In un commento all’articolo post black out in Cadore: ‘Per fortuna c’era la stampa locale a tenerci informati …’ @abete mi chiama in causa:
Se avessi letto in bacheca un avviso con la quale il comune mi informava che la corrente elettrica mancava e che l’enel non era in grado di dire quando l’avrebbero riattivata, evrei pensato che questi mi considerano un andicappato per darmi tali informazioni, dopo poche ore tutti sapevano cosa era successo.
Quando Danilo ha finito di ridere potrebbe dirci per favore cosa avrebbe fatto lui la mattina di Santo Stefano se fosse stato sindaco?.
Forse non mi sono spiegato per bene.
Riprovo. Che un sindaco, nelle condizioni date:
black out elettrico dall’alba, telefoni fissi funzionanti, copertura Tim attiva (per quella che è stata la mia esperienza personale; vedi anche questo commento), nessuna devastante inondazione, nessun devastante terremoto, viabilità stradale non compromessa, sindaco quale capo della protezione civile, sindaco quale comandante in capo delle forze dell’ordine, delle forze armate, dei servizi segreti, della filodrammatica, …
giunga a distanza di qualche giorno a porre l’attenzione – lacrimevole – sulla condizione di quei “poveri turisti sull’A27” lasciati senza informazioni, al solo evidente scopo di ingigantire il silenzio informativo di cui essi sarebbero stati oggetto, nel tentativo di minimizzare con ciò il medesimo silenzio informativo di cui, però, essi si sono resi protagonisti nei confronti dei propri cittadini …
che poi giunga ad affermare “Per fortuna c’era la stampa locale a tenerci informati…” (senza segnalare, semmai lo fosse stata davvero – a mio modo di vedere unica giustificazione plausibile -, che trattavasi di battuta sdrammatizzante), quasi a voler sottolineare la supposta straordinarietà dello stato calamitoso delle vicende succedutesi (sempre, a mio modo di vedere, per giustificare a posteriori il proprio muto silenzio nei confronti della gente del paese) …
non può, tutto ciò, che essere letto, mia opinione, come una strisciante ammissione della propria incompetenza – ancorché spacciata ai lettori come “impegno istituzionale” (invece è merce avariata) – a gestire fenomeni che vadano oltre la consuetudine, che siano annoverabili appena appena fuori della normalità.
Riguardo alle informazioni alla gente che il sindaco avrebbero potuto dare, non ci si attendeva mica un proclama di indipendenza eh? Bastava, lo dice bene @Gigio (neretto mio) …
Carissimo abete, forse tu avresti pensato di essere considerato quello che hai scritto (andicappato, ndr); altri, forse, avrebbero avuto modo di organizzarsi in un certo modo e non affrontare alla cieca quanto stava accadendo ed avrebbero sicuramente apprezzato l’interessamento di chi li amministra.
Ci sono persone, anche anziane, come pure proveniente da altre parti, che si sono trovate spiazzate dall’evento.
Probabilmente tu consideri che tutti siano alla tua altezza, ma sicuramente così non è.
Poche righe che avessero indicato cose semplici da fare o da non fare; un giro di informazioni a voce da parte dei dipendenti del comune o della protezione civile avrebbe sicuramente contribuito ad affrontare un pò meglio la situazione.
Sicuramente Danilo ti darà la risposta che hai chiesto, anche se mi è difficile capire il perchè chiedi ad uno che quel ruolo non lo ricopre e non fai la stessa domanda a chi invece il ruolo lo ha e nulla ha fatto in proposito.
Il mettersi a disposizione dei cittadini – con atto formale – oltre all’aspetto informativo, sarebbe stato un segno di civiltà e di attenzione: di valore nullo per i Tizi, rincuorante per i Caii, utilmente pratico per alcuni Sempronii. E tu, @abete, ti preoccupi di sapere da me, “misero falegname” (citazione da me pare), cosa avrei fatto al posto del sindaco? Non è forse il caso (come suggerito nuovamente da @Gigio) che questa domanda tu la ponga direttamente all’interessato per poi, tuo tramite, distribuire la verità distillata dal sommo fra noi povere pecorelle smarrite?