Tra le puttanate odierne diffuse dai giornalai vi è la storia, inquadrata nella dichiarata pugna indefessa al virus, riassumibile nello slogan “Vaccino, caccia ai 60enni «fantasma»”. Sul groppone di tali 60enni peserebbe l’onta di non essere riusciti a immunizzarsi prima (partecipando a orge con contagiati certificati?) e di non essersi prenotati ora.
Può anche essere che la categoria 60enni sia più riluttante delle altre a farsi marchiare come un vitello: non si sentono ancora vecchi ma hanno la palese certezza di non essere più giovani. Se quelli con meno di 50 anni se ne possono sbattere allegramente del virus, dai 50 in su e, segnatamente, oltre i 60, un po’ di prurito al culo ti viene.
Resta il fatto che io, quasi 61enne, per almeno 12 giorni (ma forse sono 15) mi sono collegato quasi tutti i giorni dalle 4 alle 5 volte per prenotarmi ma, salvo due circostanze, nelle quali vi era disponibilità a Feltre e in Alpago, la risposta del “sistema” per il Cadore è sempre stata DISPONIBILITA’ ESAURITA.
Ora, il sistema di prenotazione è stato progettato e realizzato, senza alcun dubbio, alla cazzo di cane: perché se c’è la presenza di una coda, come in questo caso, tu mi devi dare una qualche indicazione stimata di quanto sia lunga, altrimenti io – suddito – o ti mando in tanta di mona o devo reiterare enne volte la mia richiesta/tentativo sulla scia di “riprova sarai più fortunato”. E’ come se davanti a un semaforo rosso tu non sapessi entro quanto tempo tornerà il verde: potrebbe passare un minuto, un’ora, un giorno, un mese, un anno.
E proprio oggi devono aver aperto i cancelli alle vacche perché, finalmente, il sistema -progettato e realizzato alla cazzo di cane (tengo a sottolineare questo variopinto aspetto organizzativo)- mi ha permesso di conquistare l’agognata prenotazione, e così spero sia di voi!
(geniale, poi, oltre ogni aspettativa – anche in ambito circense -, l’idea di sollecitare i medici a telefonare ai propri assistiti per invitarli alle sedute spiritiche vaccinali: un’altra gigantesca puttanata della quale non si sentiva proprio alcun bisogno)