Vi è una delibera di giunta del 01/08/2007, la numero 65, dal titolo “Approvazione studio di fattibilità per la sistemazione della strada silvo-pastorale “Pian del Formai – Val di Quoilo – Pian d’Adamo – Tabià Polesin – Strada di Ronco” con la quale si dava appunto incarico ad un professionista per valutare la sistemazione della strada di Quoilo.
Dell’esito di questa delibera non so niente. Ma attenzione alla parola sistemazione. Io, per esempio, sono più che favorevole alla sistemazione della strada, se con tale termine si intende procedere alla sistemazione del fondo stradale, al riassetto e potenziamento dei muri secolari che ne accompagnano in taluni tratti il tragitto, senza alcun allargamento della sede che non sia occasionale. La strada è già larga 1,80 m, nei punti più stretti, e in molti altri tratti raggiunge e supera i 2 metri. Sono anche possibilista sulla creazione di alcune piazzole di scambio.
Se invece per sistemazione si intende un allargamento della strada fino a 3 metri, con interventi di scavo e movimento terra di non poco conto, allora non sono per niente d’accordo.
Ecco i motivi di carattere generale:
- la strada di Quoilo è una strada sacra, essendo l’unica testimonianza della viabilità secolare fra valle e monte rimasta “intatta”, una delle due vie per l’alpeggio o monticazione che veniva usata un tempo (l’altra è la strada Boa dele Fede per Larzede); questo è il motivo prìncipe per cui non vedo ostacoli ad una sistemazione “rispettosa” della struttura della strada, in quanto antico segno dell’attività dell’uomo, che ne rivaluti l’intero percorso;
- la strada è già larga abbastanza (minimo 1,80 m) permettendo anche il suo utilizzo a mezzi a motore adeguati; potenziando in alcuni tratti la capacità portante del fondo la strada risulta trattorabile (lo è già ora limitando i carichi);
- le strade, si sa, non costano tanto a farle quanto a mantenerle (fatevi un giro per le nostre strade silvo-pastorali, valutatene lo stato di manutenzione e l’estrema fragilità in caso di eventi meteorici “normali”, figuriamoci quando sono anormali); non occorre andare tanto in alto, basta andare sulla strada della Val Longiarin che è una vergogna, a due passi dal paese (nota bene: alcuni tratti sono stati sistemati da interventi privati. Andate sopra Vialona …); chi è che la mantiene poi la strada, allargata, un sostanziale imbuto che raccoglie l’acqua e la spara dove vuole, mandando in frana ciò che al momento è ancora stabile?
- sul tipo di terreno che contraddistingue la strada (a Zincolin per esempio) un allargamento significa un continuo franamento dei versanti denudati (se piove poco, se piove tanto vuol dire rendere inagibile la strada senza un intervento di sterro da parte di mezzi meccanici);
- la strada attraversa una delle più pregevoli oasi naturalistiche e paesaggistiche che contraddistinguono il nostro territorio, con una storia secolare di vita umana alle spalle (basta pensare alla quantità di tabià presenti), con tutte le implicazioni di carattere storico e antropico del caso;
- in prospettiva, lo sviluppo del Parco della Memoria di Pian dei Buoi non può non prevedere il raggiungimento delle opere di Col Vidal con un collegamento escursionistico diretto (strada di Quoilo per l’appunto); vogliamo far passare i turisti su una strada divorata dalle “pachere”?
C’è anche da dire che la strada, a parte il primo tratto che è proprietà del Comune (dal Pian de Formai), attraversa terreni privati e quindi bisogna che vi sia il loro consenso per, eventualmente, fare questa nuova strada (cioè rovinare quella esistente). In ogni caso, credo sarebbe un grave sbaglio anche limitarsi all’allargamento del solo tratto comunale.
Sapete qual è il problema? Che la Regione Veneto sgancia soldi solo quando si opera un sostanziale allargamento della sede stradale, ossia si danneggia il territorio. Che bel mondo! La Regione prima impone vincoli di varia natura, che ti legano come un salame, poi ti autorizza, con i propri soldi (si fa per dire, perché i soldi li tira sempre fuori dalle tasche dei cittadini), anche l’80%, a sventrare le montagne.
A mio parere, quindi, niente soldi per sistemare davvero la strada, il fondo stradale, rendendola sicura e transitabile, senza vistosi allargamenti, rispettandone anche il valore storico. Men che meno per tutto il suo tragitto perchè la strada di Quoilo, quella che interessa a me, è tutta la strada di Quoilo, non solo una parte.
Il pericolo è che, semmai, sempre ammesso il consenso dei privati, arrivino i soldi per distruggere, ancora una volta, un’altra bellezza naturale (sempre e comunque fragile). Magari indicando nello sfruttamento della biomassa (legna da ardere) la motivazione principale (c’è sempre un occhio di riguardo alle energie alternative).
Circa un mese fa, vado a memoria, ho telefonato all’ufficio tecnico chiedendo se c’erano novità su questa strada. Mi è stato riferito che non c’era nulla di nuovo. Per ora.
Nel 2007 ho percorso la strada, da sopra Pian d’Adamo fino al suo innesto sulla strada per Col Vidal, scattando foto lungo tutto il suo tragitto, misurando nel contempo la larghezza della sede che, come ho già detto, non è mai inferiore a 1,80 m. Presento in seguito alcune di queste foto, tanto per far capire a cosa mi riferisco (per far partire la galleria cliccare su una miniatura …).