A complemento di quanto pubblicato in andamento demografico in Cadore: 2011 a confronto con 1951 e 2001 vengono qui proposte le tabelle con i relativi grafici riguardanti l’andamento demografico in Val Pusteria (Alto Adige). Le tabelle contengono gli stessi dati ma sono ordinate rispettivamente per comune, per % variazione del 2011 sul 2001 e per % variazione del 2011 sul 1951 (vedi freccetta rossa), così come i grafici che seguono. Non ci vuol molto a notare che la situazione in Val Pusteria è improntata ad un solido sviluppo – innanzitutto demografico ma che si riflette nella sfera sociale ed economica -, tanto quanto quella del Cadore è improntata ad un raccapricciante declino.
Dati: Istat tratti da Wikipedia fino al 2001, tratti da Istat per il 2011
A seguito di quanto pubblicato in andamento demografico in Centro Cadore: confronto fra 1951, 2001 e 2011 nel quale viene preso in considerazione il solo Centro Cadore, ecco proposto l’andamento che coinvolge il Cadore nella sua interezza. Le tabelle contengono gli stessi dati ma sono ordinate rispettivamente per comune, per % variazione del 2011 sul 2001 e per % variazione del 2011 sul 1951 (vedi freccetta rossa), così come i grafici che seguono. L’abbiamo già detto: oce da piande. In seguito i dati della Val Pusteria e della Carnia.
Dati: Istat tratti da Wikipedia fino al 2001, tratti da Istat per il 2011
Da quella esperienza sono tornati indietro tutti piuttosto rigidi, per non dire impalati: certe cose fanno male, dovunque ti arrivino. Giova forse ricordare che molti ampezzani – in particolare quelli di stretta osservanza asburgica – avvampano ancor oggi quando si ricorda loro tal figura meschina.
Ora la Regione Veneto ha regalato a Cortina 300.000 euri con cui giocherellare al prossimo giro dell’oca, il “Campionato mondiale di sci 2019”. Avendolo preso tra i denti in Corea – diciamo pure così, anche se la zona di atterraggio è più vicina al terreno – la prossima candidatura ai mondiali del 2019 dovrebbe, ragionevolmente, essere già più a portata di mano. Anche considerando che il caravanserraglio avrebbe la cornice del pa…, patri…, dai che ce la fate, del patrimo… nio dell’umanitààààà. Bravi, non era poi così difficile.
Il sindaco di Cortina, giulivo, festeggia l’elargizione regionale sostenendo che è utilissima in quanto quelli della FIS sarebbero più docilmente bendisposti verso la Regina dal misurare che anche le istituzioni e la gggente sono favorevoli alla sua candidatura (ma va?). E’ per questo che in tutto il Cadore, spontaneamente, i comitati CRC (Case di Riposo Cadorine) si sono prodigati per produrre due clip video a sostegno della candidatura di Cortina ai mondiali del 2019, una versione con dentiera e una senza. A Franceschi è lasciato l’onere di scegliere quali fra le due adottare a supporto del prossimo lancio della campagna di promozione.
Comunque, un augurio possiamo farlo, al giulivo sindaco. Traendo divina ispirazione dal seguente illuminato passaggio relativo alla candidatura del 2017, nel quale, disinvoltamente, il sindaco si scava da solo la fossa elogiando la nostra fantasia in rapporto alla vincitrice St. Moritz che «è svizzera in tutto e per tutto» (ma va?), consigliamo di rimanere più sul vago quando si parla di «colpo di coda tipico di noi italiani». Così, se ci dovesse capitare ancora di farcela addosso, che almeno succeda alla luce del sole, e non dentro una fossa scavata con la propria italica fantasia.
[…] loro sono svizzeri in tutto e per tutto quindi sembra che funzioni sempre tutto bene però a me piace anche un po’ la nostra intraprendenza la nostra fantasia ed il colpo, diciamo, di coda tipico di noi italiani che con la fantasia riusciamo a colmare questo gap .. certo hanno più soldi ma forse noi siamo un po’ più fantasiosi …[..]
p.s. se si segue l’intero video si possono sentire anche le candide ed ingenue stronzate dette da Tomba (che va perdonato per tutto ciò che ha fatto per lo sci italiano)
Continuando l’analisi dei dati sull’andamento demografico in Centro Cadore (nel quadro delle ragioni a sostegno dei referendum per la conquista dello status di Provincia di Belluno-Dolomiti Autonoma ovvero del passaggio al Trentino Alto Adige), propongo la situazione già osservata in andamento demografico in Centro Cadore tra il 1951 ed il 2011 focalizzando l’attenzione sul confronto fra i trend di lungo periodo (differenze con il 1951, 60 anni) e quello di breve periodo (differenze con il 2001, 10 anni). Come si vede siamo ben lungi dall’arginare il declino demografico (se poi andassimo a vedere i saldi naturali e migratori distinguendoli fra loro la situazione sarebbe ancor più cupa).
Avevo già avuto modo di dire in alcuni commenti – in coda ad uno degli articoli (uno, due, tre, quattro, cinque) scritti sul referendum che Pieve di Cadore farà per il passaggio alla regione FVG – che la montagna friulana, pur facendo parte di una regione a statuto speciale, non sta tanto meglio di quella veneta (qualcuno si ricorda il fiume di gente furlana che scendeva ogni giorno dalle corriere nelle fermate cadorine?), che fa invece parte di regione ordinaria (meglio: regione ordinaria costantemente munta dallo stato italico).
Tenendo conto che Tolmezzo fa 10.000 abitanti, cioè il 25% di tutta la popolazione della Carnia, ecco come si presenta il suo declino demografico. Dal 1951 ad oggi, esodo e declino delle nascite vero e proprio hanno tolto 22.175 persone dalla montagna carnica, il 36%. Negli ultimi 10 anni il declino si è smorzato con una perdita di 1.332 persone, “solo” il 3,3%, ma di crescere non se ne parla. Tanto per dire che di politiche di ampio respiro “per” la montagna, non è che se ne vedono neanche in FVG. Ci vuole un fisico bestiale … in Regione Dolomiti.
Riprendendo la tabella pubblicata da @frank che ha tradotto i grafici già pubblicati sull’andamento demografico in Cadore e in Val Pusteria in dati, propongo qui la prima tabella relativa ai comuni del Centro Cadore relativamente alla differenza fra la popolazione residente ai censimenti del 1951 e del 2011.
In seguito verrà pubblicata la situazione relativamente alla Val Pusteria: si tenga solo conto del fatto che, mentre in Centro Cadore si è assistito ad un calo demografico pari al 10,4% di quella che era la popolazione nel 1951, nel Veneto la crescita è pari al 24% mentre in Val Pusteria – tanto per fare un confronto geomorfologico omogeneo – la crescita è del 60,9%. Va da sé che il tutto è a sostegno fattuale delle ragioni dei referendum per passare con il Trentino Alto Adige per la Regione Dolomiti.
Andamento demografico in Centro Cadore tra il 1951 ed il 2011