Trentino Alto Adige: l’IVA va fuori dalla porta e rientra dalla finestra
Se in una somma cambi l’ordine degli addendi il risultato finale non cambia. Qui si son messi d’accordo d’accartocciare l’ente Regione (mamma) che si priva di un decimo dell’IVA raccolta per donarlo alle figlie ormai … autonome, le Province di TN e BZ. Cioè stanno svuotando una scatola vuota (in termini funzionali) per riempire una scatola già colma (rispetto al resto d’Italia), ma che è colma di se stessa.
Certo, se a Belluno dessero le stesse opportunità, qualche sorcio verde glielo potremmo far vedere a quelli del TAA, detto in senso “competitivo”. Logica vorrebbe che popoli simili a simili faccende dovrebbero dedicarsi, e questo succederebbe se solo potessimo presentarci alla gara ad armi pari. La gara sarebbe quella della sopravvivenza nei territori, non quella di misurare chi è più bravo, anche se la sana competizione porta sempre più in alto e non più in basso.
E invece a noi ci tocca l’Area Pesta di Belluno, cioè quattro scemi del villaggio autoelettisi che fan fatica a sistemare i tombini di casa, figuriamoci ad affrontare sfide “epocali”.
Se poi a questi quattro scemi del villaggio togli anche parte delle risorse, capisci che il suicidio collettivo non è più idea aberrante.
[…] L’ok della Regione è motivato principalmente dal fatto che il nuovo assetto finanziario dell’autonomia prevede una riduzione della quota di IVA da assegnare a questo ente, il quale passerà da 2/10 a 1/10. Di conseguenza, crescerà l’importo destinato alla Provincia di Bolzano e a quella di Trento, che in futuro incasseranno non più i 7/10, bensì gli 8/10 dell’imposta sul valore aggiunto prodotta sul territorio .
(io veramente ero partito con D’Annunzio, sapete, quella storia delle costole che, dicono, si fece tagliare per ciucciarselo da solo; si, insomma, l’autofellatio! Mi sembrava, ecco, che l’iva che usciva dalla Regione per entrare nelle Province fosse una cosa un po’ così. Poi mi son detto che siamo vicini a Natale e che un certo contegno è d’obbligo)