I peones bellunesi si stanno muovendo. Buon segno. E’ toccato prima a quello di sinistra, tal De Menech, su cui la stampa ha puntato i riflettori per una raccapricciante disavventura capitata alla “vittima eccellente”. Adesso tocca a quello di destra, tal Piccoli, per motivi un po’ meno futili, digiamogelo:
“Mi auguro che il futuro Capo dello Stato rappresenti davvero tutti, a cominciare dalle periferie. Spero in un Presidente rispettoso delle specificità territoriali e degli enti locali intesi come primo anello di congiunzione tra Istituzioni e cittadini”. Ad affermarlo è il senatore Pdl Giovanni Piccoli che da giovedì mattina sarà impegnato nell’elezione del nuovo Capo dello Stato.
“Lo farò con grande emozione ma soprattutto con senso di responsabilità. E’ un momento importante per una Democrazia degna di questo nome, senza contare i risvolti pratici: la storia recente ci insegna come le prerogative del Capo dello Stato siano cruciali in molte fasi della vita del nostro Paese”.
“Da amministratore della montagna, mi auguro che il futuro Presidente della Repubblica sappia valorizzare le nostre peculiarità andando anche a mettere fine alle ingiustificate disparità di trattamento che ancora ci sono tra territori confinanti. Serve una figura coraggiosa in grado di dire che il tempo di certi privilegi è finito. La perequazione fra territori è una questione di civiltà e di giustizia”.
Il neosenatore snocciola pensieri soavi, davvero belle parole augurevoli. Deve averle pescate nelle proprie rimembranze scolastiche: in terza media o giù di lì si fanno sempre questi componimenti più o meno elegiaci.
A parte la fuffa augurevole, risulta fondamentale questa dichiarazione riguardante l’elezione del PdR (Presidente della Repubblica): egli sostiene che lo farà “soprattutto con senso di responsabilità“. E noi che pensavamo che per la categoria “peones” l’unica cosa veramente importante fosse pasteggiare con ostriche e champagne al mitico ristorante-buffet del Senato per pochi miseri euri (il resto, naturalmente, pagato da noi). Sapere che un nostro rappresentante eleggerà il PdR con senso di responsabilità ci riempie naturalmente di orgoglio: non è cosa da tutti. Segnatevelo.
Domanda: nel senso di responsabilità dobbiamo conteggiare le indicazioni di voto di Silvio il Grande o dobbiamo temere un ammutinamento del mozzo? Perché, se il mozzo si dovesse davvero ammutinare, ci piacerebbe che lo facesse con una dichiarazione ufficiale alla stampa. Diversamente dovremmo ritenere che il suo senso di responsabilità non è altro che una adesione, certamente spontanea, alle direttive dello Zar di Arcore (esortazione: il piegarsi alla circostanza, anche a 90 gradi, prima o poi è doverosamente ricompensata).
Ma l’acutezza politica del nostro si nota soprattutto quando si augura che il prossimo PdR “sappia valorizzare le nostre peculiarità andando anche a mettere fine alle ingiustificate disparità di trattamento che ancora ci sono tra territori confinanti.“. Perché si sa che è dovere precipuo del PdR ficcare il dito in queste faccende: anche gli 11 presidenti precedentemente eletti lo hanno fatto! Il Garante della Costituzione che si scaglia contro un accordo costituzionale: è la prassi!!!!
Del resto, visto che l’onorevole ci tiene tanto a “valorizzare le nostre peculiarità“, giova probabilmente ricordare un particolare finora inedito 🙂 : se l’è scordato, il peones di destra, che il commissariamento della Provincia di Belluno – che dura da un anno e mezzo e che ha vergognosamente impedito proprio la valorizzazione delle nostre peculiarità cui l’onorevole sembra tenere così tanto – ha i propri immondi artefici nel PDL, partito di marmellata cui il medesimo peones si onora di appartenere?