Il decoro urbano è un elemento essenziale della qualità della vita. Quando parlo della qualità della vita mi riferisco specificamente a quella di chi vive a Lozzo, e più in generale in Cadore. E’ chiaro che il decoro ha risvolti anche sul turismo, ma ora ci interessa la qualità della vita di chi a Lozzo ci vive tutto l’anno.
La pulizia del paese è uno degli elementi del decoro urbano, ed è un diritto che non ci può essere negato.
Dobbiamo renderci conto che la percezione che ognuno di noi si porta dietro quotidianamente, di sé stesso e dell’ambiente che ci circonda, ha un’enorme importanza. E questa percezione, subdolamente, ci condiziona. Quante volte siamo stati partecipi del fatto che, in presenza di un’area degradata o perlomeno sporca, ci sentiamo in fondo autorizzati a “gettare per terra” ciò che, in altri contesti, terremo con noi per riporre nei cestini della spazzatura. E’ una esperienza banale ma veritiera.
Un paese non pulito e trascurato, deprime subdolamente la voglia di fare e di porsi nei confronti dei più generali interessi di tutta la comunità. Un paese non pulito e trascurato non aiuta di certo la gente ad essere ottimista.
Per la gente è determinante sapere di vivere in un paese che crede ancora in sé stesso. E un paese che crede nel proprio futuro non può essere trasandato, trascurato, sporco e indecoroso. Oggi però mi sento di dire che porterei con soddisfazione un conoscente a fare un giro per il paese.
Non è la perfezione, non ci si può accontentare del tutto, ma sembra che la strada giusta sia stata imboccata: la curva di via Col Vidal (nei pressi della casa di riposo), i due tratti di via S. Rocco e via Da Rin laterali a Niantremure (Manadoira), la stessa via Loreto, per fare alcuni esempi, si sono ingentilite (è cosa di oggi, 4 agosto). Le entrate al paese sono decorose, quella dal lato del viale dei Missionari è ai limiti ma è ancora accettabile.
Sto parlando della pulizia delle bordure stradali: rilevo e sottolineo in positivo ciò che sto vedendo (anche se siamo il 4 di agosto), spero che non sia solo una fiammata. Tra un po’, è vero, il vigore vegetativo diminuirà, ma non ci sarà più il traino di S. Lorenzo e delle imminenti “celebrazioni pellegriniane”. Noi però continueremo a vivere a Lozzo, per il resto dell’anno. E per tutto l’anno non chiediamo che il giusto decoro, quel tanto da poterci rendere orgogliosi di vivere in un piccolo, semplice, bel paese.
La notizia è leggermente datata, riferendosi al 24 luglio scorso, ma le Dolomiti avevano una maggior importanza e l’ hanno momentaneamente oscurata. Ma è giunto il momento di darne conto perché, nel suo piccolo, l’episodio ha un ché di eroico e quando ho visto che stavano ultimando i lavori mi ha preso una certa commozione.
Si tratta di un episodio della gestione della pulizia del nostro paese. Così come per via Col Vidal, anche per via Loreto la strategia messa in atto per la loro pulizia è la tecnica “a singhiozzo“. Mai che si riesca a vedere una via pulita per intero, si procede a “pezzi” (ma deve esserci un oscuro disegno alle spalle, che prima o poi mi diverrà chiaro).
Lo sforzo è di quelli titanici se, come è vero, dal 9 maggio siamo arrivati al 24 luglio prima di avere questo tratto di via pulito. Qui infatti mi riferisco al tratto della via Loreto dal Capitel a Brodevin (innesto con via Marmarole).
Devo ammettere però che l’onda lunga dello sforzo profuso dall’Amministrazione per garantirci un paese pulito sta dando i propri frutti: ci siamo infatti lasciati alle spalle il brutto periodo primaverile e con l’inizio dell’estate, con lentezza ma inesorabilmente, le cose sono migliorate. Basta dare un’occhiata alla galleria di foto qui proposta.
Nei giorni scorsi gli operai stagionali della Comunità Montana hanno tagliato le erbe nell’area della Roggia dei Mulini. Un lavoro impeccabile, condotto da cima a fondo, cioè partendo a valle all’inizio del percorso e giungendo alle porte della centrale di Leo.
Un “modus operandi” che, appena mi sarà possibile, documenterò su questa pagine, a futura referenza.
In questo loro lavoro gli operai della CM hanno raccolto tutta l’erba e l’hanno concentrata in tre o quattro covoni. Ho avuto occasione di parlare con loro, soprattutto per sapere quanto tempo siano stati a fare il “capolavoro” che andrò a documentare.
In quella occasione mi riferirono che l’ultimo piccolo sforzo, quello di portare via l’erba raccolta nei covoni, avrebbe dovuto essere fatto dagli operai del comune, avendo loro finito il “monte ore” a disposizione per questo intervento.
A due settimane di distanza l’erba non è stata ancora portata via e fa, per così dire, bella mostra di sé proprio davanti all’ entrata alla Roggia del parcheggio di Prou.
Ve ne sono altri due di cumuli, nelle immediate vicinanze di quello in foto, sempre lungo la stradina di accesso alla Roggia (gli operai della CM hanno fatto i covoni vicino all’entrata per facilitare l’operazione di asporto).
I covoni di erba appena tagliata danno un senso di allegria, dopo un po’ sono ancora accettabili perché evocano i “bagni di fieno”, adesso fanno schifo.
Una volta era proprio verde, perché al suo posto c’era il Brolo de Sior Tita. Ma anche oggi lo si può osservare nella sua splendida livrea estiva. E’ una concessione che ci viene offerta dall’amminsitrazione comunale che, alla sterile distesa di grigie mattonelle, predilige il verde speranza dell’erba.
Questo è un altro esempio del decoro urbano che tanto piace a questa amministrazione, cui dobbiamo soggiacere noi cittadini, e che offriamo come esempio (cattivo se non pessimo) al turista.
Se intendete godervi lo spettacolo non abbiate fretta: la festa a Prou, quella con la Corsa del le burèle, è programmata per il 22 agosto. Per quel tempo, probabilmente, ci metteranno mano, ma fino ad allora dovrebbe essere garantita la presenza del green.
Il tutto, credetemi, è stato studiato ad arte, in particolare per dare continuità al percorso della Roggia dei Mulini e permettere al turista di non essere catapultato bruscamente sull’urbano asfalto.
Qui di seguito la galleria di immagini che illustra lo stato del parcheggio alla data del 4 luglio 2009 (per ingrandire le immagini e far partire la galleria basta cliccarci sopra); si può osservare anche lo stato delle canalette di scolo dell’acqua, con la speranza che nessuno si sloghi un piede camminandoci sopra (non sono profonde ma il piede ci si può incastrare):
Nota dell’ 11 luglio 2009: devo con stupore ammettere che, contro ogni previsione, le bordure erbose del parcheggio sono state rasate, conferendogli finalmente uno status di oggetto civico. No, non in virtù della sensibilità dell’amministrazione: due operatori della Comunità Montana, che hanno fatto uno splendido lavoro nello sfalcio della Roggia dei Mulini, giunti al parcheggio, mossi da pietosa compassione, l’hanno restituito al dominio dei beni civici. Da qui al 22 agosto, comunque, l’erba ricrescerà …
Nel giro di qualche settimana Sindaco e Amministrazione si appresteranno a scartare un nuovo regalo a beneficio di tutta la comunità lozzese. Tradizione vuole, infatti, che le cose di un certo spessore si occultino alla vista della gente per essere svelate, nella massima trasparenza, a fine lavori. E così sarà anche per Palazzo Pellegrini. Un gran bel regalo.
Se, in generale, la trasparenza dell’attività amministrativa è garantita, a detta del Sindaco, dalla pubblicazione all’albo delle delibere di giunta e consiglio (che, come tutti sanno, è un obbligo di legge), in questo caso particolare la trasparenza sarà, mi immagino, garantita dal fatto che è stato esposto il tabellone (che riepiloga i dati dell’opera in corso) che fa bella mostra di sé davanti a quella che sarà l’entrata del palazzo (anche questo del tabellone, come tutti sanno, è un altro obbligo di legge).
No, la trasparenza è un’altra cosa. Vediamo se risco a spiegarmi.
Premesso che stiamo parlando di un bene acquisito (il palazzo c’era già) e già oggetto di integrazione-sviluppo da parte delle amministrazioni precedenti (il tanto vituperato corpo aggiunto), che quindi ha già richiesto una forte dose di denaro pubblico (vado a memoria, circa 600 milioni di lire, ma dei primi anni ’90), essere trasparenti per me significa (perlomeno):
indicare chiaramente ed analiticamente dove e come è stato speso quel fiume di soldi, sbandierato nell’opuscolo “5 anni insieme” e bene in evidenza nel tabellone, pari a 900.000 € (una somma “di una certa importanza”);
spiegare a noi ignoranti la differenza tra i 900.000 € definiti importo progetto e i 479.000 € definiti importo a base d’asta. In poche parole, questa differenza di 421.000 €, che senz’altro è in parte costituita dal valore dell’ IVA e dal compenso per la progettazione, è da attribuire agli arredi ed alle dotazioni tecnologiche avveniristiche o a cos’altro? insomma, quanto ci viene veramente a costare questa cosa?;
determinare, nel balletto di cifre, quanto viene realmente percepito dal progettista e direttore dei lavori, anche per soddisfare una sola e semplice curiosità;
stabilire se sono previste o si sono già attuate le cosiddette perizie di variante;
svelare se la destinazione finale sarà solo ed esclusivamente a “Centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistica, ambientale e culturale” o se sono invece previsti ulteriori e diversi utilizzi della struttura;
stabilito che ragionevolmente non potrà essere solo un “Centro ecc. ecc. …” (neanche Cortina, Kitzbuel e St. Moritz assieme hanno una superficie di 700 m2 dedicata a questo scopo), chiarire quali altri benefici ci verranno dati in regalo (che so, un angolino per i giovani?);
chiarire ancora se questo centro territoriale sarà attivo da subito e con quali modalità o se è una aspettativa futura (se cioè forse, col tempo, diventerà quello che si vuole che sia);
stabilire se le destinazioni d’uso per il palazzo cui faceva riferimento l’attuale minoranza nel proprio programma elettorale, qui di seguito sinteticamente elencate, sono semplicemente un sogno o una realtà a portata di mano:
la realizzazione di una sala polifunzionale
dare sede definitiva alla Biblioteca comunale
allestire uno spazio dedicato alla nostra Identità Ladina
realizzare un centro ben documentato sulla storia di Lozzo
dare una adeguata collocazione alle cellule museali già realizzate dal museo della latteria
spiegare alla gente come mai, Lozzo che è o diventerà sede di un “Centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistica …”, non vede garantiti alcuni servizi essenziali come la corretta pulizia del paese ed il relativo decoro urbano (che in questa stagione hanno anche, peraltro, una importante ed evidente valenza turistica);
Serve un esempio? Giusto, sembra che serva, perché la gente subisce ma evidentemente non ha voglia e tempo per andare a protestare e segnalare le cose che non funzionano. Allora, avanti con l’esempio.
Le seguenti foto illustrano le condizioni di due normali strade comunali che la nostra gente usa per fare le proprie passeggiate: la passeggiata di Ligonte (del lago) e quella di Costa. Fra tutte, quella di Costa dovrebbe essere “sacra”, per mille motivi che risulta superfluo evidenziare.
Anticipo la mia conclusione: tra un po’ ci verrà scartato questo regalo del Palazzo (o reggia?) Pellegrini e vedremo, noi sudditi, se e quanto ci verrà chiarito.
A quel momento la situazione delle “nostre passeggiate”, per noi lozzesi prima di tutto, ma anche per i nostri ospiti, sarà certamente cambiata. Non so se la “luce stradale” si sarà ancora ridotta, o se invece gli articolati piani di intervento riusciranno, nel frattempo, a ridare decoro a questi percorsi (che già ora, sia chiaro, gridano ad alta voce vergogna!).
Basta aspettare, non ho fretta (devo chiudere gli occhi, come molti di voi credo, ma non ho fretta).
Un uccellino mi ha detto che questa situazione è dovuta alla mancanza di fondi. Un altro invece mi ha detto che gli operai sono impegnati altrove a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Non credo a nessuno dei due.
Credo a quello che vedo, e quello che vedo, per ora, fa schifo.
Sto per pubblicare l’articolo “e la chiamano pulizia del paese” e sento uno sferragliare in strada. Ebbene sì, coincidenza o effetto evocativo, nella mattinata di ieri 26 giugno il pezzo di strada che va dal bivio fra il viale dei Missionari e quello con via Col Vidal è stato oggetto di manutenzione, dire pulito è forse una cosa grossa.
Dai che un po’ alla volta ce la facciamo a tenere pulita questa strada.
Per le altre? Basta andare a farsi un giro in giro. A voi la gioia di verificare con i vostri occhi. Provate con via Col Vidal, per fare un esempio.