Lo ha detto un po’ di tempo fa sulle pagine del Corriere delle Alpi (era metà marzo), ma me l’ero segnato ed ora mi torna utile. Bottacin, ex presidente della Provincia di Belluno:
[…] «Capisco che nel momento in cui arrivano le bollette il 30% in più si nota, ma l’aumento è stato deciso quasi due anni fa e le cause sono pubbliche dall’estate del 2010».
In ogni caso: «Non è giusto che paghi la gente per gli errori dei politici, io lo dico da allora. Quand’ero presidente della Provincia», prosegue Bottacin, «ero anche presidente dell’Ato (l’organismo che, allora, decideva tra le altre cose anche le tariffe dell’acqua, ndr) e dopo aver scoperto l’esposizione finanziaria di Bim Gsp abbiamo fatto mille riunioni per evitare che quel passivo venisse scaricato sugli utenti. […].
La storia, per chi ha letto almeno un giornale locale negli ultimi tre anni e mezzo, è nota. La battaglia di Bottacin fallì e lui terminò il suo mandato di presidente con due anni di anticipo dopo il voto di sfiducia dei suoi stessi alleati.
«La gente può anche non leggere i giornali, ma a questo punto tutti dovrebbero essersi accorti che al posto di un’amministrazione provinciale c’è un commissario. Se non c’è più una Provincia è per l’affare Bim Gsp». E dopo la caduta dell’ente: «È successo esattamente quanto avevo previsto: l’unica soluzione trovata è stata l’aumento delle bollette».
Le decisioni su Bim Gsp sono sempre state nelle mani dei sindaci, visto che i Comuni sono i soci della spa dell’acqua, e loro è la responsabilità di quanto è accaduto nella società: «Il dramma», osserva l’ex presidente che è della Lega Nord, «è che quando si torna al voto, vincono sempre gli stessi.
Bim Gsp è sempre stata gestita da Pd e Pdl, è curioso osservare come si comportano alcuni esponenti di questi partiti. Sergio Reolon, anche lui presidente dell’Ato prima di me e quindi perfettamente a conoscenza della situazione, va a mettere il suo nome sui moduli della raccolta firme. Giovanni Piccoli, che è stato presidente del Consorzio Bim, afferma che i bilanci sono sempre stati in ordine, come l’ex presidente di Bim Gsp Franco Roccon. Il segretario del Pd Erika Dal Farra arriva addirittura a dire che fu colpa della Lega, che al contrario ha perso la guida di Palazzo Piloni proprio per aver scoperchiato la questione. Qui si gioca a chi si stupisce di più, ma si sa tutto da metà 2010, ci avete scritto giornali interi», esclama Bottacin. «Il datore di lavoro dei politici sono i cittadini, sarebbe un bel cambiamento se, per una volta, chi ha lavorato male non venisse rieletto. I bellunesi sanno i nomi e i cognomi di chi è stato responsabile delle perdite di Bim Gsp, basta sfogliare i giornali di allora. Visto che tra poco molti Comuni andranno al voto, la gente ha finalmente l’occasione per mandare a casa chi ha sbagliato».
Repetita iuvant:
«Il datore di lavoro dei politici sono i cittadini, sarebbe un bel cambiamento se, per una volta, chi ha lavorato male non venisse rieletto. I bellunesi sanno i nomi e i cognomi di chi è stato responsabile delle perdite di Bim Gsp, basta sfogliare i giornali di allora. Visto che tra poco molti Comuni andranno al voto, la gente ha finalmente l’occasione per mandare a casa chi ha sbagliato».
Io, che già ho esplicitato il mio incondizionato disprezzo per la categoria, oltre alla “cupola” del PDL che aveva direttamente le mani in pasta nella s-gestione dell’ente e che ha avuto ed ha ora in gestione le consorelle del Bim, in particolare Bim Consorzio della quale Bim-Gsp è una costola, guarderei più in generale a tutti i garzoni di bottega; insomma:
sindaci del buco, statevene a casa!