Della serie “punti di vista”.
«Puntiamo ad un’autonomia integrale, che significa superamento della tematica etnica per affrontare invece la sfida economica e le urgenze della crisi, garantire competitività e poter incidere a livello di nuove competenze e tributi. Dobbiamo partire dal disco per non dipendere più dalle scelte romane». Lo ha detto l’assessore altoatesino Thomas Widmann, ricordando che il Pil locale, nonostante la crisi, si è mantenuto a livelli di eccellenza.
La tematica etnica l’hanno sempre usata come vessillo, ma ai crucchen è sempre interessato prima il soldo: calvinisti travestiti da cattolici. Comunque, sappiatelo, in Alto Adige si punta ad un’autonomia integrale “per non dipendere più dalle scelte romane”. E allora chiamatela indipendenza, che ci capiamo prima.
Io, tuttavia, fossi in loro, mi guarderei bene le spalle perché se continua così ai taliane non resterà altro che spoliare anche le autonomie, le uniche che funzionano, cioè quella trentina e in particolare quella altoatesina. Ripeto: quando staranno per raschiare il barile, i taliane, non ci penseranno due volte a mungere anche “la montagna autonoma”. Ribadisco: se la ripresa dell’economia, vera o farlocca, tarderà ancora a farsi vedere, il miasmatico blob talian proverà a fagocitare le specialità. Non so se i bookmakers inglesi quotino già la cosa, ma se non l’hanno ancora fatto lo faranno a breve.
I cugini di Bolzano, nel ricordare lo status della loro situazione economica in questo momento di crisi…
Ma gli interventi e i risultati per tutelare la struttura economica altoatesina non sono mancati: 12 misure hanno permesso, in controtendenza rispetto al resto del Paese, di stabilizzare e consolidare l’andamento del Pil che in Alto Adige dal 2010 si è mantenuto sopra i 18 miliardi di euro, ai vertici nazionali e tra le prime 20 Regioni in Europa.
si danno la pena di elencare “le direttrici lungo cui dovrà proseguire nei prossimi mesi ed anni l’azione della Provincia per consolidare questa situazione”. Oltre alla già citata autonomia integrale:
Un secondo livello di intervento è quello dei contributi aziendali, «non più a pioggia ma mirati, accompagnati dalla riduzione dei tempi di attesa per le aziende e da una nuova sensibilità nella progettazione delle zone produttive», ha spiegato Widmann. Il concetto è quello di «usato prima del nuovo», vale a dire recupero di immobili senza dover sfruttare nuove aree verdi. «Stiamo elaborando gli standard di qualità, a settembre le nuove regole arrivano in giunta provinciale.»
Il terzo obiettivo riguarda la politica commerciale: «Tutelare la nostra realtà periferica e dei centri storici contro le liberalizzazioni incontrollate, mantenere regole chiare nelle zone produttive», ha riassunto Widmann. […]
Il quarto punto prevede lo sviluppo del modello del marchio ombrello dell’Alto Adige (nel frattempo raccoglie oltre 1000 prodotti locali) per arrivare al concetto di Alto Adige green region, nuovo posizionamento del sito economico contraddistinto da gestione responsabile dell’ambiente, fonti alternative e sostenibilità.
Il quinto traguardo raccoglie tutti i sostegni diretti dei prossimi bilanci provinciali alla conquista di mercati (incrementare la quota export dal 16 al 20%), allo sviluppo di infrastrutture e ricerca. In tal senso uno strumento essenziale di finanziamento sarà Alto Adige Finance.
E nel frattempo a Belluno?
Si racconta che il commissario Capocelli, sempre più solo, sempre più scoglionato, al momento di uscire ripeta tutte le sere a voce alta – rotta dalla costernazione – “dov’è che si spegne la luce qui?”