.