Toh guarda: Maroni a Belluno tira fuori la rivoluzione
Ieri Maroni era a Belluno a lanciare la campagna elettorale della Lega Nord. Libero riporta di un sussulto rivoluzionario dell’ex ministro degli interni:
[…] Adesso tocca a Roberto Maroni spiazzare tutti. “Ci sono tutte le condizioni perché si faccia la rivoluzione. Se non la facciamo adesso, ci troveremo con i prefetti che comandano“, ha detto l’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, durante un comizio leghista a Belluno. “Penso”, ha spiegato, “che questo sistema di democrazia occidentale oggi sia messo a rischio dall’azione del governo, dal disegno che sta dietro, non è un caso che il primo decreto è stato quello di Roma Capitale”.
Maroni, Maroni. Tu intanto, come ministro degli interni, non ti sei comportato granché bene con i valsusini, popolo che al di là delle etichette politiche sta difendendo la propria terra (ti ricordi, Maroni, il motto leghista “Padroni a casa nostra?“: non può valere solo quando fa comodo. Ti ricordi, Maroni, i motti sull’autodeterminazione dei popoli? Anche questi, ancor più dei primi, devono valere sempre e non solo quando fa comodo).
Inoltre, quando eri ministro, non mi sembra tu abbia mai visto come fumo negli occhi i prefetti che, oltre ad essere servi dello Stato, erano alle tue dirette dipendenze. E poi, per quanto riguarda il decreto per Roma Capitale: il primo decreto, caro Maroni, lo ha votato anche la Lega.
In Com’era verde la mia Lega ho descritto (con parole d’altri che ho fatto mie) chi erano i leghisti della prima ora:
La Lega di lotta (e non ancora di governo) era una forza riformatrice ed in larga misura liberista. Combatteva la burocrazia, concepiva riforme coraggiose dell’assetto istituzionale e si caratterizzava come forza anti-statalista ed anti-fisco.
Portava un liberale come Giancarlo Pagliarini ad un ministero economico, ospitava al suo interno alcuni convinti libertarians ed elaborava “costituzioni padane” dal sapore “jeffersoniano”. “Basta tasse, basta Roma” era uno slogan senz’altro semplificato, ma capace di ben sintetizzare le priorità politiche del movimento.
“Basta tasse”. Capito? Non “basta aborto”, “basta froci”, “basta OGM, “basta globalizzazione”, “basta McDonald’s” e tutto quello che è venuto dopo, quando il Carroccio si è trasformato sui temi sociali in una forza tradizionalista e bigotta e sui temi economici in un blocco di sindacalismo territoriale, un vero e proprio partito della “spesa pubblica settentrionale”. […]Anni fa la Lega era un partito che, guardando a Nord, sembrava anche promettere un paese più moderno ed efficiente. Un po’ meno “all’italiana”. E un po’ più “svizzero”, un po’ più “tedesco”. […]
Ora, Maroni, devi sapere che tutti i leghisti della prima ora, quella “forza riformatrice ed in larga misura liberista“, non possono più votare per la Lega Nord. Quella Forza sta guardando sempre più verso l’Indipendenza, da raggiungere pacificamente per via democratica, come manifestazione dell’autodeterminazione di un popolo. Il traguardo è magari ambiziosetto, ma noi vogliamo davvero essere “Padroni a casa nostra”, senza rompere le balle a nessuno, contando solo sulle nostre forze.