andamento delle presenze nei Settori Turistici Locali (STL) del Veneto – 2012
Aggiorno con i dati del 2012 il precedente articolo che descrive graficamente l’andamento delle presenze nei Settori Turistici Locali del Veneto.
Aggiorno con i dati del 2012 il precedente articolo che descrive graficamente l’andamento delle presenze nei Settori Turistici Locali del Veneto.
In tema di unioni di comuni (e delle riscoperte dell’acqua calda) mi ero ripromesso di pubblicare la “cronistoria” dell’apparire delle varie unioni su suolo veneto (perlomeno fino al 2009). Morale da quattro soldi: se ti volevi unire lo potevi fare fin dal 1992; la prima unione costituita in Veneto risale al 1997, Quero e Vas (recentemente fusi) erano uniti dal 2000. Ecco la tabella, tratta dal vecchio sito Anciveneto:
Voleva farci sapere che è andato a Strasburgo. Il leghista e/o legaiolo Toscani, in qualità di vicepresidente del Consiglio del Veneto, si è recato al 24° congresso del Consiglio d’Europa (noooo: si è recato al Congresso dei poteri locali del Consiglio d’Europa, il Consiglio d’Europa è cosa diversa, ma tutti i giornali hanno copiato come oche giulive dall’originaria agenzia) in rappresentanza dell’assemblea regionale.
Questo “Congresso” è nato nel 1994 (non nel 1949, oche giulive) ed è uno dei tanti tentacoli di quella super baldracca che è la cosiddetta “‘Europa”, buco senza fondo che, attraverso tecnocrati e burocrati nominati – non eletti, nominati – ha come principale oggetto il metterlo nel culo agli europei che, già di loro, sono “novantagradizzati” (come ebbe a dire Crozza-Maroni un po’ di tempo fa).
Ma a parte questo, il lagunare con in testa il cappello da montanaro, tal Toscani, appunto, ha sostenuto che:
«Sulla fusione dei Comuni, il Cadore può diventare un laboratorio a livello europeo per la sperimentazione di un modello amministrativo ottimale».
E’ quanto sostiene il vicepresidente del consiglio regionale del Veneto, Matteo Toscani, impegnato in questi giorni nei lavori del 24^ congresso del Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale con sede a Strasburgo nata nel 1949 con lo scopo di promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali. Oggi gli Stati membri del consiglio sono 47 e rappresentano tutti insieme ottocento milioni di abitanti e con oltre duecento mila regioni e municipalità
L’attuale segretario generale del Congresso, tal Andreas Kiefer, tempestivamente informato della intemerata affermazione, ha digitato su gugl “fusione comuni cadore” e, in decima posizione (perlomeno a me or ora), gli è apparso l’arcangelo GabriBLOZ che gli indicava questo articolo antefatti fallimentari alla fusione dei comuni centro-cadorini: servizio associato di polizia locale ‘Centro Cadore’.
Sembra che, dopo averlo letto, Kiefer sia sbottato in un “Namo bbene!“.
Perché Kiefler non ha ancora letto niente sul Bim-Gsp e sul suo ormai famigerato buco (inferiore solo a quello della baldraccona Europa), altrimenti gli si drizzerebbero tutti i peli del c..o (e guardate che ce ne vuole eh). Bim-Gsp, la fusione di tutti i comuni del bellunese per dare un servizio di qualità eccelsa nel campo della erogazione e fornitura dell’acqua (quest’ultimo periodo andrebbe letto con l’enfasi tipica dei filmati dell’Istituto Luce, avete presente …?). Una fusione, quella del Bim-Gsp, che dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, che fondersi si può e che, sì, il Cadore ed il bellunese possono diventare un laboratorio a livello europeo.
C’è forse una fusione che fa più paura di quella del nòcciolo (non del nocciòlo, Corylus avellana o nosolèi, mi riferisco a quello di Fukushima)? Certo che c’è, eccome se c’è.
In tema di “Unioni dei comuni” (per le “fusioni” si dovrà attendere il futuro prossimo venturo, anche se qualche “colata” si conta già ed una in particolare è stata da poco attuata in provincia ed è in attesa che el pueblo ratifichi la decisione via referendum) ecco qui due elementi da aggiungere al quadro complessivo della situazione: il totale delle unioni a livello nazionale e quelle esistenti in Veneto. Nella prima tabella, con il termine “Adesione media” si intende il rapporto tra i comuni aderenti ed il numero di unioni (ossia quanti comuni hanno aderito in media per ogni unione costituita). La tabella è ordinata per regione in relazione al numero di comuni aderenti sul numero totale dei medesimi.
Da qualche parte avevo anche il link alla sequenza temporale con cui le unioni venete sono state create ma non lo trovo più né da me né su Google (appena posso cerco meglio …). Qui il sito Anci delle Unioni: rispetto alla tabella riepilogativa nazionale qui presentata (tratta per comodità da Comuniverso.it), quella di unioni.anci.it presenta qualche lieve differenza. Qui la pagina Wikipedia sulle Unioni. Qui invece la legge regionale n. 18 del 27 aprile 2012 “Disciplina dell’esercizio associato di funzioni e servizi comunali”.
Tabelle tratte da Comuniverso, fonte elaborazione Ancitel (prima tab.; seconda tab.)
30 maggio 2012: la subcommissario della Provincia di Belluno Emanuela Milan (Corriere delle Alpi):
«Stiamo rifacendo il sito internet, affinché sia più ricco e utile alla diffusione del bene. […]
Recentemente, sempre sul Corriere delle Alpi, il giornalista Vietina faceva notare che la sezione Press area del sito è inchiodata al 30 novembre 2011. In compenso quella Eventi e novità è inchiodata al 15 novembre 2012, gioire please. Riguardo al sito …
28 febbraio 2013: ecco come Paola Matonti, responsabile dell’Unità temporanea di coordinamento della Fondazione, giustifica quanto rilevato:
“La ragione [delle news inchiodate, ndr] è che stiamo lavorando alla completa revisione del sito … lo stiamo realizzando grazie ad uno speciale finanziamento statale”.
Sembrerebbe che in relazione al sito internet (che come dicevo qualche giorno fa, oggi si fa degnamente coi piedi e un neurone attivo – attivo anche ad intermittenza) sia tutto un …. cantiere aperto: vedrete che sitone salterà fuori. Inoltre veniamo a sapere, niente popodimeno che dalla responsabile dell’Unità bla bla bla, che una eventuale cazzo di notizia da ficcarsi o di qua o di là, oggi domani o fra un mese – come del resto già fatto in passato da qualcuno – non si può postare perché … “stiamo lavorando alla completa revisione del sito”.
In altre parole: ma fatti pure tutte le revisioni del sito che vuoi (tanto non cambia assolutamente niente), ma che cavolo c’entra questo con la morte per asfissia del sito esistente? Se c’è voglia e volontà, sul “sito vecchio” ci puoi mettere notizie fino ad un istante prima di fare lo switch al … sito nuevo.
Ecco, quello della Fondazione Dolomiti Unesco non è semplicemente un baraccone, di più, è un baldraccone.
(foto Corsaridelgusto.eu)
Qualcuno di voi ne ha mai sentito la mancanza? Oppure, c’è qualcuno che ne ha avvertito la presenza? La Fondazione Unesco è come Bersani politico, un morto che cammina. Dovrebbe servire a raccontare le mirabilia delle Dolomiti patrimonio dell’Umanità bla bla bla. Non lo sta facendo. Qualcosa fa, quisquilie; anche il sito internet, che oggi si fa degnamente coi piedi e un neurone attivo – attivo anche ad intermittenza -, langue (ma presto risorgerà più bello e più forte di prima). Dicono che sia così perché è una macchina complessa:
[…] La Fondazione Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis Unesco è una macchina complessa, difficile da mettere in moto e anche da guidare, poiché ne fanno parte cinque Province e due Regioni, e ciascuna ha le sue esigenze e va alla sua velocità. Tant’è che in questa fase di rodaggio (perché nonostante i tre anni di vita, ancora di rodaggio si tratta) chi può si arrangia con le strutture a disposizione, ovvero le Province.
Ma vediamo più nel dettaglio (ho omesso i nomi ché qui non interessano):
Una macchina complessa: al vertice della Fondazione c’è il consiglio di amministrazione, presieduto da A. Ne fanno parte i consiglieri B di Bolzano, C di Pordenone, D di Trento, E di Udine. Il consiglio direttivo: i 5 presidenti delle 5 province (il commissario per Belluno, ovviamente) più i governatori di Veneto e FVG. Comitato scientifico: 5 xyz. L’operatività viene poi garantitta dell’Unità temporanea di coordinamento con 3 xyz e da 7 reti funzionali: formazione e ricerca; geologia, cartografia, confini e banche dati; turismo sostenibile; mobilità; promozione turistica; paesaggio; parchi ed aree protette.
E questa “cosa” rappresenterebbe una macchina complessa?
Ok, la macchina è un tantino farraginosa e ciò risulta doppiamente ridicolo visti i risultati che abbiamo sotto gli occhi fino ad oggi (chiedete in giro a qualche albergatore, solo per fare un esempio). Sulle ehm, reti funzionali, mi sono già espresso. Io lo dissi, facile profeta, che stava nascendo un altro baraccone, un pataccone. Comunque, dai, davvero, ‘sta cosa potrà mai essere ritenuta complessa?
Digiamogelo: una portaerei, è una macchina complessa …
(foto: it.gdefon.com)