black out in Cadore: ‘i sindaci: denunciamo tutti’ (o del ruggito dei conigli)
Quando nei giorni scorsi (29 dicembre) ho visto la prima pagina del Corriere delle Alpi col relativo e teatrale titolo centrale “I sindaci: denunciamo tutti” l’ho messa da una parte per un qualche utilizzo successivo. E’ giunto quel momento. No perché ho sempre in testa quei 67 dell’Ave Maria, i sindaci del buco del Bim-Gsp, quelli da 80 milioni finali, quelli da 27.000 euri al giorno (sempre di buco).
E mi dico che, moralmente, è una pirotecnica goduria pensare che buona parte di quei 67 – circa una trentina – stanno facendo le prove per lanciare in aria – collettivamente – una sorta di ruggito del coniglio.
Perché è bello pensare, no, che quelli che avrebbero dovuto essere oggetto di denuncia – e ancora lo potrebbero essere – ora sono, loro malgrado, dalla parte di chi potrebbe, vorrebbe ma soprattutto dovrebbe denunciare.
Quale colpo di culo!
‘Sti qua, che senza ritegno hanno preso a sberle per nove anni filati 214.000 bellunesi, e che dopo averli presi a sberle li stanno ora prendendo a calci nei coglioni – perché un aumento della tariffa del 30% una tantum più un aumento del 5% annuale da qui al 2019 non può essere immaginato diversamente – si stanno insomma vestendo da superman-coniglio con l’idea di fronteggiare i presuntuosi e supponenti giganti Terna ed Enel.
Con argomenti così (leggi black out) e la Regione sulla stessa lunghezza d’onda, dovrebbe essere una passeggiata (anche se, invero, i giganti hanno più di qualche chance legale per ri-metterlo nel culo ai conigli).
E a guardarli – tenuto conto che lo spirito natalizio non si è ancora dissolto – fanno davvero una grande tenerezza. In attesa di sentire l’eco del ruggito rimbalzare nelle valli dolomitiche piegate dal black out, si dà evidenza che, ad oggi, sono passati 5 giorni dal famoso proclama tonante che prevedeva un immediato esposto in procura e, soprattutto, l’attivazione di una risoluta class action.
I sindaci, dunque, hanno una prima opportunità per “riscattarsi”, prima perché non basterà prodursi in una class action servita da dio su un piatto d’argento (purtroppo) per uscire da tutto quel letame che si trovano addosso. Ma è comunque una opportunità da non lasciarsi sfuggire.