tagliando a Tremonti: ‘abbiamo fatto molto più di altri ora dobbiamo fare di meno’
Quasi quasi ne volevo prendere le difese, quando i cani parlamentari hanno cominciato a latrare e ringhiare perché lui, il Mago Tremonti, se n’era andato in America invece di restare a salvare l’amico cu e braga Milanese, quello che gli ha affittato “sottobanco” l’appartamento che usava a Roma fino a poco tempo fa. Quasi fosse un fatto d’onore.
Milanese se l’è cavata (e con lui lo stesso Tremonti e forse il governo intero) per pochi voti, sei. Ma vi pare che si possa tollerare che in un’Italia nelle condizioni che sappiamo, gli uomini che dovrebbero governare la crisi si gettino addosso vicendevolmente accuse e veleni come è successo nel Pdl per questa ultima questione? Certo, il passaggio parlamentare era delicatissimo per la Casta e rischiava di essere il “casus belli” dell’implosione della maggioranza. Ma così non è stato, chiappe salve, per ora.
Ne volevo prendere le difese, dicevo. Ma poi ho letto quest’Ansa:
(ANSA) – WASHINGTON, 24 SET – ”Come al solito l’Italia viene vista molto meglio dal di fuori che dall’Italia stessa”: lo ha detto il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, a margine dei lavori dell’Fmi. ”Siamo messi molto meglio di quanto si possa immaginare i nostri conti sono valutati positivamente. Abbiamo fatto molto piu’ di altri ora dobbiamo fare di meno. Ma bisogna fare di piu’ per la crescita, attraverso un’azione collettiva”.
Siamo al livello della Gelmini dopo l’avventura di gelmino, il neutrino pendolare superluminale. Con l’aggravante che Tremonti parla in prima persona.
Mi è venuto in mente allora un ottimo articolo di Stefania Rimini uscito il 16 agosto sul Corriere della Sera.it nel quale viene presentata una carrellata di ciò che alcuni valenti economisti sostenevano “in tempi non sospetti”. Marco Pagano, Sandro Trento, Fedele De Novellis e Mario Seminerio dicono la loro sulla crisi del nostro Paese (con relative videointerviste). Alla fine l’autrice ci fa il regalo di un video nel quale il Mago tenta di convincere la platea che “tutto è ok”, che sono i giornalisti a gonfiare di nero la situazione perché hanno “l’idea che solo le cose negative fanno notizia”. E poi, supplichevole: “Una preghiera, un’idea: una volta tanto scrivete una cosa positiva, no?”
Era il 9 maggio 2011. Un po’ di ottimismo, sollecitava il ministro. Poco tempo dopo siamo sprofondati nell’incubo più nero. Prima fase. Ora che si sta profilando la seconda fase dello sprofondamento, quello dove si rischia di farsi davvero male e per tanto tanto tempo, Voltremont se ne esce con quel sibilo: «Abbiamo fatto molto piu’ di altri ora dobbiamo fare di meno. Ma bisogna fare di piu’ per la crescita, attraverso un’azione collettiva». Impalpabile.