don Bepi Da Pra che parla fascian
Ogni tanto ascolto i notiziari della Programazion Ladina TML (la Usc di Ladins …), e ne parlo come nel caso della luna piena ladina (Raes de luna) di qualche tempo fa. E chi ti trovo? Giuseppe Da Pra, don Bepi, anche così lo si sente chiamare nel corso del video, ladino lozzese trapiantato da mo’ in quel di Fascia per condurre, da Decano, le anime pie che lì dimorano, che si diletta a parlare delle cianpènes de Sen Nicolò in fascian (con qualche retaggio cadorino; dal minuto 3:35).
E mi viene in mente la capretta, mia figlia, che tornata da poco da un salto in Alta Badia, petulante come un’oca giuliva, mi parla trasalita dell’abitudine che hanno colà di parlare in ladino fin dalla più tenera età, della grande attenzione alla propria lingua madre che traspare in ogni cosa e così spero sia di voi amen.
Amadio, l’amatissimo Amadio, filosofo rustico nostrano, aveva ragione da vendere quando ebbe a dire: “Tosate piene de verme, magna pome e strapaza fasuoi“. La capretta fa dunque parte di quello stuolo de nsemenide che hanno ancora bisogno di vederla riconosciuta – qualsiasi cosa sia – da qualche altra parte del mondo, per ritenere che – allora – la si possa e debba fare anche qui. E’ per questo che la incoraggio – vivamente – a percorrere le vie del mondo: vai, vai a rompere i coglioni da qualche altra parte.