Il libro, Monte Piana & Monte Piano – Testimonianze fotografiche della Grande Guerra nelle Dolomiti 1915-1917, è uscito alla fine di luglio dello scorso anno accolto con un vasto favore di pubblico.
La grande calura che ha spinto mandrie di turisti dalle nostre parti, l’interesse storico per una delle pagine della Grande Guerra di maggior intensità emotiva, la possibilità di avere – condensato in un libro – un vasto e in buona parte inedito atlante fotografico delle vicende legate al Monte Piana e al Monte Piano, sono state condizioni che hanno favorito la diffusione della pubblicazione.
Ora che è nuovamente in libreria, ci è parso doveroso ricordare questa ormai “vecchia fatica”.
(se la visualizzazione sottostante dovesse dare qualche problema, qui c’è l’indirizzo diretto)
Il baraccone ONU (quello che ha come capo del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite l’Arabia Saudita, paese nel quale sono state emesse 90 condanne a morte nei primi 5 mesi del 2015…) s’è inventato la giornata internazionale della montagna (11 dicembre). Strano che uno dei baracchini dell’ONU sparsi per il mondo, attraverso la metastasi UNESCO, non abbia ancora emesso – a quest’ora del dì – un cinguettio.
Sono usciti i dati ufficiali della popolazione straniera residente. Eravamo partiti col va che siam giù a 1.300 eh (in onore di Cochi e Renato); abbiamo poi aggiornato il dato al 2014 con va che siam giù a 1.277 eh; ecco ora il dato aggiornato al 1° gennaio 2015:
va che siam giù a 1.257 eh!
La popolazione totale al 31/12/2014 era di 1.432 unità, delle quali 175 straniere (81 maschi e 94 femmine); con un complesso algoritmo abbiamo calcolato quella taliana che risulta essere, come già detto, 1.257. Come affermato in altre occasioni, è stupefacente che vi siano in giro ancora 175 stranieri, ma così è. In quest’ultimo anno gli italici si son ridotti di 20 unità (24 l’anno scorso). Gli stranieri sono sempre pari al 12% della popolazione totale. Ricordando che Lozzo ha perso nel 2014 il 16,5 per mille della popolazione, classificandosi al secondo posto in Centro Cadore per maglia funebre (escludendo Ospitale), passiamo e chiudiamo.
Mettiamoci subito d’accordo. Non è che l’inculatore d’imprese in Centro Cadore abbia infierito in alcun modo su di esse, seviziandole. Qui “inculatore” ha il senso di “sfanculare”, ossia mandare a fanculo; oggettivamente: non servire a un cazzo.
Di incubatori, una volta andavano di moda e facevano tanto trendy, il Cadore ne ha avuto più d’uno. Di solito l’incubazione consisteva nell’affittare lo spazio “x” all’impresa “y”, cioè incubare un cazzo. Perché ai primordi incubare significava dar vita ad imprese “innovative”, le cosiddette startup. Affittare a un’impresa che fa pulizie – per dire – non è incubare, caso mai è inculare (nel senso chiarito, e vedete che si torna al punto di partenza).
In Centro Cadore un inculatore funziona ancora, mi pare, in quel di Perarolo.
Ma l’inculatore per eccellenza, perché era partito come un astro della ricerca in montagna, un laboratorio scientifico di altissimo livello (infatti, era a 800 m sul livello del mare), un punto di eccellenza per i nostri talenti (poi i talenti se ne sono andati?) … era il MultiphysicsLab. E’ appena nato e già viene annoverato fra i centri di eccellenza nello studio … delle meches.
Ma mentre i sindaci se lo menavano alle assemblee del Bim-Gsp, il Multiphysicslab si dissolveva come una ejaculatio praecox. Insomma, 8 o 9 sindaci, in buona parte starnazzanti anche oggidì, si sono lasciati scappare un gioiello che avrebbe potuto incubare talenti (a questo tag tutta la storia).
E invece, sempre per dire, quello di Lozzo – di sindaco – sta girando in lungo e in largo per tirare su iscrizioni per aprire una prima classe. Sempre che l’ufficio anagrafe aperto h24 non abbia trovato una soluzione più efficiente e meno impegnativa.
E’ come tentare di mantenere lo sfolgorio del tramonto con una candela accesa.
Anche le curiosità non cambiano: la popolazione dei primi 9 comuni (il 13% di tutti i comuni) copre il 50% (49,7%) di quella provinciale; l’altra metà della popolazione provinciale vive dunque nei restanti 60 comuni. A Belluno è concentrato il 17% di quest’ultima, a Feltre il 9,9%, a Sedico il 4,8%. I primi tre comuni per popolazione giungono al 31,9% del totale provinciale: una persona su tre vive “concentrata” in questi tre comuni, le altre due nel resto del territorio provinciale.
La media della popolazione residente nei primi 9 comuni (quelli dove è concentrata metà della popolazione provinciale) è di 11.564 persone mentre quella nei restanti 60 comuni è di 1.756 persone. La media della popolazione provinciale è di 3.035 persone per comune, 2.551 senza contare Belluno, 2.280 senza contare anche Feltre (questi dati non compaiono in tabella).
In questa “classifica” dei comuni per popolazione in ordine decrescente, nella quale Belluno occupa il primo posto con 35.993 persone, Lozzo di Cadore è al 41° (1.456 persone), Auronzo 15° (3.403), Pieve 13° (3.931) e Cortina d’Ampezzo 7° (5.929).
Niente di che, solo l’elenco dei comuni della provincia di Belluno in ordine crescente per popolazione (dati dal bilancio demografico Istat 2013) con le percentuali rappresentate dalla popolazione di ogni singolo comune rispetto al totale provinciale oltre alla popolazione cumulata (sempre in ordine crescente) con relative percentuali. Le ultime quattro colonne descrivono rispettivamente la popolazione complessiva raggruppata ogni dieci comuni, la percentuale di tale fetta sul totale, la popolazione cumulata per decine e le rispettive percentuali sul totale.
Qualche curiosità: la popolazione dei primi 60 comuni (l’87% di tutti i comuni) copre il 50,3% di quella provinciale; quella dei primi 66 comuni (96% di tutti i comuni) non copre neanche il 70% del totale fermandosi a 68,1%. Specularmente: nei 9 più popolosi comuni si concentra metà della popolazione provinciale; a Belluno è concentrato il 17% di quest’ultima, a Feltre il 9,9%, a Sedico il 4,8%. I primi tre comuni per popolazione giungono al 31,9% del totale provinciale: una persona su tre vive “concentrata” in questi tre comuni, le altre due nel resto del territorio provinciale.
La media della popolazione residente nei primi 60 comuni è di 1.756 persone (che è circa la popolazione di Taibon Agordino, 1.768, che occupa il 35° posto). La media della popolazione provinciale è di 3.035 persone per comune, 2.551 senza contare Belluno, 2.280 senza contare anche Feltre (questi dati non compaiono in tabella).
In questa “classifica” dei comuni per popolazione in ordine crescente, nella quale Zoppè occupa il primo posto con 236 persone, Lozzo di Cadore è al 29° (1.456 persone), Auronzo 55° (3.403), Pieve 57° (3.931) e Cortina d’Ampezzo 63° (5.929).