Bossi è stato un grande. Possiamo dire quello che vogliamo ma ha giganteggiato di fianco a tutti gli altri esserini politici con cui ha rivaleggiato. Se li è mangiati tutti a colazione. Davvero.
E’ sceso a Roma spinto dalle elezioni con cui il Nord aveva chiaramente sottolineato il proprio enorme disagio, lo ha fatto con un’armata di tutto rispetto, ma ha commesso lo sbaglio originale di credere di poter cambiare l’Italia dal di dentro. Alla fine l’outsider, che doveva restare all’opposizione e far tremare davvero la Casta, si è tuffato nella mangiatoia iniziando a fare il cialtrone.
Per tanti di noi la Lega di lotta, “forza riformatrice ed in larga misura liberista“, si è spenta tanti e tanti anni fa. Ora c’è Maroni che sembra (timidamente) voler raccogliere il testimone della guida. Maroni è un altro cialtrone, magari ben visto a sinistra, ma resta un cialtrone leccaculi che con la prima Lega non ha più niente a che fare. Basta vedere come si è comportato da ministro dell’Interno (ma il discorso vale per tutta la Lega di governo) con la vicenda dei No-Tav della Val di Susa.
Ciò che è successo non sorprende nessuno (a parte l’informazione mainstream che non può che filarci su, come ha fatto con gli altri “scandali” di casa pdl, pd, udc). Sono cose che tutti i “leghisti di un tempo” conoscevano per bene nelle loro trame principali. L’unica sorpresa, semmai, è stato il ritardo con cui il coperchio è saltato.
Ma per le avanguardie Indipendentiste di cui mi onoro di far parte (concettualmente ed intellettualmente), questo scossone mediatico potrebbe costituire un punto di svolta.
Ora che Bossi si è (forse) fatto da parte (almeno un poco), ora che non ha più le stesse possibilità di anestetizzare le aspirazioni del popolo leghista, le ragioni del Nord e delle sue genti, quotidianamente sfruttate e vessate dallo Stato centralista (basti pensare alla distribuzione del residuo fiscale in Italia), potranno confluire in un movimento pacifico e democratico che avrà la possibilità di scrollarsi di dosso il giogo mortale dello Stato italico, giungendo a prefigurare una propria definita Indipendenza.