tamponate, tamponate, qualcosa resterà!
Il fenomeno è noto e studiato fin dall’antichità, ma noi lo riproponiamo a solo scopo didattico descrittivo. Il grafico raccoglie l’andamento dei casi giornalieri venuti alla luce nelle province venete. L’andamento vale anche per Belluno e Rovigo ma si nota meno perché minore è il numero dei casi. Come si vede l’andamento è a grandi linee a “salto di cavalletta” con un vistoso flesso il lunedì (i cerchietti gialli). Anche il personale sanitario tiene famiglia e ha bisogno di una giornata di riposo per spidocchiarsi: il riposo della domenica si riflette sui dati del lunedì.
I più preparati diranno subito che il flesso del lunedì non sono casi persi ma casi non immediatamente intercettati, recuperati spalmandoli durante la settimana successiva. Noi, che non disponiamo del protocollo operativo vigente nella situazione data, siamo ragionevolmente propensi a pensare che l’obiezione non sia del tutto infondata. Per questo ci limitiamo a descrivere il fenomeno per la provincia di Belluno, limitatamente al periodo dal 21 febbraio al 5 aprile, lasciandoci andare a qualche esercizio di prestidigidigidigitalizzazione assolutamente innocuo.
Fatto si è che i casi giornalieri del tamponaggio o tamponamento del lunedì (L) sono in media 23 mentre il picco settimanale, che compete a G e V è di 73. Ma mettiamoli in ordine: L 23, M 62, Me 65, G 73, V 73, S 60.5, D 57. La media nell’intero periodo considerato è di 58 casi giornalieri, corrispondenti a 198 casi su base settimanale, che diventerebbero 64 senza il “buco” del lunedì (220 casi su base settimanale). A noi preoccupa assai quel picco di 73 registrato G e V: non vorremmo che fosse l’esito delle dissolutezze cui il venetico si lascia andare durante il fine settimana e che, immancabilmente, paghiamo il G e V successivi (un po’ come successo durante le feste di Natale!!).
Capite che variamente modulando, anche a cazzo di cane ad mentulam canis, le strategia tamponatorie a disposizione, si potrebbe ottenere uno spettro di incidenze sorprendentemente diversificato, utile a colmare ogni bisogno emergente.
Ora, al di là di ogni prestidigidigidigitalizzazione più o meno fine a se stessa (giochetti con i numeri se ne potrebbero fare millanta miliardi e potremmo stupirvi con fantasmagorici effetti speciali), la conclusione è che il covidda è ancora tra noi e ci sta osservando con severa compunzione, ormai pronto a svernare nell’emisfero australe, mentre i pandemisti boreali si stanno organizzando per l’attacco finale, come su Hot Shot: un copione già visto e tutto da piangere.