L’articolo cui mi ricollego è del 26 giugno 2011, quasi nove mesi fa, allorquando l’allora ministro del’interno Maroni (quello di “padroni a casa nostra” e difensore della “autoderminazione dei popoli”) intendeva, con le proprie truppe, far saltare il presidio No-Tav della Maddalena.
Ce l’avevo un po’ su con i valsusini perché, dicevo, è gente tosta. Legavo poi questa loro adamantina caratteristica ad un infelice confronto con la gente bellunese, in relazione alla autonomia che ci è negata:
Ce l’ho su con loro perché questa è gente tosta. Da vent’anni difendono la loro terra riuscendo a mobilitare, quando serve, anche 40.000 persone. I valsusini intendono ribadire il proprio no ad ogni speculazione sulla propria vita e sul proprio territorio, ad una “grande opera” che mira soltanto ad aumentare i traffici ed i profitti di chi specula sulle vite di tutti per il beneficio dei soliti pochi. Noi bellunesi siamo riusciti a raccogliere 18.000 firme per la nostra autonomia. Non è cosa da poco, ma credo che non si possano mobilitare 40.000 bellunesi, in corteo, senza pagarli.
Ma al di là della vibrante testimonianza della loro capacità di vivere il sentimento dell’identità, che noi bellunesi abbiamo perso cullati forse in un benessere che si è lentamente esteso a tutti per capillarità ma che perderemo in un soffio, riconoscevo che della vicenda No-Tav conoscevo poco, anche se quel poco era stato sufficiente a darmi l’impressione che il Tav non fosse altro che “uno stretto di Messina a latitudini prealpine“.
In questo ultimo periodo è divampata nuovamente la questione. Ho preteso di capire se il pur mirabile valore identitario dimostrato dai valsusini non fosse anche uno splendido paravento alzato per nascondere un’opera utile e da farsi doverosamente per “restare in Europa …” (il resto delle menate retoriche lo conoscete). Ed allora mi sono sciroppato un sacco di documentazione.
Mi sono detto che da montanaro qual sono, avrei continuato ad ammirare la forza identitaria dei valsusini ma, da liberista qual sono, non avrei potuto negare l’utilità di quest’opera se solo i dati lo avessero dimostrato.
C’è niente da fare. Neanche ubriaco riuscirei a dar ragione a chi è a favore del TAV. Ma non solo per la devastazione vera e propria a cui la valle andrebbe incontro, ma per ragioni meramente di convenienza costi-benefici (quando vesto i panni del liberista so essere anche cinico). Non ce n’è. L’opera è una gigantesca puttanata.
E poi, scusate, senza tirare in ballo cooperative bianche, rosse e verdi: l’appiattimento dei signori politici della destra (falsi liberisti) lo posso capire, ma quello dei signori politici della sinistra d’oggi (i fassini, i bersani …) è una garanzia, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’opera TAV è innanzitutto una colossale e – se messa in cantiere – incontrollabile mangiatoia. Ho poi visto e sentito Monti e Passera sulla vicenda: penosi e soprattutto zoo-tecnici (con tutto il rispetto per la categoria reale).
Concludevo l’articolo con un “In bocca al lupo ai valsusini, gente tosta“. Un In bocca al lupo che oggi, a ragion veduta, la mia, estendo a tutto il Movimento No-Tav. Ho già avvisato le due pulzelle che ho in casa. Un giorno o l’altro vengo giù in Valle a respirare un po’ di Indipendenza.