Torre San Lorenzo, ultimo gemito delle Lozzarole, le Marmarole di Lozzo di Cadore
Pronto il calendario estivo delle gite delle sezioni cadorine del Cai. L’avventura inizierà domenica 17 giugno sulle Marmarole sopra Lozzo, con la salita alla torre San Lorenzo, e terminerà sul Monte Bianco. «Torre San Lorenzo», spiegano gli organizzatori, «è considerata una tra le più prestigiose vette delle Marmarole. Lungo le sue vie più difficili si sono cimentati alpinisti di valore. Questa escursione è stata proposta dalla sezione del Cai di Lozzo, che si è assunta l’onere di organizzare l’ascensione, non è alla portata di tutti, ma solo di quanti possiedono una buona dimestichezza con le crode. Si tratta di una cima che, per posizione, conformazione e storia si è trovata ad essere protagonista di molte relazioni escursionistiche».[…] (Corriere delle Alpi).
La vita è piena di sorprese!
Fino ad oggi, per mia ignoranza, non sapevo di essere stato un epigono di “alpinisti di valore” né di aver salito una tra le più prestigiose vette delle Marmarole. A quel tempo, salii in vetta alla Torre San Lorenzo quasi con le mani in tasca (evidentemente era la normale). Poi ebbi una brutta esperienza durante una corda doppia sulla Torre Piccola del Falzarego e da allora mi cago sotto anche attaccato alla Roghel.
Azz..! Devo però ritarare le mie convinzioni e conoscenze. In verità, della storia alpinistica delle nostre crode non me ne può fregar de meno, non mi appassiona, non mi appassionerà mai (è un mio limite). Però, davvero, sento come una profonda mancanza il fatto di non aver avuto la coscienza che la Torre San Lorenzo fosse …
… una cima che, per posizione, conformazione e storia si è trovata ad essere protagonista di molte relazioni escursionistiche».
Chissà, forse mi manca un po’ di fantasia. Forse, invece, semplicemente, si sta parlando d’altro.
Ad ogni buon conto, «della vasta regione dolomitica le Marmarole costituiscono, da un punto di vista geomorfologico, l’unica vera catena montuosa, intesa come successione pressoché continua di monti costituenti una unità geografica ben definita. La si può immaginare, in prospettiva, come una muraglia che, partendo da Forc. Grande alla base della Cima Bel Pra, corre ininterrotta per 13 km, da O ad E, per terminare proprio qui sul Ciareido, digradando lungo il Coston de Pomadona in Val de Poorse».
Ecco, guardando quel dente proteso verso est, possiamo essere certi di essere al cospetto dell’ultimo gemito roccioso – di una certa importanza – che si leva dalla tormentata catena delle Marmarole. Naturalmente, nessuno vieta di pensare che sia il primo vagito della medesima. Personalmente, ho sempre percepito questo sommesso palcoscenico dolomitico come … la fine di qualcosa.