Sarà per le “ancestrali” diatribe disputate con i dobbiacensi per i grassi pascoli di Mesorina e dintorni (ma analoghe dispute si ricordano coi anpezane al cui centro si ponevano i solenni “boschi di confine”), sarà per l’evidente ed imposta necessità di dover dividere con i medesimi la sbalorditiva Triade delle Tre Cime di Lavaredo, che pur sorride serafica agli auronzani troneggiando regale sulla lunga val d’Ansiei, sarà ancora per il Parco Naturale delle Tre Cime cui la Provincia autonoma di Bolzano ha cambiato nome (si chiamava Parco Naturale delle Dolomiti di Sesto) nonostante il risentito e toccante appello del sindaco di Auronzo (e nonostante la pastorale riunione alla Provincia di Belluno, allora – 2010 – esisteva ancora …), sarà anche per non aver saputo opporre alla consolidata realtà del citato Parco Naturale (nonostante la benevola inclinazione alla cooperazione da parte dei dobbiacensi nella persona del loro sindaco) che il più modesto – ancorché ludicamente elettrizzante – Tre Cime Adventure Park, sarà insomma per queste e tante altre motivazioni (fra le quali ve ne sono di succulente a carattere etno-demo-avio-antropo-socio-culturale che solo la tirannia del tempo mi impedisce di sondare e proporre) ma gli auronzani – per tutto ciò – hanno sviluppato nei confronti dei Puster una distaccata presunzione, se non boria, fors’anche alterigia, diciamo pure superbia: insomma, sono diventati choosy!
E’ per questo che molti di loro, quando si tratta di firmare per il referendum per il passaggio con l’Alto Adige, rispondono piccati “Mai coi Puster“. Tutti gli altri bellunesi hanno capito che il referendum serve da grimaldello, gli auronzani non ci sono ancora arrivati. Che volete, sono choosy. E i risultati – bisogna pur dirlo – danno loro ragione, sia per quanto riguarda l’andamento demografico sia per quello relativo alle presenze turistiche su suolo gnoco (nonostante il tiraggio della Lazio):
(Fonte: Regione Veneto)