Era meglio Berlusconi (cit.)
Anch’io l’ho sentito affermare che lo “scontro referendario” è stato personalizzato – cioè il No sarebbe un no allo strenzi e non alla deforma – dal fronte del No. Avrei giurato che fosse il contrario, per averlo letto e sentito con i miei sensi (in rete è documentato in ogni dove). E mi sono detto: il bimbominkia è proprio circolare. Insomma, davvero, povianamente, Era meglio Berlusconi (cit.). E, nel merito, ho il piacere di condividere in toto…
Era meglio Berlusconi (cit.)
Capisce di aver sbagliato, ma figuriamoci se può permettersi di ammetterlo, e allora cerca di cambiare le carte in tavola: «Personalizzare lo scontro non è il mio obiettivo, ma quello del fronte del No» (*). Con la faccia di culo che si ritrova, vedrete, non avrà alcuna difficoltà a fare anche di più: se i sondaggi metteranno male, finirà col dire che, per evitare che il referendum di ottobre si trasformi in un plebiscito sulla sua persona, è disposto a fare un sacrificio, a tornare indietro sui suoi passi: se la sua riforma costituzionale sarà bocciata, non lascerà Palazzo Chigi, non lascerà la segreteria del Pd, non lascerà la politica. Pressappoco dirà: «Avevo detto che ci mettevo la faccia e che in caso di sconfitta ne avrei tratto le dovute conseguenze, me ne sarei andato a casa, ma con amarezza sono costretto a prendere atto che un’assunzione di responsabilità è stata volgarmente strumentalizzata dai miei avversari, dunque, comunque vada, resto. Però sono sicuro di stravincere, anzi, pardon, sono sicuro che stravincerà l’Italia che vuol cambiare». E allora il referendum lo vincerà davvero. Povia sarà un mentecatto, ma ha ragione: era meglio Berlusconi. (su Malvino)