tirava più un pelo di Gheddafi che un carro di buoi
Uomini di mondo. Ma la galleria si può allargare alla serie international ed eventualmente revival.
Uomini di mondo. Ma la galleria si può allargare alla serie international ed eventualmente revival.
Questo articolo va letto per intero, come tante altre cose che Leonardo Facco scrive su “Movimento Libertario”. Io sintetizzo (il neretto è mio):
Partiamo dalla notizia: “Quello di Giorgio Napolitano è un attacco frontale a Umberto Bossi. Nel suo intervento alla facoltà di giurisprudenza di Napoli il Capo dello Stato ha prima spiegato che ‘non c’è un popolo padano’ […].
Sentire, ancora una volta, le parole del capo dei maiali che siedono in Parlamento prendersela col diritto all’autodeterminazione mi fa accapponare la pelle. Per diversi motivi:
1- Giorgio Napolitano è un parassita che ha sempre e solo vissuto di politica e di soldi dei contribuenti. […]
2- Giorgio Napolitano continua a dare spago ad un partito – la Lega Nord – che straparla di secessione […]. Quando tra il 1996 e il 1998, centinaia di migliaia di persone erano pronte per dare il via ad un braccio di ferro con lo Stato italiano per “l’autodeterminazione della Padania”, il cialtrone di Umberto Bossi stava già armeggiando con i Brancher vari […].
Se Bossi – che è molto più napoletano di Napolitano – fosse stato secessionista non avrebbe cacciato Gianfranco Miglio, il quale nel settembre del 1993 sosteneva: “Io sono favorevole al diritto di secessione, che dovrebbe esser ben scolpito in tutte le costituzioni. Anzi, sarei felice il giorno in cui, passando la stretta di Salorno, dovessi presentare il passaporto”.
3- L’autodeterminazione è un diritto sancito dall’Onu e da altri importanti consessi internazionali. Detto ciò, l’unico personaggio antistorico in circolazione è proprio la sanguisuga Napolitano, al quale bisognerebbe ricordare che se il primo gennaio del 1900 gli Stati nazione esistenti al mondo erano 60, oggi sono ben 201. […].
Chiudo con le parole di Hans Hermann Hoppe: “E’ proprio la complementarità di autodeterminazione e globalizzazione che ridisegna i caratteri della società: finalmente più aperta, tollerante, soprattutto capace di accettare (e valorizzare) le reciproche differenze culturali”.
Forse Napolitano – che dovrebbe ricordarsi che anche al Sud ci molti Insorgenti che ne han piene le scatole della sua Italia unita – continua a preferire i tank sovietici.
Da un presidente della Repubblica non ti puoi aspettare afflati secessionisti. Sarebbe come se il tacchino gioisse dell’avvicinarsi del Natale. L’art. 5 della Costituzione dichiara che l’Italia è una e indivisibile. L’hanno scritto gli uomini. Che cazzo vuol dire? Anche la Jugoslavia di Tito era una… .
Il passaggio che conta di più tra il 1962 ed il 2006, perché più vicino alla nostra esistenza, è quasi sfuggevole. Bisogna fermare la riproduzione e tornare indietro per rendersi conto dei cambiamenti non (sempre) indotti dalle guerre. E potremmo anche parlare di Scozia e Catalogna! Mai dire mai.
Dedicato a Nappy, con l’augurio di finire con dignità il suo mandato di capo dello Stato e di ritirarsi all’ombra dello Stromboli a scrivere le sue memorie, che acquisteremo volentieri. Sarebbe apprezzato volume da 2,5 cm di spessore.
Quasi quasi ne volevo prendere le difese, quando i cani parlamentari hanno cominciato a latrare e ringhiare perché lui, il Mago Tremonti, se n’era andato in America invece di restare a salvare l’amico cu e braga Milanese, quello che gli ha affittato “sottobanco” l’appartamento che usava a Roma fino a poco tempo fa. Quasi fosse un fatto d’onore.
Milanese se l’è cavata (e con lui lo stesso Tremonti e forse il governo intero) per pochi voti, sei. Ma vi pare che si possa tollerare che in un’Italia nelle condizioni che sappiamo, gli uomini che dovrebbero governare la crisi si gettino addosso vicendevolmente accuse e veleni come è successo nel Pdl per questa ultima questione? Certo, il passaggio parlamentare era delicatissimo per la Casta e rischiava di essere il “casus belli” dell’implosione della maggioranza. Ma così non è stato, chiappe salve, per ora.
Ne volevo prendere le difese, dicevo. Ma poi ho letto quest’Ansa:
(ANSA) – WASHINGTON, 24 SET – ”Come al solito l’Italia viene vista molto meglio dal di fuori che dall’Italia stessa”: lo ha detto il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, a margine dei lavori dell’Fmi. ”Siamo messi molto meglio di quanto si possa immaginare i nostri conti sono valutati positivamente. Abbiamo fatto molto piu’ di altri ora dobbiamo fare di meno. Ma bisogna fare di piu’ per la crescita, attraverso un’azione collettiva”.
Siamo al livello della Gelmini dopo l’avventura di gelmino, il neutrino pendolare superluminale. Con l’aggravante che Tremonti parla in prima persona.
Mi è venuto in mente allora un ottimo articolo di Stefania Rimini uscito il 16 agosto sul Corriere della Sera.it nel quale viene presentata una carrellata di ciò che alcuni valenti economisti sostenevano “in tempi non sospetti”. Marco Pagano, Sandro Trento, Fedele De Novellis e Mario Seminerio dicono la loro sulla crisi del nostro Paese (con relative videointerviste). Alla fine l’autrice ci fa il regalo di un video nel quale il Mago tenta di convincere la platea che “tutto è ok”, che sono i giornalisti a gonfiare di nero la situazione perché hanno “l’idea che solo le cose negative fanno notizia”. E poi, supplichevole: “Una preghiera, un’idea: una volta tanto scrivete una cosa positiva, no?”
Era il 9 maggio 2011. Un po’ di ottimismo, sollecitava il ministro. Poco tempo dopo siamo sprofondati nell’incubo più nero. Prima fase. Ora che si sta profilando la seconda fase dello sprofondamento, quello dove si rischia di farsi davvero male e per tanto tanto tempo, Voltremont se ne esce con quel sibilo: «Abbiamo fatto molto piu’ di altri ora dobbiamo fare di meno. Ma bisogna fare di piu’ per la crescita, attraverso un’azione collettiva». Impalpabile.
Si è commentato più volte su queste righe di dare spazio ai giovani nella politica. Se non limiti a due i mandati parlamentari, i fortunati della Casta diventano le cozze che conosciamo, attaccate alla poltrona più che alla stessa vita. Allo stesso modo si devono introdurre meccanismi per i quali non siano le segreterie dei partiti a imporre il candidato .
La legge di iniziativa popolare presentata da Grillo è stata bocciata:
«Sono state raccolte ben 350.000 firme per introdurre l’ineleggibilità dei condannati in via definitiva – ha affermato il presidente dei senatori dell’Italia dei valori -, stabilire il limite di due mandati legislativi e cancellare il ‘Porcellum‘ in modo che gli italiani possano scegliere da chi farsi rappresentare. I veti della partitocrazia sono inaccettabili, siamo stanchi di ricordare che le regole si rispettano sempre. E’ un’altra occasione persa sul fronte della vera alternativa – ha aggiunto Belisario -, le dichiarazioni roboanti di tanti oppositori del Governo si sono rivelate semplici slogan che aggravano l’indignazione dei cittadini».
Dal blog di Beppe Grillo:
La conferenza dei capigruppo del Senato ha rifiutato di mettere in discussione “Parlamento pulito”, la legge di iniziativa popolare e ha così “fanculato” i 350.000 cittadini firmatari nonostante la richiesta esplicita di Di Pietro a Schifani. Che dire? Non c’è più niente da dire. La democrazia è stata ormai seppellita dai partiti che ne hanno fatto una dittatura pret-à-porter. E’ però corretto sapere chi sono i capigruppo del Senato. Ecco i nomi: Maurizio Gasparri (Pdl), Anna Finocchiaro (Pdmenoelle), Francesco Rutelli (Terzo Polo), Federico Bricolo (Lega Nord), Giampiero D’Alia (Udc), Giovanni Pistorio (Misto), Pasquale Viespoli (Forza Sud). L’unico a favore è stato Felice Belisario (Idv). Parlamento Pulito prevede solo due mandati, Gasparri e Rutelli sono al sesto e la Finocchiaro al settimo…
Per quanto brave (?) possano essere le persone, se non rinnovi l’aria la stanza puzza. “Parlamento Pulito prevede solo due mandati, Gasparri e Rutelli sono al sesto e la Finocchiaro al settimo… “
Dopo aver letto questo:
«Non mi dimetterò mai, ho i numeri per andare avanti, alla crescita ci penso io»
e questo, di cui riporto solo l’ultimo (disperante) paragrafo, per dire che quando succederà sarà come per le punture PIC (già fatto?) :
Ma le dinamiche delle crisi non sono affatto graduali: quando la domanda di titoli di stato da parte straniera e da parte dei piccoli risparmiatori si riduce, le banche un po’ perché subiscono la moral suasion del Tesoro un po’ perché hanno interesse a tenere a galla il mercato acquistano e stringono i denti mettendo a repentaglio la solidità patrimoniale. E’ per questo che le azioni delle banche italiane (e di altri paesi, in particolare la Francia) perdono continuamente in Borsa. In Portogallo il brusco finale di partita lo decretarono gli istituti di credito informando congiuntamente il governo che non avevano più margini per gli acquisti del suo debito. La decisione di S&P è un preludio. Ma non di Chopin.
ho il bisogno di giocare con le bandiere. Mi scarica la tensione e mi aiuta a contenere la perdita della memoria.