C’è un filo conduttore che lega il punto di appoggio di Col Ciampon al Parco della Memoria di Pian dei Buoi: ambedue, insieme ad altri luoghi, hanno fatto parte del progetto Interreg 2000-2006 “I luoghi della Grande Guerra in provincia di Belluno”. Esaurito l’intermezzo istituzionale, c’è un secondo filo conduttore che lega i due luoghi: l’intervento dei volontari che hanno dato continuità e profondità al progetto di recupero.
A Pian dei Buoi avevo progettato almeno tre interventi di ripristino di postazioni che includevano la ricostruzione delle medesime con la tecnica del blockhaus, similmente a quelle che si possono osservare a Col Ciampon. Ma i tacchini le aquile assise a suo tempo sugli scranni di Palazzo Venzo*, in una loro planata di rara lungimiranza, presero la decisione di mettere fine allo sviluppo del Parco della Memoria: dieci anni di abbandono, dieci anni mandati in mona.
A Pian dei Buoi, di certo, prima di pensare ai blockhaus bisognerà ridare dignità al Parco: ma per scoprire la magia di certe ricostruzioni vi basterà fare un salto a Laggio, sul Col Ciampon.
*(per i diversamente lozzesi, trattasi della sede municipale)
Auronzo di Cadore e Cortina d’Ampezzo a chiudere questa prima valutazione sui movimenti turistici del 1° trimestre 2021 con un calo delle presenze sul 2019, rispettivamente, di -61,8% e – 62,8% . Riassumendo in soldoni, sempre in relazione alle presenze rispetto allo stesso periodo del 2019: Italia -80%; Veneto e Provincia di Belluno -70%, Auronzo e Cortina -60%.
Facendo riferimento alle presenze totali, se l’Italia ha subìto un calo nel 1° trimestre 2021 dell’80% (79,7%) rispetto al 2019, per il Veneto l’inabissamento è meno pronunciato: -72,8%. E dentro il Veneto il STL Dolomiti accusa un calo del -75,7% (ma Cortina e Auronzo vanno meglio di quasi 15 punti) mentre la provincia di Belluno chiude il trimestre a -71,7%. Il Comprensorio Montagna si tiene di poco sotto il 70, con -68,7%.
(se tutto va bene nei prossimi giorni riattiverò la reportistica con i riferimenti agli altri STL e alle altre province…)
Divagazioni attorno all’incremento delle ricerche del termine “San Vito di Cadore” su Google Trend a seguito della messa in onda della “telenovela” “Un passo dal cielo”. Chiedo scusa per alcune incertezze nel discorso ma, come si vede, è una registrazione “a braccio” e senza montaggio.
Verso la fine, riferendomi a Cadore e Pusteria, parlo di “termine cliccato”: va inteso come “termine ricercato”. Il dato delle presenze turistiche della Pusteria non è di 8 milioni (era, ma i nostri “cugini” corrono…) ma, nel 2019, di 10.400.000; gli altri dati, sempre riferiti al 2019, sono invece sostanzialmente corretti.
Zazzaballa, una ne fa cento ne pensa. Zazzaballa, uno sforzo della natura. Siamo entrati nell’area plus, quella del bonus. Dice il nostro, dopo aver espulso la novella ordinanza:
“L’ordinanza definisce un passaggio del Veneto ad una fascia gialla ’plus’”, ha commentato il presidente del Veneto sintetizzando la filosofia delle nuove misure che entreranno in vigore domani e saranno valide fino al 3 dicembre 2020.
Se prendevi un cazzo di cane qualsiasi e gli dicevi di scrivere quell’ordinanza, be’, l’avrebbe fatta meglio (pur facendola alla… cazzo di cane). Dubbi interpretativi più ampi delle pampas argentine, coreografie in punto di diritto da far impallidire un commediante come Totò, più che un’ordinanza… una tarantella. Agevolo:
a.2. È consentito svolgere attività sportiva, attività motoria e passeggiate all’aperto, presso parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, ove accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività e in ogni caso al di fuori delle strade, piazze del centro storico della città, delle località turistiche (mare, montagna, laghi) e delle altre aree solitamente affollate, tranne che per i residenti in tali aree;
Per esempio, quella virgola dopo “al di fuori delle strade,”, esclude le attività consentite da tutte le strade della Nasion Veneta o è da intendersi legata alla frase successiva, cosicché da intendersi “fuori dalle strade e piazze del centro storico”, limitando quindi la sfera d’influenza al “centro storico”? Vallo a capire.
Ma soprattutto, cazzo vuol dire località turistiche? Cazzo vuol dire l’espressione “(mare, montagna, laghi)”? Cioè tutte le località del mare, del cielo e della terra? E poi, le colline del prosecco… chi se le incula? Una dimenticanza o un varco interpretativo lasciato lì apposta dall’azzeccagarbugli? Se sto sotto i 600 m sono in collina? E la montagna, è davvero tale se salgo sopra i 600 m o c’è bisogno di qualche altro parametro per darne efficace contezza. Mahhhh, saperlo.
E, di grazia, Lozzo di Cadore è da considerarsi “località turistica“? Potenzialmente, qualsiasi buco del culo nel creato può essere una località turistica, evidente no? Le 3632 presenze a fine agosto 2020 (con ben 152 presenze nel periodo degli arresti domiciliari, ops, lockdown, ossia marzo-aprile-maggio) rappresentano titolo sufficiente per permetterci di cingere la corona di località turistica?
Insomma, se uno di Camposampiero vuol venire a farsi una sgambata su uno dei sentieri del territorio di Lozzo di Cadore… non può farlo perché Lozzo è montagna, non può farlo perché Lozzo è località turistica, oppure può farlo perché Lozzo è sì montagna ma non località turistica?
E se io volessi andare a fare quattro salti in Val Scarabozza (Val di Tovo, Campoluzzo), un gioiello di valle e d’ambiente, comune di Laghi (Vicenza), comune che neanche trovo elencato tra quelli che costituiscono il movimento turistico veneto, potessi o non-potessi? Mahhhh!
Se sei di natura un coglione e vuoi andare in vacanza da qualche parte la prima domanda che ti fai, in chiave coronavirus, è: qual è il posto più sicuro? Oppure, qual è quello meno a rischio? Ma questa domanda te la fai anche se sei uno bravo. Sicché, se tanto mi dà tanto, non siamo messi proprio da dio. Nella classifica europea delle “Safety countries”, come da copione (nel senso che di solito siamo agli ultimi posti), l’Italia si trova al 32° posto su 33 (nella classifica mondiale non siamo tra i primi 40).
Per trovarci al primo posto… ehm… dobbiamo dare una occhiata all’altra classifica, quella del “Risk ranking“, dove orgogliosamente deteniamo il primo posto… al mondo. Fortuna vuole che Spagna e Francia siano rispettivamente al quarto e quinto posto.
E’ un peccato perché tale Vantaggi, direttore del Consorzio DMO Dolomiti, aveva delle idee meravigliose sullo spacciare le vette dolomitiche, già salubri-incontaminate-più-belle-del-mondo-e-così-spero-sia-di-voi, come aree coronavirus-free. Ora si tratterà di capire se i temerari turisti che nel prossimo futuro decidessero di affrontare la ventura di una vacanza, crederanno più a lui o a queste infauste classifiche.