Sabato sera c’è stato un piccolo acquazzone (n sguergnuto, cuasi na rosada fortesela) ed il modellino per lo studio dell’erosione dei suoli ha dato i suoi frutti. Inutile aggiungere che gli assessori ai lavori pubblici, alla cultura ed al turismo gongolavano per lo straordinario risultato. La sinergia paga. Per qualche foto del “prima” seguire il collegamento precedente. La sequenza completa di 8 foto è in fondo all’articolo (per visualizzarla cliccare su una miniatura).
Da soli non danno il meglio di sé, ma quando si mettono assieme! Un po’ come la storia dell’incontro tra nitro e glicerina, sappiamo tutti come può andare a finire. E’ così che il tavolo concertante di lavori pubblici, cultura e turismo ha prodotto il modellino per lo studio dell’erosione dei suoli. Una scelta sinergica, si diceva, ecco la spiegazione.
La valenza “lavori pubblici” è sotto gli occhi di tutti. Quella culturale è riconducibile allo studio dell’erosione dei suoli. E’ iniziata, carica d’ansia, l’attesa per l’arrivo del primo acquazzone (in ladino cadorino sguergno), i cui effetti si spera di poter immortalare per studiarne poi le varie dinamiche. Con lo stesso intendimento si stanno raccogliendo un sacco di fotogrammi del modellino che, messi assieme con la tecnica della slow-motion, potrebbero portare alla realizzazione di un filmato simile a quello in seguito proposto (come esempio di risultato). Nel caso le condizioni meteo fossero “avverse”, si è già pensato di ricorrere, per la simulazione, alla vicina aga de Val, opportunamente deviata alla bisogna.
La valenza turistica è legata alla possibilità, veicolata da un efficace supporto informativo in fase di messa a punto, di prolungare la visita alla Roggia dei Mulini, mèta ormai consueta per i turisti che giungono in visita al nostro borgo. Presso quest’ultima i turisti prenderanno coscienza degli utilizzi civili dell’acqua (funzione molitoria e produzione dell’energia elettrica), mentre il modellino metterà in luce quanto possa essere devastante la forza dell’acqua quando non è controllata (è prevista a lato la posa di un pannello informativo con le foto dell’alluvione del ’66, da una vecchia idea del “Gruppo Amici dei Mulini”).
Si segnala infine che il modellino è palesemente provvisorio. Lo si capisce dalla sovrapposizione dei pannelli di contenimento (embricatura) per la quale è utilizzata la primitiva tecnica detta “a contenimento non-progressivo” migliorata già durante l’età del bronzo. Inoltre i paletti di sostegno in ferro risultano quanto mai pericolosi, sporgendo dal bordo della pannellatura; in assenza di adeguata segnaletica di cantiere, ancorché a scopo didattico, questa potrebbe essere una leggerezza che costa molto cara, se qualcuno si dovesse far male.
I “lavori pubblici” hanno già suggerito, comunque dopo la simulazione, la possibilità di ricorrere ad un getto di cemento risolutore (?).
Da poco si è aggiunta una email a ciò che non molto tempo addietro mi segnalava anche un mio amico. Entrambi sostengono che la questione Roggia dei Mulini non può essere semplicemente ricondotta al cambio di tre pannellini sul percorso.
Me l’hanno detto in senso critico, ritenendo che il BLOZ debba interessarsi di cose più importanti. Detto fuori dai denti, loro ritengono che l’articolo sarebbe semplicemente criticoso e non porterebbe niente al miglioramento delle cose.
Risposta: è vero, ci vuol niente ad ammettere che tre pannellini non possono rappresentare il problema della Roggia dei Mulini di Lozzo di Cadore. Non ci vuole Einstein per capirlo.
Ma, mettetevi nei miei panni. Cosa potevo fare? Dovevo iniziare a parlare di problemi appena appena più complessi? Devo tener conto, per quanto possibile, che mi legge anche l’amministrazione comunale.
Con ciò, sia chiaro, non intendo dire che non siano sufficientemente dotati intellettualmente “da capire”, capiscono benissimo. La dotazione che manca è, l’ho detto più volte, la capacità di minuto mantenimento.
Ecco allora che ho ritenuto di fermarmi al primo passettino. Ma vista l’occasione illustro, in estrema sintesi, altri piccoli problemi:
cuscinetto della ruota idraulica (prima che si rompa del tutto);
portaz che dà acqua alla roggia (un atto vandalico lo ha deformato e bisogna sistemarlo al più presto);
impianto di illuminazione (le amputazioni che ha subito, la manutenzione carente, uso la parola carente perché oggi è sabato, la verifica dello stato attuale con ciò che funziona e ciò che non funziona);
Mi fermo qui. Poi ci sarebbe la visione d’insieme, le scelte strategiche per lo sviluppo e la valorizzazione bla bla bla. Ma a questo ci pensa (dovrebbe pensare) il GAL.
Nell’articolo “aspettando il GAL … alla Roggia dei Mulini” (4 marzo 2010) evidenziavo che c’erano dei cartelli, facenti parte del percorso turistico-culturale della Roggia dei Mulini, da diversi anni in condizioni indecorose (per non dire pietose).
Sottolineavo anche l’incapacità manifesta da parte di questa amministrazione di gestire il minuto mantenimento. Lì dove si deve mettere impegno, non là dove vi sono i soldi in cui sguazzare e ci pensa il professionista di turno a finire la cosa (gli aministratori però, apprendiamo dal bolpar, si asciugano il sudore nello sforzo di aspettare che i professionisti giungano al termine delle opere intraprese: per affrontare poi l’inaugurazione).
Bene! I reparti speciali del comune sono passati ed hanno tolto non solo i cartelli indecenti, ma anche quelli che, pur invecchiati, riuscivano comunque a trasmettere “il sapere” al viandante (da cambiarsi in ogni caso). Non li hanno tolti svitandoli (non tuti perlomeno) ma usando il sistema HULK (divelti).
L’insieme polifunzionale assessore al turismo (sindaco) + assessore alla cultura + assessore ai lavori pubblici ha sperimentato una qual difficoltà nel risolvere la situazione prospettata (il rifacimento dei pannelli investe tutte e tre le suddette competenze). Tanto che si sono decisi ad inoltrare una domanda di deroga a Calderoli, chiedendo il permesso di nominare un assessore aggiunto, detto “della Roggia dei Mulini”, per ottemperare alla bisogna. L’assessore aggiunto, se nominato, ha già espresso la volontà chiara e definita di nominare un consulente per affrontare la spinosa questione.
Intanto ci sentiamo sollevati dal fatto che, perlomeno, il minuto s-mantenimento lo sapete fare.
Sembra che alcuni commenti fatti qui sul BLOZ, in relazione alla pulizia della scarpata di Loreto, non siano passati del tutto inosservati al ponte di comando dell’amministrazione lozzese.
Corre voce infatti che il sindaco, confortato in ciò anche dalla prefettura cui si è rivolto per lumi, abbia deciso di precettare tutti i Cacciatori, i soci dell’ANA e del CAI per dare sistemazione definitiva alla scarpata che, diciamolo, non offre un grande spettacolo vista dalla strada.
Per dare il buon esempio, sono stati precettati anche i consiglieri (tutti, minoranza compresa). Ad ognuno di essi verrà consegnato un rastrello per le operazioni di pulizia. Al solo vicesindaco è concessa la deroga, ma solo per poter organizzare il catering, in virtù dell’esperienza accumulata in passato.
Un solo dubbio. Quando? L’imminente esplodere della stagione vegetativa consiglierebbe un intervento pressoché immediato. Sono in corso febbrili consultazioni. Io, comunque, consiglierei ai precettati di tenersi il prossimo fine settimana libero.
No, non si tratta della voce delle compagini corali che ogni tanto mettono alla prova le loro ugole nell’auditorium.
Si tratta di un aspetto del minuto mantenimento che caratterizza, a mio dire, gli sforzi amministrativi della squadra di governo che Lozzo si è data.
Ho già avuto modo di descrivere piccoli accadimenti (come i pannelli sul percorso della Roggia dei Mulini) che fanno pensare che la capacità di questa amministrazione di gestire le piccole cose sia … poca cosa. In confronto alla capacità che dimostra invece quando, anche per meriti diretti sia chiaro, ha a disposizione discrete quantità di denaro.
Nella vicenda che descrivo in questo articolo, alla ormai palese difficoltà di gestire il minuto mantenimento che attanaglia l’amministrazione, sembra sia venuto in soccorso un insolito e pingue finanziamento che darà una mano a risolvere un piccolo problema: quello di installare un pannello descrittivo a fianco dell’auditorium.
Si tratta di uno dei vari pannelli che, per merito della Comunità Montana Centro Cadore che li ha voluti ed installati tempo addietro, descrivono alcune particolarità presenti nel nostro territorio (chiesa di Loreto, di San Rocco, Piaza dela Faula ecc.). Ce n’era uno anche per la ex chiesa parrocchiale ora auditorium.
Sembra, dicevo, il condizionale è davvero d’obbligo, che dalla Regione stia per arrivare un finanziamento di 20.000 € proprio per risolvere questo problema: 19.000 € sono già stati destinati alla necessaria e quanto mai complessa progettazione del recupero, con i restanti 1.000 si conta di riuscire ad installare il pannello. Il pannello, che si dava per disperso, è stato invece rinvenuto, con qualche leggero graffio, nelle segrete del Palazzo Pellegrini.