Certamente non per merito italico, ché lo stivale si mena da anni alla quinta posizione per numero d’arrivi internazionali. Per esempio, nel 2019 l’Italia fu calpestata da 65,0 milioni di turisti stranieri mentre la Spagna ne subì 83,5 milioni. Se poi si guarda al vil denaro eravamo un posto sotto, occupando il sesto, ché il Regno Unito ha meno rompicoglioni che però spendono di più.
Sia come sia, nell’anno orribile per il turismo, il 2020, l’Italia è schizzata al primo posto con 25,4 milioni di turisti (-61,0%) mentre la Spagna si è dovuta accontentare di 19,0 milioni (-77,2%). Certo, manca il dato francese per numero di turisti (che manca anche, misteriosamente, per il 2019) mentre c’è quello relativo alle entrate: supponendo che la spesa pro capite sia più o meno la stessa tra il 2019 e il 2020, cosa valida anche per l’Italia, il numero di turisti in Francia nel 2020 dovrebbe valere 45 milioni, cosicché la Francia ci toglierebbe il primo posto cacciandoci al secondo (e ben distanti).
In termini di entrate eravamo al sesto posto e siamo saliti “solo” di un gradino: gli stranieri in Italia hanno le braccine corte. La quota di mercato da entrate da viaggi internazionali, che era del 3,4%, s’è impennata (si fa per dire…) al 3,7%. Ebbene sì: poste a 100 le entrate da viaggi internazionali ‘O paese d’ ‘o sole, con 52 siti Unesco, i laghi più belli del mondo, le montagne più belle del mondo, le colline più belle del mondo, i mari più belli del mondo e le città d’arte più belle del mondo… e così spero sia di voi, di quelle entrate ha totalizzato, nel 2019, una fetta pari al 3,4% (la colpa è tuttavia del turista internazionale che non capisce appieno l’enorme potenziale nascosto negli italici borghi).
Fatto si è che, al momento, siamo una squadra fortissimi. Quale sia il cocktail di fattori che ha determinato questa inaspettata situazione da primato, almeno a quanto riportato dalla Banca d’Italia nella sua consueta Indagine sul turismo internazionale, non è di semplice e immediata analisi: con gli aerei sostanzialmente “a terra”, la posizione “centrale” dello stivale ha giocato un ruolo determinante. E poi abbiamo i coviddi più belli (e più buoni) del mondo! Le risultanze della stagione vacanziera che si consumerà tra breve aiuteranno a capire i perché dell’anomalia che, in quanto tale, abbiamo motivo di credere che svanirà nel nulla così come è comparsa dal nulla (pandemia permettendo); a meno che il covidda italico non venga nominato patrimonio Unesco dell’umanità).