E’ vero che della repubblica bananiera italiana me ne dovrei altamente fregare, ma l’orizzonte si fa sempre più minaccioso. Il no, no, no fa naturalmente riferimento a quello thatcheriano, famosissimo, pronunciato dalla Lady contro “un certo tipo” di Europa.
Ed ecco il Mortadella, reo confesso, maggiordomo di chi ha fortemente voluto l’euro per assogettare la periferia europea al Sovrano tedesco oggi egemone (mettendolo nel portabagagli a les italiens che dovrebbero papparselo per 7 anni nelle vesti di presidente della repubblica? … ma vaffangà va!):
Inciucio … pour l’HOMME ‘E MMERD. Mai dire mai, tutto può ancora succedere. Ma è bastato che Renzi mettesse fuori il naso dalla tana che tanto il PDmenoL quanto il PDpiùL hanno iniziato a farsela addosso. La Bindi prima, pare ipnotizzata dal cronista del Secolo XIX, Franceschini poi («Ci piaccia o no, il capo della destra è ancora Berlusconi. È con lui che bisogna dialogare»), la gioiosa macchina da guerra sembra avviata a tirarsi giù le brache e mettersi a 90 gradi per … il pene del paese.
Siamo, si può dire, alle prove generali: se il PD non vuol saltare come una frittella, nel senso di scindersi fra piddini desinistra-sinistra e piddini de sinistra-centro, alla ciurmaglia conviene stappare una bottiglia di bianco e brindare con l’impresentabile. E così l’Italia avrà anche un governo. Prima però, viene l’ostacolo del presidente della repubblica (la cosa a cui Berlusca tiene di più). Risolto quello, per Silvio al governo ci può andare qualsiasi scrofa.
Anche il giornale della parrocchia sembra interpretare la cosa come un inculamento oops inciuciamento programmatico:
Pd, alta tensione. Franceschini apre al Pdl – Renzi: “In tanti vogliono evitare le elezioni”
L’ex capogruppo: “Basta complessi di superiorità, Berlusconi ha preso praticamente i nostri stessi voti”. Brunetta e Gasparri apprezzano. Il sindaco di Firenze: “No al voto perché mi temono? Non credo”. E attacca il M5S: “Trasparente a giorni alterni”. Si apre un caso Bindi
Rospy Bindi, gerontocrate del PD (come numero di legislature), in qualità di presidente del medesimo così ha sentenziato (non si è però ancora capito se è stata intervistata a sua insaputa):
Rosy Bindi rottama Bersani
“Non sa più che fare e il partito è fermo, senza prospettiva. Se avessimo proposto un nome autorevole e non strettamente partitico come poteva essere Rodotà, ma ce n’erano molti altri, avremmo forse potuto contare su un atteggiamento più morbido da parte dei grillini. Non dico sull’appoggio, questo no, ma su un certo malessere interno, questo sì”. Ciò non è stato fatto “perché Bersani non ha rinunciato, non ha voluto rinunciare, ha addirittura fatto un comunicato in cui lo ribadiva con convinzione”
Rosy Bindi, presidente del Pd, intervistata oggi dal Secolo XIX
Nel video proposto, Bersanino sempre in piedi ha appena perso le elezioni (per la precisione, non le ha vinte). Alla domanda “che cavolo ci stai ancora qui a fare …” l’anguilla risponde “io non sono uno che abbandona la nave: posso starci da capitano o da mozzo, ma non abbandono la nave”.
Dopo le ultime vicende le fronde interne al PD si stanno riorganizzando ed una parte di quelli che finora l’hanno sostenuto si stanno preparando per buttarlo a mare alla prima occasione utile (Veltroni e D’Alema, Finocchiaro e Bindi, queste ultime sacrificate e messe in disparte per “seguire Grillo sul suo campo di gioco”, i “giovani turchi” e lo stesso Renzi che finora si è ciucciato il pollice in disparte).
Può anche essere che mi sbagli, ma fossi in capitan Findus-Bersani, inizierei a gonfiarmi la ciambella di salvataggio. Poi, soprattutto nel PD (vedi Melandri al Maxxi, per fare un banale esempio), un posto da mozzo non si nega a nessuno.
Per un certo qual senso del pudore non mi sembrava il caso di “mettere in mostra” il video delle consultazioni fra Bersani ed il M5S. Non certo per la placida ostinazione del M5S ed il loro cortese ma fermo NO, quanto per la questua messa in scena da Bersani, un’avvilente e sconfortante umiliazione andata in diretta streaming. Se avesse avuto i voti avrebbe fatto lo sborone, ovvio; ma se i voti non li hai te li devi “comprare” o, perlomeno, devi agevolare il loro avvicinamento, ovvio anche questo.
Guardate che se dovessimo assistere ad un qualsiasi consiglio comunale, pur di basso livello, anche in presenza dei sindakos bellunesi, lo sconforto sarebbe molto ma molto più contenuto.
Si assiste ad una calata di brache del segretario-anguilla che tenta disperatamente ed indecorosamente di corteggiare il M5S come se fosse nei panni di uno di quei marocchini che ti vogliono vendere un tappeto a tutti i costi e ti martellano partendo da 100 euri, per poi scivolare più o meno viscidamente fino a giungere a 20 (questo è il senso).
La trasparenza, lo streaming delle sedute sono una bella cosa, ma se questo è quello che dobbiamo sorbirci, meglio tornare alle sedute a… porte chiuse. Per guardarlo per intero ci vuole un bel po’ di stomaco, anche se bastano i primi 6-7 minuti; se ve la sentite: