il sindaco di Lozzo e l’ecopiazzola ‘piazzata da dio’
Oltre a il Cadore in calore, in questa landa altri sono i “talk show” attivi con cui ci intratteniamo: segnatamente, la comunicazione dei sindaci al popolo (una volta si chiamava propaganda) via quotidiano. Quasi ci sfuggiva quest’ultimo intervento del sindaco di Lozzo, tale Manfreda, che sul Corriere delle Alpi ha voluto ribattere alle critiche mosse da tale Zanella, della gagliarda minoranza.
Tra varie amenità che il vostro dibatte, mi ha incuriosito quella riguardante la piazzola ecologica delle Astre che costui definisce…
[…] «l’ecopiazzola le Astre è ubicata in zona ampia e con scarsissima circolazione di veicoli: come collocazione è una fra le migliori del paese»
Se il sindaco, nella tua accorata “difesa” avesse detto, per esempio, che:
- in montagna lo spazio costa caro, ce n’è poco, bisogna cercare di sfruttarlo;
- le piazzole si devono pur fare da qualche parte;
- nel farle bisogna tener conto che devono essere facilmente raggiungibili dal camion che le svuota periodicamente;
- nel farle bisogna conciliare la necessità di non metterle davanti ai balconi (in fiore, ricordate?) della gente, ma neanche si possono fare a Molenies per non averle sotto gli occhi;
- il sole domani si alzerà ancora ad est;
- bisogna fare squadra, mettersi in rete, l’alcol fa male, il Bim-Gsp è una fetecchia…;
ed altre ovvietà sì chiare, noi – io ed il mio verme solitario, ma credo anche un’ampia fetta di populescion -, non avremmo potuto che essere d’accordo con queste pur banali amenità. Ma dire che la piazzola delle Astre “come collocazione è una fra le migliori del paese” ci pone in difficoltà e, anche se vorremmo tanto – ma proprio tanto tanto – essere d’accordo con lui, non ce la facciamo a farcela.
Anzi no. Quella piazzola è davvero la più ben messa, sì, ma per i camion che la devono svuotare!
Perché… in quell’area adibita a verde pubblico, in quell’area che è parco giochi per bambini, in quell’area che è campo di gioco per ragazzi, diciamolo, non è che l’ecopiazzola faccia una gran bella figura (a parte le campane in sé, anche le adiacenze sono – inevitabilmente – quel che sono, cioè degradate e degradanti: poi, è vero, si può tenerle pulite, volendo, senza aver fatto corsi universitari, peraltro!).
(a me le campane di raccolta dei rifiuti piacciono, con quei colori così sgargianti; sembrano quasi un giocattolone da parco per bambini; inoltre sono entrate nel vissuto quotidiano – anche per coloro a cui non piacciono proprio – e, perciò, vengono accettate perché ormai non-più-percepite; sì, è vero, si potrebbero “occultare” con mascherature in legno o recinzioni eco-ambientali, ma a che fare??)
(un giorno giungerà il messia che introdurrà il porta-a-porta dal Belize; e allora spariranno le campane così “degradanti” per il decoro urbano e un nuovo sfolgorante futuro turistico dilagherà tra le case, nel frattempo addobbate a festa con ogni balcone in fiore, mentre anche la marmotta che confeziona la cioccolata potrà, finalmente, partire per due meritate settimane di ferie…)