Scorrendo i titoli delle “notizie” che mi propone il mio aggregatore mi sono imbattutto in:
Il 31 dicembre io Napolitano non lo vedrò. E voi?
No, dico, qui sfondi una porta aperta. Fu così alla fine del 2011 e naturalmente nel 2012 (veramente non ho mai trovato la forza per sorbirmi le panzane presidenziali anche negli anni precedenti, ma delle due situazioni evidenziate ne è rimasta traccia).
Nooo! Il pippotto di fine anno da uno così no, neanche sotto tortura.
Agli articoli presidenziali elencati ai link segnalati, vanno aggiunti nel 2013 Napolitano: come correva veloce inseguito dalla tv tedesca (riedizione nostalgica di un film già visto) e l’offesa più grande rivolta a Napolitano (quale garante della costituzione, ahahah).
Fra i monitetti, monitini e moniti facenti capo a Napo Capo (scusate il bisticcio di parole), segnalerei quanto monitato di recente ed oggetto d’analisi dell’editorialista Ambrose Evans-Pritchard che dal Telegraph (attraverso Voci dall’Estero: Telegraph: Il Presidente Italiano teme un’insurrezione violenta nel 2014, ma non propone nessun rimedio) sottolinea (grassetto mio):
[…] “La recessione sta ancora mordendo duro, e c’è la sensazione diffusa che sarà difficile sfuggirle, e trovare il modo per tornare alla crescita” ha detto.
Ma ora, quale potrebbe essere la causa di tutto questo? Potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto centrale e prioritario che l’Italia ha una moneta sopravvalutata del 20% o più, all’interno dell’Unione Monetaria Europea: che è intrappolata in un sistema di cambi fissi stile anni ’30, gestito da una banca centrale anni ’30, che sta lì a guardare (per motivi politici) mentre l’aggregato monetario M3 ristagna, il credito si contrae e la deflazione incombe?
Napolitano non offre alcuna risposta. Ex stalinista, che ha applaudito all’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956 (un peccato giovanile), Napolitano da tempo ha manifestato il suo fervore ideologico a favore del progetto UE. Egli è per natura incapace di mettere in discussione le premesse dell’unione monetaria, quindi non aspettatevi nessuno spunto utile dal Quirinale su come uscire da questa impasse.
[…] Senza arrivare al punto di lanciare l’allarme sul rischio che corre lo Stato italiano stesso, ha detto che la crescente minaccia delle forze insurrezionali deve essere affrontata. La legge deve essere rigorosamente rispettata. Il paese deve andare avanti con disciplina. “L’Europa ci sta guardando“, ha detto. […]
Riuscite a immaginare il Nap che diventa un No-Euro? Naaaaaa!! E’ più facile che la Terra si fermi e si metta a girare nel senso opposto all’attuale. Dunque “L’Europa ci sta guardando“, ed è vero. Ci sta guardando andare a fondo. Quello che non ha ancora capito – l’Europa austera -, è che a fondo c’andiamo assieme (se rimaniamo attaccati alle asciutte mammelle dell’euro).
(secondo voi, il Nap starà mica godendo di nascosto – vedi riflusso ungherese del 1956 – del fatto che lo zar Putin si è fagocitato-comprato l’Ucraina assieme alle sue scialbe aspirazioni europeiste?)