Vi sono due posti al mondo nei quali può succedere che si crei spazio (e materia) dal nulla. A Ginevra presso l’LHC e a Lozzo di Cadore. Qui non c’è neanche bisogno di un collisore di adroni, basta un sindaco. Ed i suoi superpoteri. Divinatori.
Ma teniamoci ai fatti. Il comune provvede ad effettuare un acquisto di terreni. E’ costretto, giocoforza, a produrre una delibera di giunta. Che se fosse per i trogloditi dell’amministrazione, l’abbiamo già detto 1000 volte, resterebbe a prendere polvere all’albo pretorio (il solo tempo stabilito dalla legge, 15 giorni, forse). Ma la minoranza di Per la Gente di Lozzo pubblica la delibera in questione (le pubblica tutte, se è per quello).
A questo punto sul BLOZ compare l’articolo “La giunta di Lozzo di Cadore compra i terreni a corpo, un tanto al chilo (ma non si usava il metro quadro?)” segnalando che i notabili di palazzo Venzo comprano, a nome e per conto del popolo di Lozzo, terreni senza specificare l’entità della superficie acquistata, omettendo di riportare il costo al metro quadro. Voi, le arance, le comprate al metro quadro?
La minoranza provvede a presentare una interrogazione alla quale, con il dovuto ritardo, il sindaco dà risposta.
Nell’interrogazione si chiedeva, molto semplicemente: «SIA notificata l’esatta superficie della particella di terreno identificata al mappale n°97 del foglio n°5 del NCT di Lozzo e al mappale n°215 del foglio n°119 del NCT di Auronzo;»
Per tutta risposta il sindaco scrive: «si allega copia della delibera n. 38 … dalla quale possono essere rilevate anche le superfici acquistate (sic!)».
Se non fosse che la risposta è su carta intestata del comune, firmata dal sindaco ed indirizzata alla minoranza, configurandosi quindi come comunicazione istituzionale, avrei giurato di essere di fronte al primo caso di “satira istituzionale”. Un sindaco satirico, la fine del mondo (in senso positivo eh).
La stessa minoranza, disorientata dalla risposta, accenna ad un telegrafico commento (che appare mosso da pietà, a me sembra): «Deve essere stato alquanto stanco [il sindaco, ndr] o, perlomeno, piuttosto disattento se, nelle prime righe, così ha pensato di scrivere: “si allega fotocopia della delibera n. 38 …. dalla quale possono essere rilevate anche le superfici acquistate”. Noi ci abbiamo provato, a rilevare le superfici, ma non ci siamo riusciti».
Ora, avendo il sindaco un trascorso da “agronomo”, non possiamo pensare che con la parola “superfici” egli abbia inteso indicare il numero dei mappali riportati in delibera. Se così fosse vorrebbe dire che non ha letto l’interpellanza avanzata dalla minoranza (cosa che reputo a questo punto altamente probabile, vista la qualità della risposta).
Anch’io, come la minoranza, ho cercato disperatamente nella delibera 38 dove si nasconda il valore (in qualsiasi unità di misura lo si voglia determinare: cm2, m2, are, ettari ecc.) delle superfici acquistate. Se la delibera 38 consultabile online corrisponde a quella cartacea consultata dal sindaco (non c’è alcun motivo per cui non sia così), questi valori non ci sono.
Ecco quindi farsi largo l’ipotesi iniziale. La creazione dello spazio dal nulla. Per ora si tratta di uno spazio bidimensionale. Col tempo e l’applicazione i superpoteri potranno però dar luogo anche a spazi a tre dimensioni. E chissà che non salti fuori anche la teoria unificatoria delle forze, quella che dovrebbe sposare il mondo quantistico con la gravità. Non si sa mai.
Il problema che la minoranza voleva risolvere, però, è rimasto sul tavolo. Il sindaco sarà anche riuscito (a suo dire) a creare una superficie dal nulla, tanto che indica anche dove andarla a leggere, ma non ne esplicita il valore. Non può, il sindaco, con i suoi superpoteri, farci sapere a quanto ammontano le superfici piane dei mappali richiamati nell’interrogazione? Il dato avrebbe il solo scopo di permettere il calcolo del costo per m2 dei terreni acquistati. Così, solo per avere un’idea.