Reolon, altro uomo di poca fede (vuoi mettere Bressa)
Al pari di Toscani, anche se le motivazioni si devono presumere diverse, anche l’altro dei tre moschettieri regionali belluneggianti, Reolon, non ha dimostrato di avere una grande fede nel mantenimento dell’integrità territoriale della Provincia di Belluno.
Sempre in occasione della bocciatura in Commissione bilancio dell’emendamento che prevedeva la deroga per Belluno e Sondrio al provvedimento di riordino delle Province, Reolon ebbe a dire (30 luglio 2012):
[…] «E ora abbiamo chiuso – continua Reolon – perché in aula il governo porrà la fiducia sul testo. Niente deroghe: per Palazzo Piloni non c’è più niente da fare».
Poi, per fortuna, sappiamo che lo scoramento del moschettiere piddino è evaporato a fronte della decisione governativa di “salvare Belluno” dal riordino previsto. Al cupo sconforto provato da Reolon in quel momento si era opposto il fermo ottimismo dell’onorevole Bressa che così si esprimeva: «la speranza è di piazzare l’emendamento in un altro provvedimento ».
Nel dettaglio non è proprio andata a finire così, ma alla fine Reolon, uomo di poca fede, non ha potuto che riconoscere a Bressa – compagno di scuderia -, la caparbia lungimiranza sul futuro della nostra Provincia, non solo per la “profetica” frase pronunciata in quella circostanza, ma per tutto l’impegno profuso fino al risultato di qualche giorno fa.
[…] Gianclaudio Bressa, che ha seguito questa questione fin dall’inizio, che ci ha lavorato e che mi ha sempre garantito che sarebbe finita così.
Speriamo davvero che l’ottimismo di Bressa ci sostenga “fino in fondo”: perché ora, a far paura, è proprio il Parlamento, che deve convertire il decreto ministeriale in legge. Diversamente dovremmo dar ragione all’uomo di poca fede: “per Palazzo Piloni non c’è più niente da fare“.