sul bolpar una visione new age del GAL Altobellunese
Sempre a p. 21, subito di seguito al bollettino sismico, il bolpar dà spazio alla descrizione del GAL Altobellunese. La prosa giovane e limpida del vulcanologo (sempre con simpatia), diventa appiccicosa, quasi untuosa, nelle successive righe dedicate appunto al GAL. Non credo proprio si tratti della stessa persona, nel qual caso bisognerebbe darle atto di sapersi “calare nella parte” con grande agilità.
Il GAL dunque ha lasciato la sede di Cima Gogna per trasferirsi, così è scritto, “nel signorile palazzo Pellegrini“. Signorile da quale cono visuale? Il vulcanologo sarebbe stato più preciso indicando un punto cardinale: perché se la parte signorile è quella che si vede da nord (la componente Olcoloz), allora quella che si vede da sud potrebbe essere una Versailles cadorina.
“La decisione (da parte del GAL di spostarsi, ndr) ai più è giunta inattesa, anche se non v’è da dubitare che essa sia il frutto di una lunga trattativa“.
L’untuoso estensore della noterella deve avere il popolo lozzese in alta considerazione, se reputa che la decisione di spostarsi “ai più sia giunta inattesa“. Perché tutti noi, ma proprio tutti eh, seguivamo da anni con apprensione il larvato sviluppo di quella ‘orrenda’ creatura che non era ancora riuscita a diventare la splendida farfalla che invece, ognuno di noi con granitica certezza, sapeva celarsi dietro quelle orripilanti sembianze. Le mancava solo lo spazio per impuparsi e trasformarsi.
Non solo, ma “non v’è da dubitare che essa sia il frutto di una lunga trattativa“. I ragazzi di Per la Gente di Lozzo sono troppo seri; io invece, che serio non sono, se fossi al loro posto scriverei una asciutta interrogazione per chiedere al sindaco: “Dicci, dai, raccontaci tutte le difficoltà che hai incontrato in questa estenuante trattativa, compresi tutti i piccanti retroscena che non possono non aver colorato di giallo questa nuova conquista che, fulgidamente, dimostra il primato dell’intelletto dell’homo sapiens sapiens”. Avete presente i trattati di Camp David per la pace in Medio Oriente, oppure quelli che hanno preceduto l’adesione della Cina nel WTO? Acqua fresca in confronto.
Continua l’untuoso: “Va inteso che avere nel proprio comune questa sede, comporti anche per gli amministratori comunali un certo grado di soddisfazione“. Se non altro si sono gettate le basi per assicurarsi il riscaldamento di parte dei locali. Quando l’acqua calda circola, è poi un attimo aprire il rubinetto anche “di là”, permettendo la sopravvivenza delle nuove creature che popoleranno l’ambiente, prima fra tutte la spostanda biblioteca comunale (e questo è un bene, se così sarà, di cui bisognerà tener conto).
Dispiace, ma proprio con tutto il cuore, per i cugini auronzani che, privati di una sede così prestigiosa ed internazionalmente riconosciuta, dovranno ora correre ai ripari: sembra che la “Società Bocciofila Toscana” si sia dichiarata disposta ad aprire da loro una sede estiva, cosa che colmerebbe se non del tutto almeno in parte la sopravvenuta dipartita del GAL dal proprio territorio.
Sempre l’appiccicoso: “Questo nuovo insediamento (del GAL, ndr) può essere visto anche come un primo e fondamentale passo verso la creazione di quel Centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale che ne aveva motivato il recupero (dell’edificio, ndr)”. Bello il dubitativo “può essere visto“, spalanca un universo di possibilità quasi infinite.
Io credo che bisognerà forzatamente farsene una ragione: bisognerà cioè, da subito, convincersi che GAL e ‘Centro territoriale ecc.’ siano la stessa cosa. Anche perché, se nel signoril palazzo che è già in parte occupato proprio dal GAL ci mettiamo la spostanda biblioteca comunale, lo spazio che resterebbe al ‘Centro territoriale ecc.’ non potrebbe andare oltre una lapide commemorativa del tipo “Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro”.
Una ultima considerazione. L’ ambiguo estensore della noterella avrebbe dovuto fare lo sforzo di chiarire l’acronimo del GAL: Gruppo di Azione Locale. Inoltre, il fatto che il bolpar giunga in ogni famiglia, anche a persone non avvezze all’uso del computer e di internet, non giustifica il non dare rilievo all’indirizzo web al quale esso è raggiungibile ed al quale, eventualmente, spegnere la propria sete di sapere, non foss’altro per prendere atto di chi sono i suoi compagni di viaggio (pur sapendo che Mr. Google ti sa dire anche qual è il colore di mutande che tu indossi oggi).