panorami da Soracrepa bis: (oltre al cesso comunale c’è di più)
Sempre da Soracrepa, come il precedente. Tecnicamente fa pena, ma dà un’idea del luogo.
(clicca sull’immagine per ingrandire: 2000 x 580 px)
Sempre da Soracrepa, come il precedente. Tecnicamente fa pena, ma dà un’idea del luogo.
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Il 5 ottobre, oltre al cesso comunale (qui il cesso propriamente perimetrale), a Soracrepa ebbi modo di fare qualche altro scatto panoramico…
(clicca sull’immagine per ingrandire: 2000 x 740 px)
Altro tuffetto nel passato, sempre agganciato a quel accorato poemetto cavalleresco, rivelatosi poi patetico oltre ogni misura, apparso sul bollentino comunale il casermino. Dopo la conquista del casermone (tra l’altro, analisi lessicale: ma chi cavolo vuoi che lo definisca “casermone”, se non un foresto incompetente), il graffiante dubbio:
E adesso?
Pronta la risposta del sindaco, che commenta soddisfatto:
“Adesso cercheremo di eseguire qualche intervento per tamponare la situazione di degrado in cui è stato lasciato il fabbricato”.
Non è meraviglioso tutto ciò!? Nulla. Non è stato fatto nulla, se non – ogni tanto – un colpetto alle canadesi che, riottose, dal tetto avevano cominciato a popolare le immediate adiacenze della caserma. Una sveltina, insomma, un tacconamento flash.
Poi, conoscendo il grado di casino, abbandono, incuria, negligenza, desolazione e trascuratezza che in questi anni, compreso quello che sta correndo, hanno avvolto la caserma e le aree circostanti ad essa, non vi fa scompisciare dalle risate l’affermazione secondo la quale, allora, “il fabbricato sarebbe stato lasciato in una situazione di degrado?“.
Perché, se quello di allora era degrado, quello di adesso è imbarbarimento. Ripeto:
imbarbarimento!
Si dirà che è tutta colpa del favonio, ma non è così.
La colpa è dei brandelli di copertura (le canadesi) che i nostri eroi (gli stallieri comunali) non hanno tamponato quando avrebbero dovuto. Tali brandelli, infatti, sbattevano al vento dalla primavera precedente l’arrivo del favonio (quella 2014), e, se tamponati, avrebbero consentito di passare un’altra stagione di infame stallo, ma almeno le canadesi sarebbero rimaste sul tetto.
Io però una volta glie lo dissi al signor sindaco di Lozzo. Statte attento sindaco, che lassù il vento soffia e la bufera infuria. (vedi anche qui)
Ma, accidiosi, gli stallieri in quella stagione nulla fecero, nonostante i pomposi propositi. Giunse quindi, inaspettato, il favonio. Non il favonio in sé, che spesso spira impetuoso, ma la mancanza di neve, un tappo che avrebbe parato il culo agli accidiosi stallieri. Ma così non fu (vatti a fidare del favonio e della neve).
La natura, perfida, ci regalò quindi questi due spettacoli: il tetto della caserma smutandato e la diaspora delle canadesi (che si sono andate a sommare al letamaio preesistente).
Colto di sorpresa da terga, il sindaco corse affannato a… stendere un telo pietoso. Poi venne il disgelo e la radiazione solare, a quelle quote zeppa di uv-a, uv-b, uv-c, uv-d… fece il suo corso. Sì, dalle foto il telo ci sembra più che compromesso; e sotto non c’è nulla che trattenga l’acqua dal tuffarsi ad abbracciare la Caserma in un convulso e umido amplesso.
(faccio un disegnino?)
Dopo una scorsa al presente (ottobre 2015), qui la savana e qui il casino, l’abbandono, l’incuria, la negligenza, la desolazione e la trascuratezza, facciamo un breve tuffo nel passato. Torniamo a quel bollentino comunale (talmente bollente da apparirmi, oserei quasi dire…, pornografico!), nel quale l’amministrazione riportava nientepopodimeno che la notizia della “liberazione del casermone”.
Già allora, va detto, s’insinuava una specie di subdolo dubbio (introdotto da quel “ma adesso”, che nulla di buono, diciamocelo, lasciava presagire). Ecco che c’era scritto nel prosaico incipit del bollentino, in questo numero: “il Casermone Soracrepa è stato liberato”.
“Ma adesso bisogna utilizzarlo bene”.
Ecco. Caro sindaco (ma un dolente pensiero va naturalmente anche a tutti i consiglieros), ficcatelo, bene, in testa: no, non ci sembra che il modo con il quale la “questione caserma” (con annessi e connessi e… dintorni) è stata gestita in tutti questi anni – dal novembre 2010, anno della dichiarazione di… insipienza, fino ad oggi (tutto ben documentato sul BLOZ) – si possa anche minimamente accostare al concetto, pur vago, di “utilizzarlo bene“.
(faccio un disegnino?)
Puffo ha lasciato questo commento:
Generazioni di Lozzesi hanno costruito e mantenuto Ciareido,
volontari cercansi, io ci stò!
Ricordiamoci che il comune siamo noi, l’amministrazione comunale
è l’espressione del nostro voto e queste foto sono l’evidenza di averlo buttato non nell’urna, bensì nel cesso o a qualche metro di distanza.
No, Puffo, no!
Per queste cosette serve solo un banalissimo sindaco. Ai volontari, altri e più impegnativi progetti sarebbero destinati.
Questo sindaco, probabilmente a sua insaputa (questa è ironica, mi raccomando), è riuscito a soffocare un volontariato di alta qualità, che da 10 anni 10 si stava occupando del Parco della Memoria di Pian dei Buoi. Con la connivenza dei teneroni della locale sezione Cai, un progetto di vasta portata è stato buttato alle ortiche. Sono passato qualche giorno fa per raccogliere quelle foto ed ho potuto misurare la desolazione in cui il Parco è stato lasciato.
A me non resta che, col tempo, documentare a futura memoria ciò che abbiamo fatto e ciò che si dovrebbe fare.
Lascia stare, Puffo. Almeno fino al momento in cui questa accozzaglia di amministratori non dovesse esprimere giusta e pubblica vergogna. Se tu fossi un consigliere, anche di minoranza, non proveresti forse la più acuta vergogna per tutto ciò? E non prenderesti, anche se di maggioranza, soprattutto se di maggioranza, le distanze da un tale letamaio?
Poi, se hai voglia, leggiti il prossimo post sulla caserma, “ma adesso bisogna utilizzarlo bene”; fai una scansione temporale, torna indietro al 2010, poi torna qui ora, poi fatti questa domanda: “hanno qualcosa da nascondere?, hanno una qualche inconfessabile paura? o sono tutti, tutti, degli zero assoluto?”.
(da un anno a questa parte, perlomeno, nessuna paura dovrebbero avere, visto che il capetto nel 2014 ha confermato che la caserma “è nostra al 100%”, quindi non resta che cercare nel nulla!)