Tra Equitalia ed ANCItalia: ambarabà ANCI cocò …
Equitalia, pur essendo un carrozzone di Stato, col tempo ha affinato la propria efficienza. Al punto da arrivare a sollecitare il Governo ad emanare una norma che obblighi i Comuni ad appaltare a enti diversi (dalla medesima Equitalia) le riscossioni coattive. E tutto ciò, avendone pieni i coglioni, per demerito dei comuni che, non aggiornando tempestivamente i dati della macchina della riscossione, creano una montagna di problemi all’ente riscossore (sarebbero 65.000 in un anno e mezzo le cartelle contestate per pagamenti già affettuati ma non comunicati dai Comuni per palese inefficienza).
Il caro Giulio Tremonti inserisce la norma nel dl 70/2011 (13 maggio) ripreso a fine anno dal dl 201/2011 (6 dicembre). La norma prevedeva che dal 1° gennaio 2012 la riscossione coattiva fosse affidata con gara ad evidenza pubblica.
L’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, corre in ginocchio dal Governo per avere una proroga dei termini in quanto i comuni “non sarebbero pronti a gestire il cambiamento introdotto”, proroga di un anno che viene regolarmente concessa. Ecco quindi che questo adempimento dovrà essere reso operativo dai comuni dal 1° gennaio 2013. L’Associazione si asciuga le perle di sudore e ringrazia.
Ora, messa alle strette, l’ANCI dichiara per bocca del suo presidente Delrio:
“Non e’ piu’ tempo del pugno duro di Equitalia, l’episodio di Bergamo racconta lo stato di ordinaria disperazione in cui viviamo. Abbiamo una proposta alternativa. Apriremo una societa’ di riscossione dei tributi locali al servizio esclusivo dei Comuni, gestita e partecipata dall’Anci nazionale. Un’agenzia meno costosa, che distingua i contribuenti in base al reddito, che adottera’ pesi diversi a seconda che si tratti di un evasore o di un pensionato in bolletta”. […]
Noi partiamo da un principio diverso – sottolinea Delrio – Non si puo’ trattare allo stesso modo il pensionato che ha un appartamento di 80 mq e l’imprenditore che ha lo stesso tipo di alloggio. Distingueremo i contribuenti in base al reddito. Prima di mettere in campo delle azioni per il recupero crediti verificheremo se si tratta di un lavoratore dipendente o di un cassintegrato. Non metteremo certo ganasce fiscali per debiti da 1000 euro, come abbiamo visto accadere”
Alla domanda del giornalista di Repubblica “Così però si rischiano sperequazioni tra contribuenti.” il presidente risponde:
«Eviteremo questo rischio usando criteri fissi e trasparenti per valutare le situazioni, così come facciamo con le categorie di reddito».
Ora, quando mi immagino “cose fatte dai sindaci” mi viene in mente l’orrida pagina nera del Bim-Gsp, ancora da scriversi nei suoi esiti. Mi si accappona la pelle e più ancora, usando una colorita espressione ladina che ben descrive il terrore che provo, “me vien i pele del cu drete”. Sarà un’avventura tutta da vivere, questa del trapasso da Equitalia a ANCItalia (sempre che non intervenga un’altra proroga…).