Namo a magnnnà. Continua in rete la presa per il culo del premieruccio (molto uccio). A futura memoria!
(perché sto pezzo d’ignorantone, alla pari col fido Delrio, prima o poi dovrà essere gettato nell’umido: è impossibile, mi auguro, che l’ipnosi collettiva cui stiamo assistendo a favore di questo Nulla continui ancora per molto)
http://youtu.be/MNdzEQzkceg
Comunque, l’abbordaggio con Maxibon granel e stracciatel resta il migliore di sempre …
Renzaccio voleva fare lo sborone con l’inglese. Ma de problem is det … o l’inglese lo parli in modo che un inglese lo possa capire, o quella che ne esce è una figura di marmellata. Passi pure la battutina – una – “ciu is megl che uan”, ma poi prenditi il traduttore o parla come magni e falla finita lì.
Assolutamente divertente la “traduzione” dell’intemerato speech del premier-uccio pubblicata da Vice.com (da non perdere): “il discorso di Matteo Renzi così come l’ha capito un inglese”.
Ne approfitto per riportare qui di seguito il pezzo del discorso “così come l’ha capito un inglese” relativo al video postato ieri DigitalRenzie (fanfarone ‘polliglotta’): ucci ucci sento odor di Antonio Meucci (la corrispondenza tra video e traduzione finisce alla parola … un genio alla sesta riga, ma ho lasciato tutto il testo per, ehm, come dire, completezza d’informazione):
10) Il buon italiano (24:24 – 25:50)
Meucci è un buon italiano, ma è anche, un a-ah pessimo storia, pessimo storia, perché Meucci è l’arcolaio inventore del mmmm, telefono. Mi dispiace con le persone americane presenti qui, ma anche il congresso degli stati uniti in 2002, 2001, non ricordavo, riconoscere il fondatore, l’inventore telefono è Antonio Meucci. Antonio Meucci è uomo incredibile per un periodo di tempo, lavorava nel teatro, nel più antico teatro d’ Europa: Teatro della Pergola. Lui era un lavoratore, quindi lui inventò il telefono per parlato del nel teatro… un genio… quindi per qualche ragione lui lasciò l’Italia e non poteva usare il copyright lezioni, come si dice brevetto?, licenza ottanta settanta uno, ottanta settanta due, non ricordavo precisamente quindi Graham Bell arriva e nella storia lui fu l’inventore e fondatore del telefono.
Quindi la relazione con Meucci è una buona relazione ma è anche rischio, perché per un uomo d’affari è chiaro, noi dobbiamo avere un buon idea, ma dobbiamo avere anche commerciale e marketing, perché l’idea senza di marketing commerciale ewwww sento eeeeemmmwww struttura, il il il il il il il il ras alt non sono buoni. Ma per il paese questo è anche la rappresentazione di possibilità, pipì non permettiamo a tutti di fare la stessa conclusione di Meucci, se c’è una buona idea, noi lottare assolutamente dobbiamo per questa idea, e amica questa idea.
Noi ci ricordiamo un rutellaro, detto Cicoria, che la storia si è incaricata di cancellare (si spera per sempre) dalla vista mediatica degli italici guardoni televisivi, alle prese con un inglese se non propriamente singhiozzante perlomeno goffamente cantilenante, ma tuttavia comprensibile pur nella sua malcelata inflessione latineggiante (per non dire romanesca). Si trattava di fare uno spot di “richiamo turistico” e la figura della macchietta ci poteva anche stare (anche perché non si può negare che fosse macchietta ma … belloccia).
Ci giunge notizia che in occasione di Digital Venice il premier bimbominkia (l’elettrone, diciamo) si sia lanciato in un giullaresco speech, supportato da un inglese maccheronico, dalla pronuncia non proprio oxfordiana (ma neanche de Ostia, peggio …) che nelle intenzioni voleva dimostrare – tentare, perlomeno – che il di lui gobierno punta decisamente sul digitale per ridare slancio e smalto al paese.
Ne è uscita l’immagine di un pataccaro patriottardo – Antonio Meucci ha chinato la testa nascondendosi dietro alla mano, come e più di tutti i brasiliani dopo la recentissima asfaltata subìta dai panzer tedeschi – che con fare da spaccone vuol venderti la batteria da cucina digitale, quando si vede (e si sente) che l’offerta è un pentolame di latta da due soldi. Fanfarone polliglotta (con due elle, nella speranza che i rappresentanti “aviari” non se la prendano).
E poi arriva la realtà con la clava e tanfete, ti saltano i denti! Il pidocchio assiso sul trono, premier della bananiera repubblica taliana, si era sbilanciato – lo dicevamo solo ieri – pretendendo che:
«Ogni singolo euro investito in infrastutture digitali va escluso dal Patto di stabilità Ue». Lo afferma il premier Matteo Renzi al Digital Venice (Ansa, 8 luglio 2014, ore 12.47)
In un universo parallelo, riguardo allo stesso argomento, Padoan diceva invece:
… la crescita in Ue va perseguita con tutti gli strumenti possibili all’interno del sistema esistente»:
A parte che il peso delle infrastrutture digitali taliane sarebbe risibile (a meno di considerare infrastruttura digitale il Mose), materia (Renzi) e antimateria (Padoan) si sono abbracciate e puff, hanno prodotto un quanto di nulla. Infatti la materia oscura della UE si è affacciata al balcone e, per bocca dei propri ministri, “letto il testo proposto dall’Italia alla fine del consiglio, ne hanno chiesto la riscrittura“. Insomma, come si diceva, è arrivata la realtà:
Non se ne può più. Renzi che fa l’elettrone e Padoan che fa il positrone (o viceversa, non cambierebbe nulla). Speriamo si annichiliscano, con produzione di energia: un quanto.
(per i termini dell’ultima disputa – un qualcosa che ha a che fare con le infrastrutture digitali ed il patto di stabilità UE – si veda l’intero articolo di Seminerio, poco più lungo del suo commento che riporto di seguito, efficacissima sintesi della pena che ci tocca portare per la sfiga di essere nati su suolo italico)
Sarà anche una astuta tattica per far calare la nebbia di guerra e poi colpire uniti ma a noi questo continuo e quotidiano frastuono, dove da un lato si inventa lo scorporo dal deficit anche della toelettatura del cane e dall’altra si afferma solennemente che occorre giocare rigorosamente entro le regole del gioco appare per quello che è: una buffonata all’italiana. O anche il gioco delle tre tavolette fatto prima dell’arrivo della Madama. Ma noi, notoriamente, siamo assai poco patriottici.