In primis fu il presidente generale del CAI, tal Umberto Martini, che dopo aver brucato assenzio nelle sterminate praterie della retorica se ne uscì con alcune perle dialettiche da me raccolte e commentate in:
Sull’onda del fattore lisergico, il nostro portò il proprio pensiero a vette esplorative di inusitata bellezza espressiva che ho incastonato in e ora, per salvare i montanari, una legge sul gemellaggio montagna-pianura:
L’interesse di far lavorare anche le guide alpine e quelle di mezza montagna che stanno nascendo, è fondamentale per far vivere la gente nei paesi in quota».
… prima gemma dello sforzo pensante, seguita dal vero postulato fondante questo grandioso edificio di pensiero:
L’unico modo [per salvare i montanari] è di stabilire con la pianura e con le città legami stabili sotto forma di gemellaggi che porti all’organizzazione di escursioni fatte in collaborazione con chi in montagna ci vive: aumentando il lavoro anche degli operatori per far sì che possano vivere dignitosamente, con un reddito decente, e non solo sopravvivere».
Allucinazioni di così vasta portata non sono per fortuna frequenti anche se, me ne accorgo solo ora, il presidente del CAI potrebbe avere un emulo fra i cosiddetti giornalisti Rai (e forse quest’ultimo particolare potrebbe spiegare l’accaduto). A Pieve di Cadore, nel corso della presentazione della 16a Settimana nazionale dell’escursionismo del CAI nella quale ha svolto il ruolo di moderatore, tale Bepi Casagrande (giornalista Rai, per l’appunto, è più di un indizio) sarebbe riuscito a dire:
[…] L’obiettivo primario della manifestazione, come ha sottolineato il moderatore Bepi Casagrande (giornalista RAI) è permettere ai partecipanti di toccare con mano cosa è presente e cosa è possibile assaporare in un territorio montano come questo, in modo da poter rilanciare in quest’area una stagione turistica che permetta ai residenti di continuare a vivere in montagna.
La prima parte della frase è scontata, concetti così te li elabora anche un pesce appena lesso. E’ sulla seconda parte della frase che ti si drizzano i peli del culo, cioè lì dove si dice:
…in modo da poter rilanciare in quest’area una stagione turistica che permetta ai residenti di continuare a vivere in montagna.
Ora, la frase riportata sullo Scarpone non è virgolettata e quindi non è attribuibile con certezza a Casagrande, anche se la costruzione sintattica lascerebbe pochi dubbi a tal proposito. Io vivo la segreta speranza che un giornalista, tanto più della Rai, possa anche pensare una “puttanata” del genere (tale a me pare), ma che poi si guardi bene dal diffonderla urbi et orbi.
Perché, vedete, se bastasse la settimana escursionistica del CAI a risolvere i problemi turistici del Cadore (anche mettendo in conto futuribili effetti traino), saremmo tutti delle emerite teste di cazzo a non averci pensato prima. Quelli del campionato del mondo di sci da portare a Cortina, per dire, che ci stanno provando per la terza volta di fila, dilettanti! (a dire il vero, se penso alla figura di marmellata fatta in Corea, un po’ di dilettantismo affiora …). Del resto, basta andare in Carnia, dove la settimana escursionistica del Cai si è già svolta, e verificare lo straordinario fiorire del turismo colà radicatosi a seguito della manifestazione. E Bepi Casagrande l’ha fatto di sicuro, no? (è giornalista Rai!).
Quindi no, non dev’essere stato lui a pensare che tutto ciò … possa rilanciare in quest’area una stagione turistica che permetta ai residenti di continuare a vivere in montagna.
(il che sarebbe anche un bene visto che gli hanno dato la direzione de “Il Cadore” dalla quale dà voce, come non mai, alle municipalità del Magnifico Cadore; diversamente, fatemelo sapere, che taro il tiro)
(immagine: sportpower.it)