Fra i piddini abbiamo in simpatia anche Franceschini, oltre alla Serracchiani. Nel corso del tempo il menestrello della cultura ci ha fatto sognare: per dire, qui, quo e qua. Da ultimo il nostro si è prodotto in un altro numero circense ad elevata concentrazione di clowns, fin dal titolo, diciamo: verybello.it (la home è più pesante di una suocera, ma prima o poi si apre). Il sito dovrebbe fornire notizie sugli eventi culturali prodotti nello stivale durante il periodo dell’Expo.
E’ come tuffarsi in un mare di m… marmellata, avete presente?
All’inizio l’Italia notturna vista dallo spazio era monca di parte della Calabria e dell’intera Sicilia. Poi qualcuno lo ha fatto notare e ora le hanno attaccate al resto del verybelpaese. Non c’era neanche un indizio sul fatto che, col tempo, apparirà anche la versione anglicana (mavaffangà al cubo: quella, la versione inglese, doveva essere pronta prima dell’italiana, semmai: ri-vaffangà di tutto cuore); comunque adesso c’è l’Union Jack … tipo stiamo lavorando per voi “coming soon“.
Per dire: il sito è su un server non dedicato, insieme a teloficconelculo.com, leccastaminchia.com e altri siti porno. Si, insomma, l’ambiente non è dei più fidati. Inoltre l’accessibilità, intesa come attributo di navigabilità del sito, è una chimera. Il porto delle nebbie, a confronto, è un luogo cristallino.
Qualche articolo raccolto in rete sullo sforzo, verybello, profuso dal ministero della cultura coordinato dal menestrello Franceschini:
Una vox clamantis in deserto (tratta da Il centro di bellezza, Paolo Iabichino):
[…] Facciamo il Gioco della Bellezza, Ministro. Chiedete scusa e tirate giù quell’orribile aggregatore di eventi. Ripensate l’intera iniziativa e il 7 febbraio spiegate a quelli dell’Expo che ci state lavorando. Quelli non hanno ancora un padiglione che sia uno pronto, cosa volete che si preoccupino se voi state riscrivendo qualche stringa di codice?
Perché il Gioco di Bellezza? Perché se per caso digitate verybella.it … .
Grazie Franceschini. Grazie menestrello, per la costanza e l’impegno con cui ci ricorda in che paese siamo costretti a trascinarci. Grazie! Anzi: tènchiu very grazie.