L’insostenibile leggerezza del Bim Gsp
Cosa è recentemente successo durante il consiglio comunale di Belluno del 14 marzo scorso? Che l’opposizione ha presentato 5 punti in relazione alla insostenibilità della situazione Bim Gsp e che 4 di essi siano stati approvati (il comune di Belluno è un socio rilevante del Bim). Traggo da un chiaro post di Bellunopress:
Il cane con due padroni muore di fame dice un vecchio detto. E se di padroni ne avesse 67, cosa succederebbe? Sono 67, infatti, i Comuni della provincia di Belluno (esclusi Arsié e Lamon) “padroni “ di Bim Gsp spa la società pubblica che dal 2004 ha in gestione il servizio idrico integrato (acquedotto – fognatura e depurazione) e la distribuzione del gas metano (allacciamenti). E altrettanti sono i “guardiani” dell’Aato, che controllano e prendono le decisioni per Bim Gsp. Gli stessi sindaci che costituiscono Bim Gsp, dunque, sono anche membri dell’Aato. Poteva funzionare una struttura di questo tipo dove controllori e controllati sono sempre gli stessi? E infatti qualcosa non ha funzionato.
I numeri dichiarati da Bim Gsp dicono che ci sono debiti verso le banche per 51 milioni di euro. Salvo precisare che 28,8 milioni sono i crediti per l’adeguamento tariffario vantati nei confronti dell’Aato. Cioè dai Comuni. Quindi sempre lì si va a finire, controllore, controllato, “padroni” e “guardiani”. Il direttore amministrativo Belli qualche giorno fa ha parlato con toni ottimisti di 28,8 milioni di “crediti esigibili”. Noi non abbiamo la stessa sicurezza del manager Gsp che quei crediti siano davvero esigibili! Dove li trovano i Comuni, costantemente alle prese con i tagli apportati, tutti quei soldi? E allora chi paga? I cittadini con l’aumento delle bollette? Oppure si spalancano le porte ad una multinazionale, con tanti auguri a tutti per il futuro.
Come ha osservato la vicepresidente del consiglio comunale di Belluno Maria Cristina Zoleo, qualche ragione ce l’aveva Maurizio Busatta, assessore nella giunta De Col nel 2003, quando si oppose alla confusione Bim Gsp – Aato. Il consigliere d’opposizione Attilio Sommavilla ha ricordato che nel 2002 erano stati accusati da tutti i sindaci, quando proposero il ricorso per impedire che venisse affidato a Bim Gsp la gestione del servizio idrico. E si chiede: «chi si deve dimettere, il Bim Gsp o i sindaci che hanno approvato quei bilanci? Sono tutti responsabili di questa situazione»! Con 67 soci alla pari si è perso di fatto il controllo della società Gsp. Jacopo Massaro, capogruppo del Pd, ha esposto i 5 punti della mozione. Solo il primo non è passato, quello che chiedeva al consiglio comunale di non confermare l’attuale Cda della società partecipata Bim Gsp.
Il 25 febbraio scrissi due righe sul fatto che i sindaci nulla stavano dicendo riguardo all’incresciosa situazione BIM-Gsp: i sindaci tacciono. Non si è ancora sentito nessun belato!. Qualche giorno dopo si levò qualche timido belato: BIM-Gsp: dal gregge dei sindaci si leva qualche primo belato. Arriva ora questa presa di posizione che fa ben sperare nel merito e nel seguito che mi auguro possa avere. Interessante, direi quasi spumeggiante, per quanto ovvio e banalissimo, il primo punto. Staremo a vedere se resteranno solo parole.
Ecco la dichiarazione di impegno approvata dal consiglio comunale di Belluno:
Il sindaco e la giunta del Comune di Belluno, si impegnano ad operare in ogni sede, in particolare presso l’Aato e l’assemblea dei soci di Bim gsp secondo i seguenti indirizzi:
- Evitare che tra i membri del Cda della società partecipata Bim Gsp, e più in generale di qualsiasi società partecipata da enti pubblici, siedano amministratori dei medesimi enti.
- Impedire aumenti tariffari che non siano strettamente collegati a necessità ordinarie della società o a necessari investimenti infrastrutturali.
- Garantire che tutte le spese effettuate dalle società siano strettamente correlate ai fini istituzionali delle gestioni affidate, evitando qualsiasi altro utilizzo delle risorse.
- Ribadire le prerogative di controllo e indirizzo degli enti proprietari individuando ulteriori momenti anche formali oltre alla sola assemblea di approvazione del bilancio.