In occasione della presentazione della seconda lista civica che avrebbe il compito di puntellare il sindaco uscente Prade, si è vista sfilare l’altera figura della Zoleo che, prostratasi, ha definito “Maestro” il proprio ex avversario (nella sua valenza politica, la tal cosa è assimilabile, psicanaliticamente, ad un rapporto incestuoso); è ricomparso alla bisogna anche un altro rappresentante delle alchimie geopolitiche, tal Oscar De Bona, con la sua cenciosa Lid.
Una perla di Prade:
Prade marca la differenza dal centrosinistra: «Loro dicono che senza soldi non si può fare nulla, noi cerchiamo di farle in ogni modo e ci riusciamo, con il motto più società e meno Stato».
Il prode Prade si dimentica di chiarire l’oggetto del proprio argomentare, al punto che non è immediatamente intelleggibile a cosa si intenda riferire parlando di “farle” nell’espressione “noi cerchiamo di farle“.
Provvediamo di conseguenza a beneficio del lettore: cazzate, si tratta di cazzate. Ecco allora che tutto assume un altro rilievo: “noi cerchiamo di farle in ogni modo (le cazzate, dunque) e ci riusciamo …”
Il siparietto cabarettistico è poi completato dal rappresentante della Lid, tal Alberto Fascina, con la presenza tutoriale del titolare della cenciosa formazione politica dolomiteggiante, che così si esprime riguardo al principio fondante della medesima:
«L’autonomia possibile, che può realizzarsi dal nuovo Statuto della Regione. Con lo svuotamento di competenze della Provincia, il Comune di Belluno ha l’onere di farsi carico delle questioni di tutti i 69 comuni».
Come non tornare con la mente all’articolo da me scritto il 24 marzo 2010 dal titolo l’autonomia possibile, come le convergenze parallele?, nel quale cercai di comprendere questa nuova categoria del pensiero, l’ «autonomia possibile» per l’appunto, scaturita da una sì fertile mente.