tra-le-righe
le bottiglie e le scorie radioattive non vanno nell’umido …
A dimostrazione che i cittadini sono “sempre più informati e preparati” nell’affrontare uno dei dilemmi della vita, la differenziata, Antenna 3 propone nel servizio dei testimonial d’eccezione.
Il campione è assolutamente rappresentativo. Le certezze sono granitiche. E’ così che l’uomo si riscatta, diventando animale sociale differenziante. Siamo a un passo dall’autofertilizzazione.
P.S. il mucchio di sporte piene di rifiuti per terra è una gentile concessione di quel dispettoso di Mazarol passato nottetempo. P. S.2 la sinistra figura del Roccon che incombe nell’immagine di apertura del video è un fastidioso effetto collaterale non voluto
Oggi quando?
Talvolta il Paleolitico ti appare più recente dell’ora-adesso-qui-in-questo-momento.
02-09-2011
VENETO/ECONOMIA: REGIONE, TOLLERANZA ZERO CONTRO CONTRAFFAZIONE(ASCA) – Venezia, 2 set – Gli occhiali sono un vanto della cultura, dell’inventiva e della maestria del Veneto dove a Venezia, nel 1284 nacque l’Arte dei cristalleri, che si occupavano anche della realizzazione di ”roidi de botacelis et da ogli e lapides ad legendum”, tradotti mezzo secolo piu’ tardi in ”rodoli de vero per ogli per lezer”.
Oggi questa manifattura ha il suo fulcro in Cadore, dove nasce una produzione che e’ un vanto nel mondo capace di coniugare la perfezione come supporto di tipo sanitario e di protezione e la bellezza dello stile. […]
Vedi anche: Auto-fellatio: occhiali e dintorni, la ricchezza del Cadore e la lotta ai falsi.
Auto-fellatio: occhiali e dintorni, la ricchezza del Cadore e la lotta ai falsi
Un comunicato stampa della Regione Veneto. Un perverso comunicato.
Ad altro non sono riuscito a pensare. Prorompente, è emersa la figura di Gabriele D’Annunzio affaccendato nella meno nobile delle leggende che sulla sua figura trovano perno. E dire che, con una certa pratica, non occorre neanche metter mano alle costole (come in seguito ampiamente dimostrato).
L’occhialeria del Cadore, la sua inventiva, la sua storia e la lotta a tolleranza zero ai falsi saranno al centro di un incontro con la stampa che si svolgerà domani, venerdì 2 settembre, a Palazzo Balbi di Venezia, sede della Giunta regionale, con inizio alle ore 11,30, per iniziativa dell’ANFA, l’Associazione Nazionale Fabbricanti di Articoli Ottici.
Alla conferenza interverranno il presidente di ANFAO e MIDO (la Mostra Internazionale di Ottica, Optometria e Oftalmologia) Cirillo Marcolin, il presidente del Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore Vittorio Tabacchi, il presidente di Certottica (l’Istituto Italiano di Certificazione dei prodotti ottici) Floriano Pra con il direttore generale Luigino Boito, il presidente di Unioncamere Veneto Giuseppe Fedalto e l’assessore alla tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato.
Nel corso dell’incontro sarà presentato il volume “Occhiali e dintorni, storie straordinari e di invenzioni rivoluzionarie. Le collezioni del Museo dell’occhiale di Pieve di Cadore”, curato da Alessandra Albarello ed edito da Fabiano Editore. Sarà anche presentata la seconda edizione “Venezia Fashion Night”, manifestazione internazionale dedicata alla moda. Sarà inoltre l’occasione per delineare la concertazione pubblico – privato per una lotta senza quartiere ai falsi e alla contraffazione.
tra riforma della legge elettorale e ‘Scuola di Amministrazione’ in Cadore
Che ci sia bisogno di una radicale riforma della legge elettorale è fuor di dubbio. Che questa riforma debba andare nella direzione del ritorno alle preferenze è altrettanto chiaro. Dal punto di vista strettamente tecnico la materia è tuttavia molto insidiosa, perché bisogna considerare una serie notevole di elementi che vanno a generare il quadro elettorale finale. Non basta cioè dire semplicemente “si deve tornare alle preferenze”. Vi sono varie ipotesi di riforme che mettono al centro il loro ritorno, ma ognuna di esse porta a risultati “generali” diversi dalle altre.
E’ positivo che nella società civile, da un po’ di tempo a questa parte, ci sia un ribollire continuo su questo tema. E’ altrettanto positivo che anche nei consigli comunali si inizi a prendere atto di questo stato di cose e si incoraggi la necessità della scelta dei politici da parte dell’elettore additando come feudale ed ormai anacronistica la loro imposizione da parte dei partiti (che è quello che succede ora). Bene quindi la scelta del sindaco di Calalzo di dare spazio in consiglio comunale a questo cruciale argomento.
Vedo molto più torbidamente invece la seconda proposta, quella relativa ad una “scuola politica in Cadore” (vedi anche Corriere). Non perché non ve ne sia, in linea assolutamente generale, il bisogno, ma per come viene (non viene) tratteggiata e “data in pasto” alla gente.
Cosa vuol dire “scuola di politica o di amministrazione che dir si voglia?”. Si fa riferimento ad un corso serale di 100 ore, ad uno stage annuale con obbligo di frequenza, ad un e-learning via web con o senza tutor? Quali materie si insegneranno? Verrà data la preferenza alla lettura ed interpretazione dei bilanci (caso di studio quelli di BIM GSP) o sarà dato più spazio alla retorica ed alle capacità comunicative? E qualche lezione su come gestire i social network? La classe docente: Sartori, Panebianco, Pasquino, Pelanda? O qualche sindaco de noantri? Alla fine del corso esami con voto o attestato di frequenza?
Dulcisi in fundo: “Sono disposto a fare la mia parte, anche finanziando questa “Scuola di Amministrazione”. Capitolo introduttivo al corso di demagogia?
Io ho a cuore l’assetto idrogeologico del Cadore. Sono quindi intenzionato a creare la fondazione “No al dissesto idrogeologico in Cadore”. E sono disposto a finanziarla.
estate cadorina: la domenica, oltre al pane fresco, pulizia dei punti fuoco
Non siamo ancora alle struggenti pagine di Cuore, ma vicini ad una sceneggiatura tipo Elisa di Rivombrosa sì. Faccio riferimento a quanto riportato sul blog del sindaco di Calalzo e su un articolo del Gazzettino. Devonsi rilevare più punti “rivombrosi“. Uno invece è certo e limpido: “per la prima volta anche in una giornata festiva“. In seguito alcune riflessioni. In marroncino le citazioni dagli articoli lincati (i neretti sono miei).
Parte da domenica prossima la pulizia dei punti fuoco e delle piazzole ecologiche più utilizzati dai turisti. Per la prima volta anche in una giornata festiva, e per tutti i fine settimana di luglio e agosto …
Messa giù così sembra quasi una rivoluzione copernicana. Cade l’ultimo tabù: lavorare la domenica. Per di più, pulendo i punti fuoco e le piazzole ecologiche utilizzate dai turisti.
Dovrebbe essere una nostra speranza che, perlomeno per i primi 20 giorni di Agosto, tutte le giornate siano “festive“. Suggerisco quindi di avvisare gli operatori domenicali che la musica potrebbe per loro ripetersi quotidianamente …
“Abbiamo chiesto quali fossero i Comuni interessati e fatto un monitoraggio delle aree che si intendevano presidiare. Ne è emersa una lista di priorità, tra cui la Fontana del Sass a Tai, la zona di Loreto a Lozzo, Lagole e Praciadelan a Calalzo …
Quattro comuni insieme per il decoro e la riqualificazione dell’ambiente. Pieve, Calalzo, Lozzo e Perarolo, con la Comunità montana Centro Cadore, metteranno in campo un servizio per la cura e il presidio del territorio.
Ma non erano 9 i comuni della CM Centro Cadore? Gli altri, Auronzo, Valle, Domegge, Lorenzago e Vigo non hanno piazzole da offrire a sostegno del nuovo servizio o semplicemente ritengono di dover usare diversamente (e meglio?) il proprio monte ore?
I 4 moschettieri sarebbero ora uniti per il decoro e la riqualificazione dell’ambiente. Ma va? Un po’ come i portieri che vengono messi in porta per parare? Un nuovo ruolo dal prossimo campionato. Noi che credavamo che il decoro e ecc. ecc. fossero compiti dello spirito santo.
… la Comunità Montana avvalendosi degli operatori della Cooperativa sociale Cadore metterà in campo un servizio fondamentale per la cura e il presidio del territorio …
La pulizia dei punti fuoco (in particolare se di domenica) è quindi un servizio fondamentale per la cura ed il presidio del territorio: intuizioni keynesiane di questo tipo ci rassicurano e ci fanno ben sperare.
Non so se a Loreto Bottacin, oltre a piantare le palme e le sagome (di alcuni animali), riuscirà a piantare anche dei punti fuoco. La cosa non credo sarebbe ben vista dal papa al quale il parco solare di Loreto è stato dedicato. Ma anche la madonna, credetemi, che era quasi diventata nera a forza di avere tra i piedi i “servizi forestali”, non potrebbe certo sopportare iniziative di tal fatta. Tenuto conto, in particolare, che dovrà con ogni probabilità nuovamente sopportare la visita agostana del Bossi, del Calderoli e, soprattutto, dello snake Tremonti (per favore tenete lontano almeno il Trota).
Se, quindi, sperabilmente, gli operatori domenicali non dovranno, a Loreto, pulire punti fuoco, che altro potrebbero fare se non rompere gli zebedei? Probabilmente saranno impiegati nella “riqualificazione ambientale”, che noi semplici definiamo “taià l erba” o, nella versione tecnologicamente avanzata, “taià le bruse“. In questo caso chiediamo la possibilità che tale servizio, che ora sappiamo essere fondamentale per la cura del territorio, venga magari svolto infrasettimanalmente, per non rompere i già citati zebedei ai locali che lavorano durante la settimana.
Il turismo infatti è fortemente legato alla cura dell’ambiente …
Difficile essere in disaccordo con questa solare massima. Però conforta sapere che se ne sono finalmente accorti.
Dopo anni in cui si è concentrati sull’industria e il territorio ne ha decisamente risentito, oggi la nostra vocazione turistica non può prescindere dalla cura dell’ambiente e dall’offrire servizi ed attenzione agli ospiti …
Negli anni passati, cari amministratori, nessuno di voi si è mai concentrato sull’industria (ci mancava anche questa, sarebbe stata una disgrazia epocale). Gli imprenditori hanno fatto, bene o male, il loro mestiere: siete voi amministratori che non avete fatto il vostro trascurando la cura del territorio (complice uno Stato di m… che ha sempre relegato la Montagna fra “gli ultimi”).
Inoltre, non è per niente vero che il territorio ne ha decisamente risentito. Per fortuna esso è sostanzialmente integro, ha solo seguìto il suo “naturale” indirizzo di crescita, essendo venuto a mancare l’intervento artificiale connesso con le varie attività umane che, solitamente, tende a renderlo più attraente agli occhi del turista. Quindi oggi ci troviamo con un ambiente naturale sano che va, se lo si ritiene opportuno, rimodellato con interventi antropici per renderlo più confacente alla nostra idea di “sfruttamento” di questa risorsa. Punto.
Lo facciamo con atti concreti e non con demagogia o chiacchiere e le risorse messe in campo e i risultati raggiunti lo dimostrano ampiamente.
Infatti.